mercoledì 7 marzo 2012

alto, che non si sa



Forse per quell'altezza che a notte mi prende
di non saper mettere la morte al suo aggettivo
il fatto che cercassi come un fiocco
da brava scolara che si deve salutare
inchinarsi,
dire buongiorno comunque
a quel che fa paura
per educazione
o perché è da grandi
perché i grandi fanno così


penso a quelle bambine con le punte
quando gliele lasciavano mettere
perché facevano così male
in certi casi,
ci voleva qualcosa di più,
non essere più bambine,
perché facevano male
ma erano da ballerine,
e andarci su era un passo in più
che dopo non c'era niente
che facesse male e fosse bello
in quello stesso modo
alto


e per me la morte è alla fine
una cosa da grandi
che non si sa.




altre volte lui diceva la verità
in questi casi io abbassavo sempre la testa
e mi dicevo la fortuna
mi ripetevo la fortuna
di quando non ero stata in così buone mani
e non lo sapevo
e mi ripetevo anche tutti i pericoli
come la gomma scoppiata in autostrada
per vedere se mi faceva qualcosa,
un qualche effetto,
per vedere se mi commuovevo,
invece
mentre lui diceva la verità
io stavo a guardare, per un fatto estetico
come se non fosse una cosa mia
la vita della quale parlava
che condannava o salvava.


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