giovedì 23 agosto 2012

diario di A.S.


diario di A.S.
Cose di cui ho bisogno non mi vengono in mente. Mi pare che ho bisogno di molte cose di cui non ho nessun bisogno. Ne ho bisogno senza averne bisogno. Perchè a volte sono disperata e ho bisogno di qualsiasi cosa possa fare da contenuto al vuoto. Queste cose diventano utili a questo. Un balsamo per capelli ora sento che potrebbe bastarmi.
Ho paura dei prossimi venti minuti, non so cosa ci succederà dentro e so che saranno difficili.
Ieri mentre facevo un pompino a B. ho pensato Non ho mai letto niente sull'argomento. Ho pensato davvero questo, mentre gli stavo facendo quello. Durante. Ho pensato Non ho mai letto niente sull'argomento pompini. Non va bene. Poi mi sono accorta che glielo stavo trattando con affetto, come se si trattasse di un coniglietto, e non di un cazzo. Anche questo non va bene, non è per niente erotico, ho pensato. Non è normale, ho pensato. Poi ho pensato che sono settimane che devo depilarmi e non trovo il tempo di farlo, perchè prima ci sono un sacco di cose che devo fare e non ho ancora fatto, ho pensato. In effetti negli ultimi tempi non faccio praticamente niente, ma tutte le cose che devo fare se ne stanno in coda e si tamponano una con l'altra, come automobiline: quando si tamponano si fermano. Così mi ostruiscono il passaggio, con il loro tamponamento. Mi sbarrano il flusso, ho pensato. Sono impedita in ogni cosa, perciò ovviamente non posso procedere in nessuna direzione, né depilazione. Io non so essere né sexi nè erotica, ho pensato, ma me ne sbatto.
 Nella vita non c'è solo l'erotismo, ho pensato. Anzi, fanculo, ho pensato. 
Non ho mai dato tanto peso al sesso in vita mia, solo nei periodi di grande disperazione ho dato un po' più di peso al sesso, ho pensato.  E' stato per avere un punto di partenza da cui poi allontanarmi, per andare oltre, ho pensato. Non parlo dell'amore, naturalmente. L'amore è una cosa di una lentezza snervante e ci vuole molta più pazienza, ho pensato.
 L'amore è come passare il panno sul metallo fino a lucidarlo fino a farlo liscio e lucido come il naso del maiale di Firenze, quello dove tutti passano la mano perché dicono che porta buono. 
Era un maiale o un cane o cosa? ho pensato.
 Adesso vado,  mi comprerò sicuramente quel balsamo per capelli. O forse anche qualcos'altro. Non so di quale cosa ho bisogno.
Vorrei una matita, per cominciare. Eun temperino e una gomma. E un blocco grande con dei fogli. Ho voglia di scrivere come facevo una volta. Starò seduta nel bar, chiederò un tè e me ne starò seduta e basta, ho pensato.

Piazzo i fogli sul tavolo e tempero la matita, lentamente, con diligenza faccio uscire un ricciolo perfetto dalla lama. Mentre si fa la punta, sono come una bambina delle elementari. Faccio così: con la mano spingo giù dal tavolino, la polverina di grafite che macchia il dito, la faccio a mucchietto e la spingo giù, vicino al piede. Proverò la punta della matita sul primo foglio, faccio un puntino, per cominciare. Un puntino.

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