domenica 24 giugno 2012

materiale per aruspici2

ma quasi tutti sono venuti per questo
nessuno lo nasconde
sono qui per il loro volo
anche se un piccolo gruppo si era già lanciato
e tutti hanno potuto vedere come va a finire
tutti dicono il più delle volte
il più delle volte non è sempre.
e questo è vero, dico loro.

Alcuni hanno per sicurezza
in un angolo
si sono lisciati meglio le gambe
alcuni si ingrassano
per scivolare con più agio
verso il basso e poi, come dicono,
se il tempo della caduta
non si mangia tutto il tempo
se dentro ci sarà abbastanza tempo
qualcosa, dicono succederà
il corpo troverà la sua risposta 
imparerà a volare
perché il volo è un dono, una risposta di sopravvivenza
a nessuno può essere dato 
se non a chi ha perduto la terra sotto ai piedi.
Figuriamoci, fate pure, 
togliete pure la terra
ma non aspettatevi, in cambio, ali.
 
E allora non avremo più bisogno di te
dicono.

io non ho interesse, come ho detto
non faccio che guardare

le mie parole, le parole che verranno
saranno sempre loro  a dettarmele
sono troppo all'antica
non credo che tutto debba essere sostituito
se non abbiamo le ali questo significa 
che dovremmo rassegnarci a non volare
volare come loro 

ma in alto il gruppo dei terzi sono già pronti
si lasceranno cadere perché hanno questa loro fede 
stretta forte al dito
che a me manca
mi è sempre mancata, al dito,
anche quando forse, più giovane
avrei voluto anch'io provare.

La caduta contiene il volo
questo l'ho detto io, non lo nego,
ma non intendevo istigarli a cadere
non intendevo essere preso alla lettera
erano parole dette soprattutto 
per  infondere fiducia nello sguardo
per suggerire l'cchio con cui guardare
non altro.
e invece quelli sono settimane che mi prendono alla lettera
come se fossi il loro Papa
e non mi portano niente da mangiare.
 
 
Resto seduto perché non credo
ma la loro ostinazione mi commuove
non ci voglio mettere giudizio
non ci voglio mettere altro che la mia incredulità.

qualcuno si ostina a dire  che non c'è ragione per non credere
questa è la nostra prova, dice, non possiamo rinunciare
e da qui, da lassù
sono settimane che si preparano
al loro lancio.

come pennuti
si disegnano piume sulle caviglie
compiono riti propiziatori
sperano
aprono scatolette.
 

Non gli basta più ascoltare
né gli basta più sapere
vogliono provare con il corpo
vogliono scrivere tutto da soli.

il mio lavoro è presto non esisterà più.
hanno già editato manuali 
tutte le possibilità virtuali
hanno già trovato la loro collacazione.

eppure io resto seduto,
guardo in alto perché il loro volo mi parli
la sola cosa che mi interessa 
è connettere quel loro volo
al domani.
questo faccio 
perché questo faceva mio padre
e questo faccio
perchè questo so fare.

altro non so.
non è il mio futuro, come ho detto
il volo non è per me.
chi legge non può chiedere nulla per se
questo lo sanno.
per questo dovrebbero nutrirmi
ma sono distratti
continuamente distratti dalle celebrazioni
dal rischio a cui vanno incontro nel tentativo
di sostituirsi a loro.


