mercoledì 25 maggio 2011

mentre se ne va

Ho deciso si non fotografare più
ero stanca delle gabbiette
se le cose non mi vogliono parlare
dovevo lasciarle stare.
Mi piace muovermi, adesso
mi piace guardare
quando non si ferma niente
quel raccogliere dello sguardo
mentre se ne va.



Qualche settimana fa in bagno dev'essere entrato
il gatto della vicina, deve averci pisciato
perché sentivo quell'odore
anche se non capivo da dove.
il maledetto gatto, ho detto.
una domenica sei tornato in casa
per prendere un secchio pieno d'acqua
per il gatto investito sulla strada vicino al tombino.
Bisognava lavare prima che lo vedessero
le bambine dei vicini.
Un'auto che correva troppo e non si è neanche fermata.

Oggi in bagno cercavo se si sente ancora
da qualche parte, l'odore della pipì
del gatto che non c'è più.
mi dispiace che sparisca.

lunedì 23 maggio 2011

se sapessero parlare

se sapessero parlare
non canterebbero
se non potessero cantare
danzerebbero glifi d'aria 
e noi diremmo: adesso guarda
gli uccelli danzano.

alla fine le cose belle

Quando abbiamo fatto le cose belle
il più delle volte è stato senza fatica,
senza coscienza.
Se ci metti la coscienza
ci metti sempre lo specchio
di una qualche bellezza
con la pancia indietro.
Quasi sempre con la misura
ci misuri tutto e dici questo no,
questo sì.
Alla fine le cose belle
le abbiamo fatte senza misurare
eravamo solo presi in alto
da un vento che ci portava:
un posto di cui non si sapeva.
E non ci importava.

sabato 7 maggio 2011

di cielo


oh marmo, marmo alato
che spieghi grandi ali ma non sai volare
e sei compreso nell'atto
ma non lo sai fare

la tua è una pietà perfetta

oh marmo alato e in volo
se non ti servono queste ali
lasciale perdere, chiudile pure
nessuno fa caso al tuo stare per volare

la tua è una pietà di pietra

vorrei aiutarti, farti salire un po'
in questo cielo che guardi
come se fosse il tuo elemento,
come il luogo a cui cerchi di fare ritorno.

la tua è una pietà perfetta

a cosa ti servono le ali bianche
queste grandi ali spiegate
a cosa ti servono le ali
se non le sai usare?

la tua è una pietà di pietra

prima che il tempo ti sgretoli le piume
prima che tutte le sigarette ti siano finite
smuovi, sbatti, agita, strappati i piedi
e sollevala di un millimetro se più non puoi
la tua infinita lapidea voglia

di cielo.




venerdì 6 maggio 2011

e poi non è niente



sento che presto mi cadrà il dente.  questo dente io lo sento molto mio. non voglio che mi cada. però il fatto è che il dentista vuole duemila euro. e io questi duemila euro li avrei anche, tra un po'. ma cazzo.
sai quanto ci metto a mettere insieme duemilaeuro io? sai quanto tempo mi ci vuole perché duemilaeuro tutti assieme stiano nel mio conto in banca? tantissimo tempo. e quando succederà, tac. subito darli al dentista, così, tutti insieme come sono entrati. non so. non mi sembra cosa.però d'altra parte, anche sacrificare il dente, lasciarlo andare giù, sempre più giù. non è bello. un dente va aiutato. non gli si deve negare aiuto. 
ma con quei soldi io magari ci pensavo una  vacanza di almeno settimana e un po' di tranquillità economica nei mesi a venire. come non più terrore alla bolletta o non più situazioni imbarazzanti generiche. e pace familiare per il non essere in ristrettezze. arriva il dente, tutto che deve passare in secondo piano. così. non so se è giusto, non so se è legittimo, che un dente possa fare proprio tutto quello che vuole.
in fondo uno puo' vivere benissimo anche senza un dente.
quanto dovrò vivere ancora? 
mica in eterno.
quindi restandomi altri, parecchie decine, di denti, ce la potrei fare a masticare anche senza quello. 
questione di etichetta. 
questione che uno ha fastidio sapendo che magari se spalanca la bocca e qualcuno gli vede che in fondo manca il dente?
ma guardiamoci negli occhi. chi vuoi che ti guardi così in bocca in profondità. che gente sarebbe.
uno che si mette a spiarti in bocca a quel modo non è neanche da considerarsi un essere umano degno. quindi il problema non c'è. lasciamo stare. andiamocene leggeri. anche se no. non così leggeri perché comunque un dente è un dente. è un capolavoro della natura, farlo uguale non si può. è una cosa mia con i miei cosi. con il patrimonio genetico perfetto. non sbagliato di una virgola che rifarlo non si può. e io ci tengo. lo ammetto. tantissimo.
quindi adesso ci penso. ci penso e vedrai che una soluzione di mezzo la troviamo. una soluzione che accontenti tutti. una metà. un gratta e vinci. un colpo di non so cosa di fortuna. 
si vedrà. a volte pensi che è un problema insolubile e poi sul più bello si risolve. a volte non ti sembra possibile, ti senti l'acqua da tutte le parti del cervello che non esce, che non ha via di uscita. e poi tiri un respiro e succede che qualcosa si sposta e lascia passare. qualcosa fa la fatica al posto tuo.
perciò c'è sempre la speranza di questa soluzione di quando non hai tenuto conto di tutto. perché a volte anche se tutto sembra andare in quella direzione, poi non ci va, e non era il caso.
a volte è così. ci si dispera ci si dispera. e poi non è niente.