Ecco cos'era: lo stesso posto, la stessa finestra
ma senza il muro
lo stesso balcone, la stessa luce, la stessa finestra,
ma senza casa
lo stesso campanile, l'albero piccolo,
l'albero grande in piedi lontano,
ma senza vento azzurro tra i capelli.
Tutto sveglio, reale,
ma lasciato solo
un tempo indietro:
le nostri voci adesso
cadute dal balcone
destano scandalo
al deserto.
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venerdì 14 marzo 2014
giovedì 20 febbraio 2014
20|02|2014
Che brutto
3
si continua a guardare alla politica come ad un fenomeno calcistico quando il problema dell'italia è: smettere di occuparsi di calcio.
Non è brutto quando ti metti gli stivali un po' fighi col tacchetto ma coi calzini troppo corti che poi senti la pelle dello stivale che si strofina su e giù lungo la caviglia mentre cammini e sfrega e dà fastidio ma ormai non ci puoi più fare niente perché non sei a casa.
2
comunque, per scansar equivoci, direi che il mio libro Smamma, non parla dell'adolescenza come fenomeno in generale. Parla più di come io, come disadattata o inadeguata alla maternità in generale e, ancora più in generale, alla vita, abbia affrontato una adolescenza in particolare, con tutto il suo contorno.si continua a guardare alla politica come ad un fenomeno calcistico quando il problema dell'italia è: smettere di occuparsi di calcio.
mercoledì 19 febbraio 2014
13-19|10|2014
1
Prima c'era uno che ha tamponato una ruspa poi è sceso dall'auto e voleva menarsi addirittura metteva proprio le mani addosso al povero guidatore di ruspa che non ci poteva fare niente, dico io come si può essere così cattivi nei confronti di una ruspa gialla e del suo ruspaio.
2
ultimamente vado al bar, discorsi nazi, vado al supermercato, il tipo della cassa (figlio del padrone del super) fa il saluto fascio a uno prima di me, beh? allora? dove cazzo vivi, uno potrebbe dire. vivo in un posto al di sopra di ogni sospetto.
3
scrivi una trama viene fuori o una storia d'amore o un giallo o un noir qualcosa del genere, uè! ma la vita l'è minga un film.
4
scrivi una trama viene fuori o una storia d'amore o un giallo o un noir qualcosa del genere, uè! ma la vita l'è minga un film.
5
ma è vero che i pesci rossi sono delle carpe?
ora guardo i miei pesci rossi e non so più come guardarli, se come pesci rossi, i miei amati, o come due carpe d'allevamento.
sarebbe come se mi dicessero che il mio migliore amico è una simmental.
domenica 16 febbraio 2014
diario16 febbraio 14
sembra potrebbe sembrare che non stia facendo un cazzo invece sto qua attenta come un tacchino, a riempirmi di tutte queste cose e parole e storie e varie altre cose e teorie non dico quelle idiote ma anche perché no, pure quelle, e lingue e linguaggi con la sensazione che non finirò mai di stare attenta, a cercare a stare sul chivalà per non farmi sfuggire, per dire tu chi sei per parlare prima di aver letto bene, dico ben bene per esempio diciamo, beh lasciamo perdere va, sì, no, poter infine dire ad un certo punto: bene. franz kafka, chennesò ma anche no, non solo, voglio dire più avanti più indietro, la storia, la matematica (non hai idea di quanta roba entri e poi ti sfugga via, di nuovo,quindi non parlo solo, on dico solo quello che non c'è. quello che non c'è mai stato, ma anche quello che magari c'era, ma che poi, per varie ragioni per ragioni che va bè, i neuroni e tutto, la gravidanza ste cose chennesò ti dico, se ne va si cancella. si è cancellato tutto)adesso puoi. o taci. ma almeno sai ( e gli altri non lo sanno ma lo sentono, ti dico che lo sentono) il perché. sembra che non stia facendo un cazzo ma sto attenta, come un tacchino che deve mandar giù questi fatti questi fatti, tutta questa storia mondiale dell'universo. c'erano dei filmati, c'erano dei pensieri aggraziati, c'erano delle musichette che mi tornavano alla mente e mi dicevo: questa domenica la devi usare perché non è che ci sia poi tutto sto tempo. ma poi alla luce di quello che ho pensato dopo, mentre mandavo giù ancora e ancora,prima di parlare, mi sono detta: è da un po' che mi pare che quello del piano di sopra pianga come un bambino. ma