 


sabato 23 giugno 2012

blind


Sta negli interstizi 
del percepire 
solo
luce negli occhi 
prima
d'un cominciare lento
l'affidamento
al passo. Prima 
che la parola giunga
in tuo soccorso.

mercoledì 20 giugno 2012

materiale per oblomov 2106

ricominciamo a parlare del rapporto tra le prima e la seconda parte. dico: credo che il cardine sia la domanda sorta ieri
quanta libertà ci può essere nella dipendenza?
risposta: la libertà esiste in ragione di qualcosa che da sola rischia di non esistere più.
ti prendi un cane? e la tua libertà?
non sei più libero. se ti sposi. se fai un figlio. se hai delle piante.
libertà dentro a un rapporto.
dire quello che vuoi. anche: rovinare l'ideale.
io sto dentro una relazione, la relazione è ideale, funziona tutto a gonfie vele finché la realtà va di pari passo con il sogno. poi
N: avevo le emorroidi, lei era così bionda. non potevo.
poi, a proposito della libertà, N. parla di Fellini ch ediceva
l'artista se fosse libero di fare quello che vuole non farebbe niente. perciç ha bisogno di realtà, di vincoli. gente che gli rompa le palle. che lo costringa. che lo obblighi a produrre.

tante volte mi sono chiesto: ma è veramente quello che voglio.

chi è libero?

dal niente viene niente. dice re lear a cordelia.
dal niente viene il niente.
dal niente viene il niente.

(prendersi la libertà vuol dire che qualcosa comunque te la prendi)

N. andavo in libreria. non avevo necessità di prendere un libro. entravo e basta. compro un libro? quale?
ma da dove si comincia a scegliere?
un libro
bisogna aver letto Flaubert prima di leggere Murakami
o almeno Proust
o almeno thomas Mann
Gogol
letture che vanno fatte prima di altre obbligatoriamente.


quindi alla fine niente.
uscivo e basta senza niente.

CONSUMARE LE COSE COL PENSIERO
pensi, è come vivere.
penso che ci amiamo.
che ci amiamo già da un anno e oltre.
tu sei già così 
io in questo modo
e poi va così e così
e io dirai questo 
e farò questo
e poi tu farai così
e io così

e soo già stanco
di aver vissuto nella mente qualcosa che non ho mai vissuto
ho analizzato tutte le possibilità

non ho più voglia di vivere le cose che ho pensato.
questa è la libertà
della grande solitudine.

sono io ch emi perdo nella libertà.
la dipendenza
tutte le limitazioni mettono in atto la libertà
ciò da cui mi svincolo
ciò da cu mi affranco?

prendi un cane e non sarai più libero
fai un figlio e non sarai più libero
ama qualcuno e non sarai più libero.

tutto obbliga.

libertà di vivere 
libertà di sognare la vita.

avevo le emorroidi ma lei era così bionda
così bionda cazzo
non potevo

e poi: tutto qua? cosa c'è ancorada raggiungere?
ecco come arriva l'infelicità
per negazione
per mancanza di sorpresa.
stai qua. sempre qua
sempre con me
al riparo 
tutto andrà bene

non si amano persone come me

si,
si possono amare anche persone come te.
no.
sì.
no.
io ti amo. tu sei così. e io ti amo. dice olga ad oblomov. 
ma io non sono stolz.
io sono molto limitato. non sono capace di niente.
io ti amo lo stesso. è uguale. io ti amo perché tu sei 
tu.
non è giusto 
non è possibile.
va bene tutto. dice olga.
no ch enon va bene tutto. non va bene per niente. dove la metti la mia maledizione.
invece non c'è da aggiustare il tiro. c'è da stare.
oblomov sta fermo tutto il tempo. ma qui si muove. qui cerca di aggiustare il tiro. proprio quando dovrebbe fare qullo che ha semrpe fatto. stare fermo.
restare.

intervista fossati fazio.
è vero che non farai più dischi?
perché?
perché voglio viaggiare e vedere tutto quello che vedo senza pensare che può e deve servirmi a produrre qualcosa.

l'amore è disinteresse?
l'amore viene quando se ne va il bisogno.
forse si.
un atto sommamente estetico.

pensieri

la cosa che mi colpisce di celan e della bachman, ci pensavo ieri in treno
è che lui muore affogato, lei in un incendio. non ci sarà ragione in questo.
è comunque un pensiero. mio.

