mercoledì 3 ottobre 2012

cartelle

Luca ha detto che la struttura ce la si dà semplicemente con le cartelle.
(adesso non ricordo più bene). Lo adoro, gli credo. Ha detto che dovrei procedere in questo modo: aprire una cartella. Dentro la cartella aprire una pagina, denominata per esempio .1.doc e lì metterci, diciamo, l'inizio.
Nella pagina .1.doc ci metto l'inizio, ma posso liberamente andare avanti quanto mi pare. Diciamo che .1.doc dovrebbe essere come una specie di autostrada in cui andare liberi, senza troppe preoccupazioni.
Poi, sempre nella stessa cartella, si dovrebbe aprire un altra pagina denominata .2.doc , o anche .struttura.doc, nella quale si dovrebbero mettere dei punti, in ordine.
In questi punti ci metti giù grossomodo la sequenza o quello che ti viene in mente come sequenza.
l'inizio. Come riprendi certi temi che possono esserci in certi momenti e poi tornare. I temi posso essere messi dentro anche non in ordine. L'importante è che ci sia un certo ordine. 
Un'altra cosa che si potrebbe fare è suddividere in sotto cartelle. In ciascuna sotto cartella ci si mette il materiale relativo alle sotto storie. Questo non è necessario, diciamo che ciascuno si muove come più gli pare meglio. Ma nel mio caso, e anch'io sono d'accordo, forse potrebbe essere utile.
Poiché è chiaro anche a lui, che tendo a disperdermi.
Queste sottocartelle potrebbero essere dei luoghi liberi. Non vanno vissute come delle costrizioni, anzi, piuttosto come luoghi di svago. 
Per esempio in una sottocartella potrei mettere una dissertazione sui profumi. Prima o poi ce la vorrei mettere una dissertazione sui profumi.
sottocartella: profumi, foglio .1.prof.doc
Non sto scappando. Se parlo dei profumi non lo faccio per scappare. lo faccio perché i profumi sono davvero importanti per me. Per altri potrebbero essere importanti altre cose, i cani, i gatti, la luna. Per me sono importanti i profumi. Non so da dove mi venga questo rapporto stretto con i profumi. Non ho antenati profumieri, mia madre non aveva una profumeria, non sono patita dell'igiene personale.
Mi piacciono i profumi per la sottigliezza della comunicazione, perchè credo che l'olfatto sia uno dei sensi più sottovalutati. 
Fin da bambina mi piacevano i profumi. Mi piaceva annusare le bottigliette dei profumi delle mamme degli altri, svitandone di nascosto i tappi e inspirando profondamente. Le mamme degli altri di solito tenevano le bottigliette dei profumi in posti in evidenza, indifferentemente dal fatto che le bottigliette fossero vuote o piene. All'inizio mi sembrava quasi una volgarità esporre i propri profumi finiti, come vecchi trofei. pensavo fosse un modo per dire: ho usato anche questo, e questo, e questo.  Molto dopo ho capito che era per via della forgia della bottiglietta che venivano esposti, i profumi. E' una cosa né brutta né bella, avere l'abitudine di esporre le carcasse vuote dei propri profumi. A me, comunque, questa abitudine ha consentito di fare un'esperienza e di conseguire una certa competenza olfattiva, già a partire, diciamo, dai primi anni ottanta.

fine del foglio.


Di sottocartelle ne potremmo aprire quante ne vogliamo. L'importante è poi che uno sappia cosa farsene del contenuto delle sottocartelle.

non si può, questo è beninteso, andare avanti tutta la vita ad aprire sottocartelle.


sottocartella: tranfinito|infinito, foglio .1.Paul Coehn.doc

l'esistenza di un numerico cardinale è stata dimostrata indecidibile

fine del foglio.


sottocartella: incompletezza, foglio .1.goedel.doc


Nel 1924 si iscrive all'Università di Vienna, prima con l'intenzione di studiare fisica teorica, matematica e filosofia. Frequenta il Circolo di Vienna, studia l'opera di Ludwig Wittgenstein, entra in contatto con il filosofo della scienza Rudolf Carnap con il quale condivide la passione per la parapsicologia.

Concentra i suoi interessi sulla logica matematica e, nel 1929, dopo essere diventato cittadino austriaco, ottiene il dottorato con una dissertazione di cui è supervisore Hans Hahn che dimostra la completezza del calcolo dei predicati del primo ordine.

Nel 1933,si trasferisce negli Stati Uniti, divulga il suo teorema di incompletezza. In questi anni soffre di vari esaurimenti nervosi che si manifestano in una forma di ipocondria, in una ossessione per la dieta e per i ritmi intestinali, per una fobia sugli avvelenamenti alimentari che lo trascinerà a evitare il cibo fino ad arrivare alla denutrizione.

 fine del foglio.

 sottocartella: incompletezza, foglio .2.goedel.doc



Gödel invece dimostrò che la coerenza di un sistema è tale proprio perché non può essere dimostrata

all'età di venticinque anni

Nonostante le apparenze, non vi è nulla di circolare in un tale enunciato, dal momento che esso all'inizio asserisce l'indimostrabilità di una formula ben determinata, e solo in seguito, quasi per caso, risulta che questa formula è proprio quella che esprime questo stesso enunciato.


Molti non compresero appieno il senso delle affermazioni di Gödel, ritenendo che il suo teorema avesse definitivamente distrutto la possibilità di accedere a verità matematiche di cui avere assoluta certezza.


Muore praticamente da suicida il 14 gennaio 1978 lasciandosi uccidere dalla fame per paura di essere avvelenato. 


fine del foglio.fine del foglio.


 sottocartella: gatto di Schrödinger
foglio .1.compiere un'osservazione.doc


il gatto ha la stessa probabilità di essere morto quanto l'atomo di essere decaduto

Senza l'interazione reciproca delle singole particelle in una realtà macroscopica che ne annulla le proprietà quantistiche nessuno potrebbe vedere, afferrare, pensare: in una parola il mondo così come lo conosciamo non esisterebbe 

fine del foglio.fine del foglio.








 

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