dev'essere un' immagine dev'essere più che altro un'illusione. sai cosa mi piacerebbe stasera, mangiarmi una bella pizza eh. mi piacerebbe proprio sai, andare in una pizzeria vera, e sedermi lì, stare seduta con tutti quei gruppi, tutte quelle altre persone riunite dentro, ad aspettare fare le foto parlare a voce alta o gridare e dire: non so.lo so. lo so che è una cosa più che altro per l'idea, non per la cosa in sé. voglio dire, non certo per la pizza o ci mancherebbe altro, per il fatto di stare seduta nella pizzeria come una forma di normalità, che cerchi, che stai cercando come una forma di mimesi, di mimetismo, un modo per non dare nell'occhio al destino come dire, io sto qua sono solo un attimo seduta qui, in pizzeria insieme agli altri, non è proprio il momento di affrontare cose altre, cose pesanti, diciamo. io mi rifugerei in una pizzeria per non essere investita dall'onda della lucida coscienza che più che altro primo, è gratuita inutile, una menata in definitiva, una grande enorme menata. per non dire minchiata. cosa fai in quella pizzeria? ma lo sai quanta gente l'ha già fatto? li conosci i riferimenti? l'hai letta la bibliografia? conosci l'origine dei tuoi gesti? o vivi senza consapevolezza? non sei padrona delle tue scelte, non dico solo per quanto riguarda il tuo agire inconsulto come essere umano (come una bestia in balia dei propri comportamenti istintuali, fuga, timore, reiterazione, speranza di salvezza, vabbé) ma pure il resto. il pensiero. hai idea di quanto ti ci vorrebbe per convincere il mondo che sai quello che stai dicendo? eh eh . ma vaffanculo va. non serve. non serve a niente. la cosa più semplice è prendere una cosa alla volta, sollevarle, controllarle, annusarle al limite, e metterle al loro posto.comunque adesso,prima, ho da finire di capire un paio di milioni di cose prima di cominciare.a volte sai, quando viene la sera mi sento meglio. perché la sera è in discesa.
mercoledì 12 febbraio 2014
pensierino
tutto quello che è normale, nel senso di concluso, facilmente comprensibile, circoscritto nella sua forma generale, ci avvince, ci attira. la normalità il più delle volte la possiamo vedere e fruire solo nella più grande finzione. la finzione che si propone di proporci la normalità come via di fuga o (che è più o meno lo stesso) di identificazione è il peggior nemico del pensiero. noi ci sottoponiamo ad una specie di processo di identificazione con questa normalità alla quale non apparteniamo e di cui non facciamo parte (ci dispiace di non farne parte, vorremmo farne parte perché è comprensibile appunto, rassicurante, appunto) ma di cui è in un certo senso importante che desideriamo appartenere. perché? perché la complessità è molto più difficile da rappresentare e perché è scomoda da maneggiare. la finzione è necessaria, ma in teoria dovrebbe essere una sintesi, non un appiattimento. sta lì la differenza. la sintesi moltiplica i sensi e i significati, lo fa in modo misurato, architettato, apre alla riflessione tramite, magari, l'emozione o lo stupore, l'appiattimento invece è un grattare la testa, un dondolare su e giù così tanto per dondolare per dire cosa hai fatto? niente di speciale, ma mi sono dondolato un po'. meglio che niente va, coi tempi che corrono.
martedì 21 gennaio 2014
21|1|14
Domani a grande richiesta riprende la serie: BIDELLA PER UN GIORNO (orario 11,18-18,30) lo specifico che è per un giorno, perché è già capitato che qualcuno non mi offrisse un lavoro dicendo ma tanto tu ormai fai la bidella, Noooo, la bidella la faccio solo saltuariaaa, dico io , offri pure un lavoro se ce l'hai, che la bidella è un di più, una cosa che si fa più per crescere come individuo che per pagarci l'affitto.non vorrei passare per snob, che faccio la bidella per crescere spiritualmente. però a un certo punto sinceramente me ne sbatto anche. con tutti quelli che se ne vanno in india o si iscrivono ai corsi di autocoscienza fare la bidella mi pare ancora molto sobria, come via della luce.
diario 20|1|14
1
A me piacciono tantissimo le persone gentili gratuitamente e credo che in loro risieda, se esiste, la grazia di dio.
