mercoledì 29 giugno 2011

autoritratto con ombrello nella casa nuova

una volta siamo anche andati dal dentista

dicevi che il mio costava troppo e dovevo abituarmi

a non andarci più.

il tuo dentista parlava tantissimo

parla per tutto il tempo. però costava meno.

sabato 25 giugno 2011

io il mio gatto il mio pipistrello e il mio riccio





















tutte le volte che mi si offre un gatto
mi sento la vita bellissima anche se 
non lo posso accettare.
La mia padrona di casa ha messo nel contratto  
il divieto (tenere gatti o cani e molte altre cose)
è tutto molto vietato. 
Ma a me piace lo stesso pensare a cosa io e il gatto
potremmo fare certe mattine pigre ,insieme
e mi rendo conto che saremmo veramente perfetti
sia seduti che sdraiati sul letto
qualche volta di sicuro giocherebbe coi miei piedi
senza ritirare le unghie come fanno i gatti
e mi farebbe urlare
ma la nostra vita sarebbe piena
e insieme andremmo a caccia di topi
e contrariamente al previsto
difenderemo i pipistrelli.
anzi, ora che ci penso, 
insieme al gatto vorrei proprio prendere
un pipistrello, 
un cucciolo di gatto
un cucciolo di pipistrello
farli crescere assieme
così il gatto imparerebbe a dormire a testa in giù e a volare
metre il pipistrello imparerebbe dal gatto a fare le fusa
e ad affondare le unghie nei maglioni.
poi, qualche volta, andremmo in giro in tre,
io il mio gatto e il mio pipistrello
in macchina 
partiremmo,
faremmo i bagagli e ce ne andremmo in Corsica
dove l'ultima volta che sono stata
ho conosciuto anche un riccio
un porcospino
e gli ho dato il latte da bere
ma lui era molto spaventato, il latte l'ha bevuto
ma prima ha aspettato che me ne andassi
me ne sono andata, ma prima, non ho saputo resistere
alla tentazione di toccargli la pancia.
oh quanto vorrei avere un riccio a cui toccare la pancia
insieme al pipistrello
e al gatto vietato.

