lunedì 19 settembre 2011

costellazioni di venere e riflessi condizionati

Ce' aveva visto la luce prima di Amanda. Ce', da molto tempo, quando ancora non si credeva a certe cose, sedeva per terra. forse perché veniva da una famiglia che non le aveva dato niente, da una madre che non le aveva dato niente o qualcosa del genere. Amanda non capiva cose Ce' cercasse tanto assiduamente seduta per terra, però un po' alla volta le venne voglia di sedersi vicino a Ce', a guardare. Ce', secondo Amanda, era pra
ticamente inattaccabile, invece secondo Ce' non c'era niente che non fosse attaccabile. Ma Amanda era molto lontana dal capire cosa Ce' intendesse dire.
Ce' aveva un terrazzo. La mattina sedevano sul terrazzo e mentre Ce' meditava, Amanda stava in ginocchio a guardare fuori, o anche pensava alla colazione o a quanto Ce' si preoccupasse inutilmente.
Qualche sera organizzavano delle cene sul terrazzo e dopo Ce' apriva alcuni libri per spiegare ad Amanda come l'anima fosse staccata dal corpo, come l'anima, a detta di Ce', abitasse il corpo con un contratto di affitto, e di come poi trasmigrasse in certi cieli, che in definitiva non erano altro che il posto al quale tutte le anime desiderano fare ritorno. Amanda non credeva che Amanda credesse davvero a quelle cose, ciononostante, guardava le figure che Ce' disegnava per lei nell'aria, i cerchi concentrici colorati, e sentiva molta devozione per Ce', perché l'amava, a suo modo. 
Ce' aveva molti difetti, perché aveva provato alcune cose, da piccola, in posti che Amada on conosceva. La tragedia di Amanda era come un lenzuolo, ci si poteva ormai ballare sopra. la tragedia di Ce' era invisibile, presente solo in piccoli impercettibili istanti di tensione del corpo di Ce', o nel fatto che lei dichiarasse: questo non lo so fare, opure, questo non posso più farlo. quando era evidente il contrario.
oltre ciò Ce' aveva cominicato molto presto a procacciarsi creme antiossidanti e prodotti all'elastina. Amanda non conosceva il tempo, diceva Ce', del tempo Amanda conosceva solo il passato remoto e un tipo di futuro labile che a volte faceva tremare tutto, e Ce' diceva, inconsapevolezza. Ce' diceva sempre ad Amanda inconsapevolezza. 
certi giorni Amanda andava da una psicologa, per vedere di riuscire a levarsi di mezzo, e Ce' allora l'aspettava. Prendevano l'autobus e Amanda lasciava il bambino nelle mani di Ce' e le diceva grazie.
Ce' parlava al figlio di Amanda come si parla ad una persona che capisce tutte le parole e anche il senso delle parole. Ce' usava con il figlio di Amanda parole come frustrante, coraggioso, paradossale, mentre lo dondolava tenendolo tra le braccia in modo teorico. Ce' aveva concepito il figlio di Amanda, in modo teorico, lo cullava e se ne prendeva cura in modo teorico perché Ce' aveva dovuto trovare tutte le risposte da sola, aveva dovuto cercarle il più delle volte su libri prestati e farle sue col respiro. Amanda al contrario non aveva mai cercato risposte e non le aveva mai trovate. andava dalla psicologa per limitare il contraccolpo della sua vita contro il suo corpo o contro il corpo degli altri o contro tutto, ci andava come dal dentista, per dire che aveva almeno cercato di fare qualcosa, anche se non era vero. Amanda andava dalla psicologa perché la psicologa le legasse le mani. Quando Amanda era via, Ce' parlava al figlio di Amanda delle costellazioni, di Venere, di Jung, dei riflessi condizionati. Ce' non avrebbe mai fatto un figlio perché un figlio non era previsto nei piani e anche perché Ce' teneva moltissimo alla sua pancia piatta. Ce' diponeva che il suo corpo fosse elastico e sano, che il suo corpo non invecchiasse mai. Ce' aveva col suo corpo un linguaggio confidenziale e quotidiano, per questo Amanda sedeva accanto a lei sul terrazzo, a guardarla mentre respirava.
molte cose poi, erano morte. tutte le cose muoiono, diceva Ce' ad Amanda. Ma la morte per Ce' era una cosa liscia, una cosa bianca senza sapore. Amanda scappava di fronte a certe cose di Ce', si metteva a correre come un criceto sulla ruota pur di non sentire quello che Ce' le diceva circa la realtà delle cose e che gli individui non contano. Amanda non capiva perché, se gli individui non contano, Ce' si cospargesse di tutte quelle creme anti rughe a poco più di trent'anni. Ma Amanda non voleva dispiacere Ce', perché la vedeva come una cosa intera e come un'amica e la considerava sacra come una vacca indiana.
Del resto, non c'era niente che Amanda non avrebbe fatto per Ce', tranne crederle davvero.

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