materiali oblomov


UNA STORIA PER DORMIRE
Per addormentarmi
c'era una storia
quella che mi piaceva di più
quella più bella di tutte le altre
c'era una storia
dove c'era un paese sconosciuto
dove non ci sono le notti
dove non fa freddo
dove succedono continuamente miracoli
dove scorrono fiumi di miele e di latte
dove nessuno lavora
dove passeggiano fanciulle così belle
che non se ne parla nemmeno nelle fiabe
E lì c'era una maga
che prende la forma di un luccio
poi sceglie uno tranquillo
pacifico
uno che tutti prendono in giro
e così all'improvviso
lo riempie di ogni ben di dio
e lui non fa altro che mangiare
e indossa abiti bellissimi
e poi si sposa con una fanciulla bellissima.
Questa storia
mi dà le vertigini.

materiali per oblomov (20.6)


Nick
In alternativa la consapevolezza che per venti minuti loro parlano di lui
allora, la qualità dello sguardo dico
come
guardare
quelli che ti guardano
forse un'azione del tutto naturale come
non so
dovrei iscrivermi a un corso per ritrovare la naturalezza dello sguardo
lo sguardo del bambino appena venuto al mondo
come sarebbe bellissimo pulire tutto
tutto pulito
tutto da scegliere da fare da introdurre.
INTRODUZIONE
la vita potrebbe, dovrebbe essere tutta un'introduzione non sarebbe male
a way to live
a way to get life
to get
to manage

forse un'azione del tutto naturalistica chennesò
un bel caffè, come se niente fosse (si fa il caffè? Oppure no, il caffè esce già bello caldo da qualche parte, per dire che qui siamo veri, che tutto è vero, qui).

a questo punto l'avrete capito?
non scherziamo eh

to kid

scherzare, prendere in giro, ingannare
banter canzonare, parlare in modo scherzoso, beffarsi
rag frantumare,
twit rimproverare, prendere in giro, canzonare
rib punzecchiare, prendere in giro,

rinforzare con nervature

circumvent eludere, raggirare, circonvenire,
prendere in trappola
deceive
ingannare, illudere, deludere, raggirare,
tradire



il suo ideale è misero e vago
its ideal is miserable and vague




così io non sono come gli altri.
Per esempio io
per esempio
non so
e mi vergogno.

Non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergognonon so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno non so e mi vergogno

di giocarmi tutto
di perdermi i pezzi buoni

io non credo che sia indiscutibile il valore che ha quello che faccio
io tutte le sere penso di chiedervi scusa e di mandarvi a casa.

Una volta quando ero piccolo avevo circa otto anni, io avevo guardato portobello
enzo tortora, poi l'hanno messo in galera. Uno pensa, soprattutto quando è piccolo pensa
se uno va in galera sarà perché se lo meritava perché ce l'hanno messo.
Allora avevo detto: non c'è più portobello. Pazienza.
Poi quando dopo tanti anni l'avevano liberato qvevo forse tredici
anni
poi lui è tornato a fare di nuovo portobello
con quella faccia li
di un uomo
e io allora
gli ho scritto
io: gli ho scritto
davvero
come si fanno queste cose cazzo
uno lo pensa ma non lo fa mai
invece io a quindici anni gli ho scritto una vera lettera
dove gli dicevo caro enzo tortora ti volevo chiedere scusa
perché io hopensato che tu
dato che eri in prigione
e invece poi
mi sono accorto che avevo sbagliato nel mio pensiero
il pensiero era sbagliato
e dovevo fare qualcosa
rimediare?
Fare qualcosa

e lui mi ha anche risposto
ha scritto a questo ragazzino che ero io
un uomo è comprendere e riconoscere
e questo l'ho fatto.

Io potrei scrivere a tutti da qui
scrivere delle belle lettere per dire

non so e mi vergogno

che me ne frega

che me ne frega?