giovedì 23 giugno 2011

Touch me with your naked hand or touch me with your glove



















correre un rischio significa che sei consapevole di correrlo
in questo caso forse non c'era consapevolezza ma soprattutto
non c'era scelta.forse c'era scelta, ma la scelta era tra il rischio da correre e un rischio ancora più grande. il rischio di non poter correre più alcun rischio.
dal momento che non riesco a pensare all'esistenza come ad una
condizione di sicurezza permanente, non mi è stato possibile
rinuciare al tentativo di perseguire alcuni miei desideri.
anche se tali desideri non avevano molte possibilità
di realizzarsi. il tempo nel quale ti dedichi alla realizzazione di un desiderio non è un tempo volato.
il problema è semmai stabilire quando questo tempo finisce e ne subentra un secondo
il tempo di realizzare che i desideri non si sono realizzati.
il tempo di sucare.
questo tempo, diciamo, di sucamento, è un tempo che non apporta nulla alla vita, perché è un tempo in cui nulla dipende più da te
ma sei tu, invece, a difendere te stesso dalle cose e dalle situazioni che ti stanno intorno.
spesso insorge anche una sensazione di paura, di bisogno di stare in luoghi piccoli e protetti
o comunque in cui le cose e le situazioni non sfuggano al tuo controllo.
dato che tutto il resto, invece, è, appunto, fuori, sia dal tuo controllo che dalla tua volontà.
a molte persone questa situazione capita raramente nella vita, e quando capita loro, la trovano un'esperienza devastante da non ripetersi mai più.
a me, personalmente, è capitato molte volte. ogni volta ho la sensazione che si tratti di un'esperienza devastante, ma ogni volta, avendone la possibilità, non rinuncio a desiderare che le cose possano andare in un altro modo.
è come comprare molti gratta e vinci e convincersi che dal gran numero sortisca la possibiltà.
in effetti non sono una grande esperta in nulla tranne che di questa sensazione di perdita delle possibilità.
individuo molte possibilità. per questo forse molto adatta a perderle.
per concludere questa riflessione notturna, futile ed inutile, che faccio solo per tenermi sveglia dato che tra poco dovrò andare a prendere mio figlio che però non vuole essere andato a prendere fino a mezzanotte e mezza, dico solo più che vorrei che qua vicino vivesse un grande saggio del villaggio e bussargli alla porta e chiedergli: ma secondo lei, grande saggio, cosa dovrei fare io?
e se lui fosse abbastanza chiaro, non troppo sibillino, io cercherei di seguire le sue istruzioni.
perché adesso sono davvero stufa di inventarmi cose da sola, per non sentirmi definitivamente senza speranze.
che poi quando dico questo senza speranze, non penso tanto ai soldi (certo, anche i soldi mi preoccupano, ma non sono la cosa che al momento mi proccupa di più), parlo proprio di questo senso come di stare come in un labirinto,
un labirinto senza vie di uscita.
chissà se questa cosa del labirinto sarebbe comprensibile al grande saggio.
non si può sapere.
comunque io, gli direi, mi sento così. se può aiutarmi.
ma forse lui scuoterebbe la testa come i grandi saggi fanno spesso e direbbe: no.
e non si capirebbe se questa risposta, No, sia un vantaggio o uno svantaggio. se lui sia un saggio vero o un falso saggio. non si capirebbe, perché chi potrebbe sapere se uno che ti dice che non sa come aiutarti, te lo dice perchè è il suo modo per aiutarti o perché non gliene importa niente di te?
e quindi siamo da capo.
la notte, a volte, mi sveglio e penso. e penso che vorrei dormire invece di pensare.
pensare è meglio pensare di giorno, di notte è meglio, molto meglio, dormire.
gli altri animali dormono, di notte, e hanno molti meno problemi a correre o brucare durante il giorno.
anche se oggi, a dire il vero, ho fatto dieci vasche in più in piscina, ma quello dev'essere stato perché mi cantavo sott'acqua dance me to the end of love di leonard cohen che non so come mai mi era venuta in mente dopo la quindicesima vasca.
non si sa perché certi giorni tutto sembri buono e ancora possibile e certi altri ci si senta così con le mani tranciate via e la faccia schiacciata contro al vetro.
perché certi giorni siano così pieni di speranza e felicità, a pensare a certe cose anche del cuore, che fanno illuminare tutto senza sforzo, e poi se ne riprecipitino nel buio della notte, nei conti alla rovescia, nel calcolo delle paure e delle meschinità di cui tutti, ma io in particolare, siamo vittime. quando siamo fuori dall'acqua della piscina. mentre guidiamo, mentre facciamo la coda, mentre telefoniamo con quel cazzo di telefonino del cazzo.
ci ho pensato bene. non voglio più fare poesia. non voglio più cercare di occuparmi della forma o del ritmo o della bellezza delle cose. forse che il ritmo e la forma e la bellezza delle cose si occupano di me?
quasi mai. e allora, se la poesia verrà, verrà quasi mai.

lunedì 20 giugno 2011

minamisoma

ieri sul giornale c'era scritto
il the verde del giappone adesso 
è contaminato
proprio il the verde, 
il the macrobiotico,
il the del silenzio 
e della pace interiore
capace di annientare i radicali liberi
si è contaminato con isotopi radioattivi.
Da oggi quindi niente più the verde, 
perché potrebbe far venire il cancro alla tiroide, 
anche se i suoi polifenoli continuano a svolgere
un'azione benefica non c'è certezza 
che possano contrastare una dose letale 
di radioattività
Nel frattempo a Minamisoma, 
qualche chilometro da Fukushima 
animali in fattorie dimenticate
legati, chiusi nelle stalle, 
mangiatoie vuote, 
abbeveratoi vuoti,
bestie da carne invendibile
noi siamo 
qui,in questa scatola, 
altre non esistono più, 
altre erano da dimenticare,
altra la vergogna,
altra la verità.

venerdì 17 giugno 2011

devo andare


Domani devo metterti in vendita
piccola stufa
non c'è posto per te
dove andiamo
non c'è nemmeno un buco.
E' una casa con i termosifoni

senza sbocchi.

mercoledì 15 giugno 2011

considerazioni


vorrei dire qualcosa
ma non posso.
perché non so a chi sto parlando.
non posso parlare a tutti.
e neppure voglio.
voglio parlare a chi gioca al mio stesso gioco
di tutti gli altri non mi interesso più
non ho più voglia di dire
che mi interesso a tutti
perché non è vero
e neppure ho voglia
di dire che mi interesso a tutto
perché non è vero.
la verità è che mi interessano solo più 
la qualità e l'entità della posta in gioco
credo che questa sia, al momento, la misura
più solida.
più del resto, credo che la posta in gioco
intesa come rischio
sia il solo metro possibile per valutare
quello che faccio e quello che vedo fare.
il resto non mi interessa.
la bellezza non mi interessa
la poesia non mi interessa
la qualità tecnica non mi interessa.
baci.

mercoledì 8 giugno 2011

cadevano troppo e insieme

Allora gira in tondo, aspetta
l'inciampo, l'errore
o mordersi la lingua o
che il lenzuolo si strappi da solo.

