domenica 21 novembre 2010

appunti


prima di tutto non so se ti ricordi di quando eri piccolo.
parlo di sensazioni fisiche precise come il fatto che il tuo corpo fosse leggero, potesse essere sollevato e preso in braccio. per esempio: stare sulle spalle di qualcuno che cammina in montagna. quella sensazione che si prova, che non so perché adesso mi viene da associare allo stare su un cammello. anche se non sono mai stata su nessun cammello. oppure l'essere sulle ginocchia di qualcuno, o essere cullati eccetera.
è una sensazione che non è semplicissimo recuperare, però c'è , dovrebbe esserci nella tua memoria.
tutti dovrebbero averla da qualche parte, la memoria del proprio corpo piccolo.

poi, vorrei puntualizzare un altro paio di cose.
lo spettacolo dell'altro giorno aveva un difetto nella drammaturgia, l'ho capito solo adesso. fino ad ora avevo solo avuto una sensazione imprecisata di qualcosa che non mi era piaciuto, ma mi sfuggiva. mentre adesso mi pare di averlo capito. gli ultimi due personaggi non sono persone reali, non sono veri, sono degli stereotipi: la stuprata carcerata redenta e il barbone indomito.voglio dire, non ho niente contro puttane sante e ultimi della Terra,mi piacciono anche, in scena, ma in quel contesto mi  sembravano troppo grandi. questi personaggi, che si portano dietro una storia così esemplare, così ingombrante, non li puoi mettere di fronte all'intimità, al dettaglio, perché è evidente che non ci stanno. è un problema di proporzioni , e di fuoco dello sguardo emotivo. 
se mi emoziono per Medea non posso emozionarmi contemporaneamente per un gattino che investito da un auto. non che non possa emozionarmi, ma non nello stesso momento, perché i due appartengono a scale di grandezza di realtà diverse. come Paperino e tuo fratello, Biancaneve e il benzinaio sotto casa tua.
perché l'azione del parlare ad un morto che ti sta per così dire acuore, doveva restare in primo piano e intima. o forse semplicemente perché mi interessava di più che quella situazione restasse centrale e non diventasse un pretesto per tirare fuori dal cappello dei personaggini pret a porter.alla fine in primo piaco ci si è messo l'attore e non c'è niente di meno commovente che un attore che si mette in primo piano con la scusa di un personaggio.

un'altra cosa: ieri D parlava dell'impossibilità di presentare le dimissioni, nella nostra condizione.
l'ho trovata una cosa interessante. l'idea che le nostre dimissioni non le accetta né le rifiuta nessuno.
è un fatto che andrebbe tenuto presente, da tutti i punti di vista. cioè, sia dal punto di vista del piede di porco, che se non ha nulla su cui fare leva, non può scassare. sia dal punto di vista di quando ti siedi a scrivere. nessuno te lo fa fare.

ultima cosa: devo ricordarmi di dire a B che Sciociò deve avere le gambe. perché altrimenti diventa assolutamente impossibile convincerlo provare a fare una capriola. che è poi uno dei primi atti coraggiosi che mi vengono in mente.

adesso vado, ho paura come sempre, ma non sempre della stessa cosa.

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