domenica 29 agosto 2010

apputi per famiglie

appunti per famiglie.
le famiglie, a dir così, sono dei nuclei, dei posti, dei luoghi della mente. i membri della famiglia si sentono uniti tra loro e in virtù di questo sentirsi uniti tra loro da qualcosa, si sentono contemporaneamente in dovere e in diritto. in dovere, di difendersi, in quanto nucleo, in quanto luogo, in un certo senso più amico ed affidabile di altri e in diritto, sempre in quanto nucleo, unicum, in un certo senso, di aggredirsi al proprio interno senza subire conseguenze.
l'aggressione all'interno del nucleo familiare è anche un po' un esercitazione per vedere quanto il nucleo è in grado di difendersi dall'esterno. quanto meno il nucleo ha da difendersi da fattori esterni reali, quanto più consuma tutta la sua aggressività, le sue "prove di difesa" al proprio interno. perciò un nucleo familiare è molto utile in condizioni di pericolo esterno ( circostanze ambientali sfavorevoli alla vita, predatori, scarsità di cibo eccetera)mentre, in condizioni di relativo benessere, il nucleo familiare si trasforma in un pericolo per se stesso allo stesso modo di una malattia autoimmune.
i membri di una famiglia sono, come si è detto, sia in grado di distruggersi, nell'atto di proteggersi,sia di distruggersi nell'atto più spontaneo di aggredirsi, sempre con intenti defiti "a fin di bene".
la famiglia è il luogo in cui tutto è abbastanza legittimo.
non si guarda mai troppo all'interno delle famiglie, anche perché ciascuno ne ha o ne ha avuta una.
quando un membro di una famiglia è fuori dalla propria famiglia, deve in qualche modo adattarsi alle regole generali e deve comportarsi secondo le leggi del rispetto reciproco e della reciproca correttezza. invece lo stesso membro, all'interno della propria famiglia, può trasformarsi in quello che vuole, sempre che gli altri membri glielo consentano. di solito gli altri membri però, glielo consentono, essendo anch'essi, a loro volta, legittimati a trasformarsi in quello che ritengono più utile o più efficace alla dinamica familiare all'interno della propria famiglia.
perciò, per ciascun membro di una famiglia, esistono dei pericoli, dei rischi e dei privilegi.
i membri più solidi della famiglia godono più privilegi e corrono meno rischi. ma la condizione di privilegiato è suscettibile di cambiamenti improvvisi. un membro di una famiglia, ai vertici del privilegio, può sempre precipitare in posizioni più critiche di minor privilegio e di maggior rischio. per rischio si intende il dover sottostare alla volontà e alle esigenze della famiglia, intesa come unità inscindibile, a scapito della propria volontà e delle proprie esigenze personali. 
inoltre nelle famiglie si fa spesso confusione su ciò che è bene e ciò che non lo è, si aper i scngoli sia per la famiglia come nucleo (anche perché, ci si chiede, come potrebbe essere bene una cosa per una pluralità di membri se non lo è in particolare per ciscuno di essi?) . talvolta una cosa ritenuta come "bene" all'interno della famiglia, può rivelarsi un male assoluto per gli individui che ne fanno parte o per una parte di essi. non si sa perché la famiglia spesso faccia questa confusione, creando questa alterazione nel discrimine tra il proprio bene e il proprio male. 
un'altra caratteristica tipica della famiglia e che essa fa riferimento a dei modelli, che possiamo definire "modelli per famiglie", ai quali la famiglia appunto cerca di adeguarsi per non sentirsi anomala come famiglia modello. per esempio, se è prassi che una famiglia sia composta da un certo numero di membri, più o meno, e che questi membri abbiano determinati ruoli l'uno rispetto all'altro, la maggior parte delle famiglie si adeguerà a questo modello per sentirsi il più "normale possibile" e il più legittimata possibile come famiglia.
alcune di queste regole per famiglie comprendono il fatto che i piccoli siano sottoposti alla volontà dei grandi e che i grandi siano un'autorità per i piccoli. in generale si può dire che i grandidevono proteggere i piccoli per garantire loro la sopravvivenza ed il raggiungimento dell'età adulta con il minor numero di difficoltà possibili. in cambio i piccoli devono accettare che i modelli ai quali devono adattrsi siano loro indiccati dai grandi e non siano più di tanto messi in discussione. un grande agisce sempre per il bene dei piccoli, un piccolo non può mettere in discussione che lazionne di un grande sia contro il proprio bene. in caso contrario il piccolo è a rischio. il piccolo è a rischio perché sopra di lui ci sono solo grandi. i rapporti, come si è detto, sonno sempre rapporti di forza. ma sonno rapporti di forza finalizzati a qualcosa di positivo. infatti un piccolo, senza i grandi, sarebbe fottuto. i piccoli lo sentono, lo sanno, e quindi nella maggior parte dei casi, non solo subiscono la volontà dei grandi, ma cercano il più possibile di convincersi che i grandi abbiano ragione e facciano il loro bene. se un piccolo mettesse in discussione l'autorità dei grandi, dovrebbe rimpiazzare tale autorità con qualcosa di altrettanto rassicurante e forte. ma è difficle che un piccolo abbia in se la forza e le riorse per opporre qualcosa di altrettanto forte alla volontà di un grande. perciò, diciamo che i piccoli sono ad un tempo protetti e sottomessi.
perciò , come si evince, la condizione di piccolo non è per niente una bella condizione. 

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