Ho guastato tutto
ho fatto finta di niente
cadevano troppo e insieme
non avevano voglia.

In tutto facciamo molti giorni
che passano come nei fiumi
barchette di carta, silenzio
portati via.


martedì 7 giugno 2011

la cana



















mi piace il cane dei vicini
è una cana, in verità, grassa e pulciosa
viene scodinzolando a testa bassa
in casa. come se venisse a trovare me
abusiva.
ho pensato: con lei potrei andare a spasso
senza tenerla al guinzaglio 
perché lei mi ha scelta
mi piacerebbe rubarla
sempre legata sotto 
sdraiata o ad annusare i fiori
della vicina di fianco

lunedì 6 giugno 2011

via di fuga













oggi ho scritto un messaggio a un mio amico fisico e gli ho chiesto Cos'è l'antimateria?
pensavo non mi avrebbe risposto, invece sì. mi ha risposto
La materia è fatta di atomi, gli atomi essenzialmente di tre particelle: elettroni , protoni, neutroni. gli antiatomi, che costituiscono l'antimateria, sono fatti di antiparticelle: antielettroni, antiprotoni, antineutroni. rimane da definire l'antiparticella: ad ogni particella (materia) corrisponde -teoricamente e sperimentalmente- una gemella con stessa massa a riposo, ma numeri quantici invertiti (spin, carica elettrica, ecc) invertiti algebricamente: elettroni positivi, protoni negativi..e i neutroni? sono le antiparticelle.
per quanto ne sappiamo l'antimateria apparirebbe esattamente identica (...) alla materia ordinaria.

Ho capito quello che mi ha scritto. voglio dire che non era difficile, però non ho capito. ho capito le parole, le relazioni tra le parole, il significato delle parole in sé e in rapporto con le altre, ma poi, all'atto pratico, me ne è sfuggito il senso.

ci terrei molto a capire l'antimateria, perché sto cercando una via di fuga. 
per questo mi interessa sapere bene cos'è, prima di considerarla una buona via di fuga.
Però, per il momento, non mi è risultato chiaro. per esempio, l'antimateria, che rapporto ha con il tempo?
è coesistente cronologicamente, o è indipendente. e poi, chi comanda tra le due, la materia o l'antimateria?
chi opera la scelta?
se faccio una frittata, io, materia, scelgo di fare una frittata, o è il mio antimaterico che decide prima di me se la frittata si farà o no?
c'è un momento nel quale una delle due materie è più avanti dell'altra?
oppure, se vanno insieme, diciamo come allo specchio, una deve essere più reale dell'altra, perché è in quella e solo in quella che avvengono le scelte.
oppure le scelte non avvengono nè da una parte né dall'altra, forse avvengono in mezzo. 
ma cosa c'è nel mezzo?
e poi, dov'è l'antimateria? subito vicina o molto distante?
quanto distante?
dove?

in definitiva vorrei sapere se c'è qualcuno che mi tiene compagnia.

mercoledì 1 giugno 2011

il punto è questo

Sono andata in piscina perché mia madre ha detto: Ti tieni male, tieniti bene.
Mentre nuotavo pensavo a tutte le cose, non me ne veniva in mente una, neanche una, in cui non sia stata scarsa.
un bel primato, pensavo tra una bracciata e l'altra: tutti sono riusciti a fare qualcosa dall'inizio alla fine tranne te, che sei piena di gusci di uova rotti, che a rimetterli insieme, non si riaggiustano più. 
Mi devo dare una pettinata e pensarci bene.
Forse potrei comprarmi un paio di scarpe. L dice che compro sempre scarpe da vecchia. Sono comode, ho detto. Ce ne saranno anche di comode che non fanno schifo, ha detto L.
Il punto è che oggi è tutto scomodo e fa schifo.
Non so se sia per via delle scarpe. 
Non so se un paio di scarpe possa portare questa sfortuna,forse sì.
Devo prendere un bel respiro, fare qualcosa, lavare i piatti, andare a comprare la carta igienica e uno sbiancante. Qualcosa che sbianchi tutto.