Non è più un problema generazionale
il problema dlel padre del padre di mio padre
o anche di mio padre e basta
non è il mio
la generazione di mezzo
che me ne frega
non è il mio
come posso io pesare
su questa relatà
che non capisco
come posso scrivervi qualcosa
su qualcosa che non capiscoda cui sono stato tratto fuori
dalla nascita
estrapolato
extrapolate


il tipo della banca mi chiede scusi
anzi, scusa, perché il tipo della banca non mi da del lei, non è ok dare del lei
scusa mi dice
tu sei cocopro o cococo?
Boh
sei un contratto a termine?
Uso anch'io a questo punto delle parole che non so
finisce, quindi è a termine penso
si si.
Contratto a termine.
A termine.
Regime minimo
vuol dire che prendo pochi soldi?
Si si
regime minimo.

Non capisco e mi vergogno.

E mi vergogno anche di non capire
bene.
Questa specie di miopia mi da la nausea
a voi no?

Non vi pare di essere semrpe su una barchetta
in mezzo al mar?

CANZONE del Gandula che canta dalla tivvù

una barchetta in mezzo al mar
che far che far
una barchetta che deve andar
che far che far

se mi dici ancora una cosa
io esplodo
ma per favore ti prego
dimmi qualcosa non smettere
prendimi su
prendimi su con te

leggero fammi star tra le tue braccia
fammi strada nel morbido velluto
fammi tuo nella tua verità d'azzurro cielo
fammi strada nel dolore del piacere che non so
fammi strada nella riconoscenza dell'esistere

fino alla prossima isola solitaria
nell'infinità di questo nostro mare d'aria.
una barchetta siamo
una barchett ain mezzo al mar
che far che far
una barchetta che deve andar
ma sull'acqua non sa star




NICK
Stavo da Dio, adesso sto di merda.

Però adesso basta.
Però adesso prendo dei provvedimenti se non vi dispiace.
Vi dispiace?
Spero non vi dispiaccia.
Penso.
Prendo dei provvedimenti per non farmi mangiare tutto, se non vi dispiace.
per salvarmi da tutto questo mi devo muovere e sbrigare, anche
sa com'è.
Signora mia
signori miei:
dudduruddurù a tavola!

martedì 12 giugno 2012

shorts stories con la parola cazzo


1
c'era una volta una formica che non sapeva di essere una formica. incontra un'altra formica e pensa - che sfigata quella cosa lì, con le zampette che mi è appena passata di fianco. poi incontra un'altra formica, e pensa - oggi ne passa di gente messa male madonna. poi si vede riflessa in una goccia d'acqua e pensa - non sarò mica una cosa tipo quelle che ho visto passare prima? si guarda meglio: ma non mi dire, sono proprio una formica del cazzo anch'io.
allora poi, da quel momento, quando incontra altre formiche, le guarda con meno spocchia.
 
2
c'era una volta una rana in uno stagno. tutte le sere gracidava con le sue amiche sul bordo dello stagno mentre i maschi erano a caccia di zanzare. faceva una vita molto tranquilla e regolare. un giorno però si dice- cazzo, mi rendo conto che in tutta la vita non sono mai stata da nessuna parte. sempre qua a gracidare tutte le sere. non c'è una volta una sera che abbia fatto una cosa qualunque che non fosse gracidare.mai. non mi è mai neanche venuto in mente che magari potevo chessò, farmi un giro, andare a dare un'occhiata quel che succede qua intorno. niente.solo stagno e gracidare tutta la porca vita.
allora da quella sera non gracida più.

3
c'era una volta un asina. c'era una volta io che mi ero innamorato di quell'asina. tutte le volte che potevo le davo un bacio sul naso. il naso degli asini è morbidissimo e sopra ha dei piccoli pelettini che pungono un po' le labbra ma non fanno assolutamente male, anzi. cazzo. era bellissimo baciarmi la mia asina.