2
ultimamente non sono più così amica coi miei pesci, ho l'impressione che confabulino tra loro e contro di me. sono anche dispiaciuta, lo sento che non sto offrendo loro molti diversivi (a parte il miracolo delle scagliette di ali di insetto che cadono dal cielo). ho l'impressione che a loro non basti più, li vedo che si annoiano. anche la piantina finta non li stupisce più. è normale mi dico, quando uno ha la pancia piena, subito vuole arricchirsi dal punto di vista spirituale e vedere cose nuove e emozionarsi e scoprire il mondo intorno a sé eccetera. però io non so che fare. dovrei allestire qualcosa di stupendo nella loro vaschetta. un cineforum sul mar dei tropici? insomma mi sento in colpa. però mi viene anche da dire, non vi allargate troppo con le pretese ciccini, non è che io faccia poi una vita molto più stimolante della vostra.sabato 18 gennaio 2014
materiali per Mariti
Questa Angela e questa Roberta non mi piacciono, ha detto a Gi, non mi piacciono e mi pare che non ti trattino bene perché quando torni sei sempre triste e di cattivo umore e te la prendi con me.
Con chi me la devo prendere.
Perché cosa ti fanno che manco le conosci?
Ridono.
Magari ridono per i fatti loro.
Ridono. A volte mi pare che ridano proprio di me. Anzi, è quasi sicuro.
Cosa dicono.
Cinquanta euro cinquaaanta euuuuuuro.
Ma cosa vuol dire cinquanta euro?
Lo dicono come una vincita a un quiz. Lo urlano in quel modo sguaiato e poi ridono. E’ una cosa che non si capisce.
Lavori lì da pochi giorni, come fanno ad avercela con te.
Ridono da sole.
Domani ti accompagno e dico a tutt’e due di farla finita.
Non siamo sicuri che prendano in giro me. Se poi non mi stavano prendendo in giro , se è una cosa loro in cui io non c’entro ci facciamo una figura di merda se dici che le meni diventa ancora peggio.
Deciditi.
Non ti ho chiesto di fare niente, ho detto solo che mi prendono in giro.
Vieni vicino vicino, facciamo come i gattini che dormono uno sopra l’altro?
Sì.
Con chi me la devo prendere.
Perché cosa ti fanno che manco le conosci?
Ridono.
Magari ridono per i fatti loro.
Ridono. A volte mi pare che ridano proprio di me. Anzi, è quasi sicuro.
Cosa dicono.
Cinquanta euro cinquaaanta euuuuuuro.
Ma cosa vuol dire cinquanta euro?
Lo dicono come una vincita a un quiz. Lo urlano in quel modo sguaiato e poi ridono. E’ una cosa che non si capisce.
Lavori lì da pochi giorni, come fanno ad avercela con te.
Ridono da sole.
Domani ti accompagno e dico a tutt’e due di farla finita.
Non siamo sicuri che prendano in giro me. Se poi non mi stavano prendendo in giro , se è una cosa loro in cui io non c’entro ci facciamo una figura di merda se dici che le meni diventa ancora peggio.
Deciditi.
Non ti ho chiesto di fare niente, ho detto solo che mi prendono in giro.
Vieni vicino vicino, facciamo come i gattini che dormono uno sopra l’altro?
Sì.
venerdì 17 gennaio 2014
diario 17|1|14
Una mattina come questa, che ti svegli e prima dici così non si può continuare e poi vado a correre poi ti metti su il caffè guardi che piove allora andiamo piscina alla fine poi finisici a pensare di andare in biblioteca ma vedi che ci sarebbe prima da lavare per terra in bagno e qua, e da lavare almeno una pentola e ti chiedi per la piscina dato che non sei sicura che siano già arrivati i soldi è il caso di sputtanare altri sei euro meglio piuttosto l'idea di prima di correre, anche se con la pioggia si rischia che si scivola già se uno trovasse il modo di invertire la tendenza, mettere il tappetino anche solo per terra come fanno molti basta avere un po' di volontà alla fine è tutto lì, le buone pratiche quotidiane la respirazione sentire il corpo alla fine dici va bè e senti proprio quella sensazione di stiramento. Se stamattina ti fossi svegliata e ci fosse stato qualcosa da fare, una cosa di quelle per forza, come un campanello che ti obbligava ad alzarti controvoglia e che ti spingeva verso un dovere normale, un lavoro utile come tanti altri non è poi difficile mi pare, un'occupazione almeno un po' utile anche agli altri e però robusta, al limite anche vendere aspirapolveri che una volta avendone la possibilità alla fine non osavi (non osavi?, vendere aspirapolveri?), sono state tutte quelle mentalità fuorvianti, l'idea di non essere e di non riuscire ad essere che ha corroso dall'interno, è la realtà sai, come quelle mele che da fuori (perché le trattano con certi additivi ormai non sono neanche più mele) non saresti stata così e saresti stata più dentro, nel cerchio quadrato, come uomo.
