giovedì 11 novembre 2010

una storia praticamente finita (testo incompleto)


prendeva il caffè qui vicino a me, stava bene ma non posso dire se fosse cambiato o no. una volta era grasso, grassissimo, per via di un intolleranza al glutine.O forse no: l'intolleranza c'era, ma era di altro tipo. il fatto è che appena l'ho visto ho subito pensato che dentro doveva esserci qualcun altro. qualcuno che non era stato lasciato uscire. poi lui si è alzato ed ha lasciato come un alone di stanchezza intorno alla sedia. una cosa come un peso lasciato lì. non avrei avuto alcun motivo per dirgli qualcosa. cosa potevo dirgli? salve, che storia, mi si è appena spaccato un dente in effetti puo' essere che fosse già rotto da molto tempo ma solo adesso me ne sono resa conto.
lei è per caso un dentista? ma quello non era il punto, il punto era tutto intorno. nel percorso, direbbe qualcuno che non sono io.infatti certe persone non sono fatte per esserci d'aiuto. mentre altre lo sono. e noi stessi del resto, anche noi, non siamo fatti per essere d'aiuto a tutti indiscriminatamente. e neppure i dentisti sono fatti per curare tutti i denti indiscriminatamente.
per esempio il mio, certi denti li cura, certi altri li sevizia.non è colpa di nessuno, le pare?
lui allora risponde, si dà il caso che io sia proprio un dentista, se vuole, se le serve può venire nel mio studio e in un attimo mettiamo tutto a posto, poi in un attimo andiamo nel suo studio, a pochi isolati dal locale, e in un'oretta lui mi rimette a posto il dente. come lo vuole, mi chiede, ad un certo punto?
in che senso? gli faccio capire io, parlando con la bocca aperta.
colore, intendo - dice lui - di che colore lo vuole?
il dente?
sì, appunto.
non saprei.
lui alza le spalle e dice tra sé e sé, non c'è più sensibilità.

Nessun commento:

Posta un commento