4
c'era una volta un orso grassissimo. quest'orso non aveva amici perché non gliene fregava niente. stava bene da solo sotto il suo albero di gelso. era molto grasso e qualche volta pensava - uno di questi giorni mi faccio una corsetta tanto per dimagrire.
però questa corsetta mai che la facesse. una volta era stanco, una volta non c'aveva voglia, una volta faceva troppo caldo. insomma, pensava l'orso - se corro o non corro sono fatti miei. non è che c'è qualcuno che
mi controlla e mi dice cosa devo o non devo fare. allora poi l'orso ad un certo punto una bella mattina si alza, si stira, e bel bello si fa una corsetta. la cosa gli piace e il giorno dopo ne fa un'altra e anche il giorno dopo. dopo poi, tutte le mattine l'orso si fa la sua corsetta e dopo alla fine dimagrisce. però poi un giorno l'orso, mentre corre si dice- che idea del cazzo questa di correre, non so proprio come mi sia venuta. è proprio un'idea del cazzo. però continua a correre, perché ormai si era abituato.

5

c'erano una volta un bruco e una farfalla. il bruco guardava la farfalla con un certo interesse. pensava di mangiarsela. allora la farfalla gli dice - guarda che ti ho capito tu che cosa stai pensando, di mangiarmi eccetera. ti avviso subito che è un'idea del cazzo.primo perché ho le ali e scappo. secondo perché tra un po' anche tu diventi farfalla. non ci si mangia tra gente della stessa categoria.

6

c'erano una volta un elefante e un topo. Elefante - dice il topo. ma l'elefante non sentiva perché era troppo in alto e anche perché stava facendo un'altra cosa. allora il topo gli dice di nuovo- elefaaaante. ma niente. l'elefante non lo sente. allora il topo sale sulla zampa dell'elefante si arrampica su su fino all'orecchio dell'elefante e ci urla dentro: elefanteeee
allora l'elefante prende il topo con la proboscide, lo tiene appeso per la coda e gli dice - che cazzo vuoi che urli così, sei scemo o cosa?
e il topo gli risponde - scusa, mi sentivo solo.


domenica 10 giugno 2012

aruspici

1
presto si dice che ci saranno dei cambiamenti epocali
di cui non si può dire niente.
non è la gabbia. la gabbia
qui non si parla d'altro
non si parla d'altro.
qui non si parla d'altro
anche perché sotto
cosa vuoi che sia
ad esempio un'altra gabbia
se vuoi
cosa vuoi che sia.
non sarà altro.
sono in molti oggi
vengono a guardarci
prendono noi ad esempio
vengono a guardarci per imparare.
non hanno le ali
vengono a volare
lo stesso.
se fosse tutto nell'occhio
quando
per cortesia tutti in piedi
non date ascolto
al canto
che viene dal nostro canto

prendi ad esempio questo
piccolo
un esempio su tutti
il grande immenso volo
limato
illimitato
che prendiamo
per l'esempio
da cui non si scappa.

col becco 
logori 
il tempo
tenendolo poco
alla volta poco
alla volta
e non sapendo.

e non sapendo.

la mano dice bene
predica in un soffio
tutto quel che c'è
da predire.

la mano
è chiara.
noi siamo il loro volo.
dicono.

nel volo loro vedono.

la predizione.



2
il volo è alto
si accostano
si allineano
vanno lontano.
il solco è strano.

prendono tempo,
la loro mano.

vedono perché li guardiamo
la guerra 
o le nostre piccole abitudini
di terra.

gli occhi sono piccoli
da lassù
ci vedranno ancora?

incrociamo.
chiamano.
si chiamano.
si contano.

noi non lo sappiamo.
perché noi non lo sappiamo.
prendiamo quello che vedono
come un dio
lontano.

il loro volo
cade 
nel vuoto.

era il giorno
che il loro volo
non si capiva più.

anche i saggi
anche gli anziani
erano allarmati.
ma non lo dicevano alla popolazione.

la popolazione
li guardava a testa alta
aspettava
la muta predizione.