sabato 11 gennaio 2014
diario 11|1|14
1
è da un po' che non mi sento bene. non so se non mi sento bene perché sono sana o perché sono malata. perché mi sento malata ma non so dire dove, allora penso che forse è più una sensazione legata al senso di malessere che mi provoca il fatto di essere tutto sommato sana e di non stare bene dove sono al punto da sentirmi venire meno anche la salute, il senso della salute. mi mancano le forze, la voglia, penso spesso al fatto che un minuto dopo la mia morte mi sentirò benissimo. molto meglio di un minuto e mezzo prima.
2
mi devo ricordare la prossima volta di non risparmiare mai più sul caffè, che questo caffè che ho comprato per risparmiare un euro non certamente molto di più lavazzacremagusto fa veramente schifo e disgusto. mi devo ricordare di non scendere mai a livelli che poi non sono in grado di sopportare, in fatto di miseria e di adattamento ad essa. adesso questo caffè, speriamo che finisca presto, speriamo di non vederlo mai più, col suo cartoccetto rosazzurro dimesso, nel frigo. perché fa schifo ed è una soglia di schifo inaccettabile e spiritualmente dannosa.
venerdì 10 gennaio 2014
diario 10|1|14
fin dal primo pomeriggio
è come se non fossero mai esistiti.
mercoledì 8 gennaio 2014
diario 8|1|14
un vecchietto sul treno spiegava a un ragazzo, sai io avevo dato tutti gli esami ne avevo dato uno anche con bobbio sulla resistenza, ho preso ventotto, poi un giorno sono andato in aula magna che parlavano di un ragazzo che era appena morto in un incidente stradale e quello stesso giorno io avevo saputo di avere un cancro, me ne sono andato via e non mi sono più laureato.
il ragazzo ha detto Ma perché non si laurea adesso?
non ho più memoria.
il ragazzo: ma deve solo dare la tesi
si ma ci vuole la memoria, non mi ricordo niente di diritto costituzionale
il ragazzo: no, ma lei si deve assolutamente laureare, non può buttare via tutti quegli esami
sì, ma non so, diceva il vecchietto, ormai sono vecchio
il ragazzo: non importa se è vecchio, è una cosa che deve fare, non può mica buttare via tutta quella fatica eh
e a me sembrava (seduta nel sedile di fianco, sentendoli parlare, sentendo solo le parole) che il ragazzo fosse suo padre (del vecchietto), che ci tenesse davvero tanto a lui.
il ragazzo ha detto Ma perché non si laurea adesso?
non ho più memoria.
il ragazzo: ma deve solo dare la tesi
si ma ci vuole la memoria, non mi ricordo niente di diritto costituzionale
il ragazzo: no, ma lei si deve assolutamente laureare, non può buttare via tutti quegli esami
sì, ma non so, diceva il vecchietto, ormai sono vecchio
il ragazzo: non importa se è vecchio, è una cosa che deve fare, non può mica buttare via tutta quella fatica eh
e a me sembrava (seduta nel sedile di fianco, sentendoli parlare, sentendo solo le parole) che il ragazzo fosse suo padre (del vecchietto), che ci tenesse davvero tanto a lui.
sabato 4 gennaio 2014
diario 4|1|14
venerdì 3 gennaio 2014
diario 3|1|14
1 nella riscrittura la cosa patetica è cercare di salvare qualcosa.
2 tutto questo indietro e indietro e c'è sempre qualcuno, non si arriva mai al nessuno.
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