sabato 24 agosto 2013

diario 0813



D

a proposito di quel fatto del regalo del compleanno di Di smarrito, infatti dopo poco è successo il peggio. perché quando l'ho chiamato al telefono per dirgli della sparizione del suo regalo mi sono accorta che lui era molto sulle sue e sembrava arrabbiato. però non era arrabbiato per la storia del regalo, perché non gliel'avevo ancora detto. secondo me il regalo si è perso perché lui era già arrabbiato prima. si è perso a causa della sua arrabbiatura. però dato che gli avevo telefonato, ormai non potevo non dirglielo, che il suo regalo di compleanno era andato perso. però gli ho detto anche che ce n'era un altro, il primo, che non era andato perso. perché infatto, ho spegato a Di, che di regali di compeanno ce n'erano due. uno che avevo comprato prima, un libro di kawabata in cui c'era un racconto che raccontava la storia di uno che prende un taxi per andare a trovare un vecchio scrittore, divenuto muto, che non scrive più e durante il viaggio il taxista gli racconta di una donna fantasma e alla fine del racconto l'uomo incontra il fantasma di quella donna, che era poi la scrittura, che era poi, tutto il racconto la riflessione sulle possibilità di rendere realtà quello che uno ha dentro di sé in forma di scrittura e sul silenzio. comunque quello essendo il primo regalo non era andato perso.però l'altro regalo, quello composto da un altro libro, un libro che raccoglieva i primi racconti di vonnegut e un ventaglio, quello era andato perso. non potenvo non dirglielo.
però il fatto che lui fosse già rigido e teso, già evidentemente arrabbiato all'inizio della telefonata, mi ha fatto capire che non c'era alcun legame tra lo smarrimento del suo regalo di compleano e il suo malumore nei miei confronti.
allora mi sono preoccupata. perché ho pensato che ce l'avesse con me per ragioni più grandi. per qualcosa che avevo fatto di sbagliato che non c'entrava con la sparizione del regalo e che non sapevo.
a volte capita che uno si arrabbia per qualcosa ma tu non sai per che cosa e potrebbero essere tantissime cose ma alla stesso tempo potrebbero essere nessuna. perché non sempre uno si arrabbia per una ragione, a volte si arrabbia anche così, perché è venuto il momento di arrabbiarsi. perché sta nell'ordine delle cose.
comunque poi ho cercato il regalo dappertutto e non c'era proprio. 
allora ho messo kawabata sul tavolo, con la sua copertina rosa, per controllarlo, che non sparisse.








K

Sentito k al telefono. k quando telefona è l'unico che racconta delle storie dall'inizio alla fine. è molto generoso. non dice, sai ho visto tizio abbiamo parlato di fare un film sulla sua vita. lui comincia a raccontarmi tutta la vita di tizio per spiegarmi perché hano deciso di fare un film su di lui e per sapere se secondo me è intressante se anch'io al suo posto ci farei un film.
così tutte le volte k quando lo sento al telefono è come se fossimo stati una sera accanto al fuoco. e questa cosa k ca l'ha sempre avuta, non solo per le coseche racconta ma anche per come le racconta, che è come se il tempo non esistesse o non avesse nessuna importanza. infatti k è una delle persone più antiche che conosco, nel senso che ha un tempo che è un tempo che decide lui, dentro. e questo tempo lui quando ti parla lo mette anche nelle cose che dice e nel come le dice. infatti succede sempre che mentre racconta io vedo così bene le cose che racconta che alla fine non mi ricordo più se le ho vissute io o se me le ha raccontate. non ci vediamo quasi mai, con k. ci vedremo al massimo un paio di volte in un anno. e quando ci vediamo lui quel suo senso del tempo lo mette anche nelle cose, nelle azioni. per esempio lui ad un certo punto qualsiasi cosa succeda decide che è ora di cominciare a preparare da mangiare,e lui, qualcunque cosa si stia facendo, quando decide che è ora, per tempo, lui comincia a muoversi con calma ma anche con determinazione per organizzare il pranzo. ma lo fa senza interrompere le cose. così quando c'è k succede che ad una cert'ora, verso l'una c'è il tavolo apparecchiato e il pranzo pronto. per esempio una frittata o un risotto. o anche tutt'e due. e poi alla fine k fa una cosa che non fa nessuno, che lo rende unico ed è forse una delle ragioni per cui l'ho amato tanto. sbuccia un frutto, per esempio una mela, e lo taglia a spicchi poi chiede se qualcuno ne vuole.
k anche quando recita e anche quando dirige gli attori. fa sempre quella cosa, che è proprio una cosa sua che pochi altri hanno, e tra quelli che conosco nessun altro, andare il tempo dove vuole lui. 


T

ieri poi abbiamo ancora cercato di fare il tema, con Ti, che era un tema sul successo. Ti aveva avuto l'idea di scrivere delle cose che non pensava, perché pensava che la sua prof, se avesse scritto quello che voleva lui non l'avrebbe apprezzato. però se gli chiedevo cos'è che voleva lui non lo voleva dire, e poi alla fine è venuto fuori che non gliene fregava niente. non è che non gliene fregasse niente del successo, non gliene fregava niente di dire cos'è che pensava lui del successo. la riteneva una domanda di nessun interesse.
allora ha scritto: al contrario di molte persone che pensano che il successo sia quello delle persone famose alla televisione, io penso che avere successo sia trovare un lavoro anche normale come il medico e il poliziotto e guadagnare e mantenere una famiglia. perché senza un calciatore o un cantante si può vivere invece senza un poliziotto o un medico non si può. quindi alla fine è meglio fare cose di questo tipo, cose normali.
niente di più lontano da quello che lui pensa davvero. infatti Ti vuole fare il dj.
allora, gli ho detto, perché non scrivi che vuoi fare il dj, scusa.
sono cazzi miei, ha risposto.






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