martedì 31 agosto 2010

gerani

-ma cosa sono quei fiori bellissimi sul suo balcone?
-gerani
-ma sono così belli i gerani? sembrano roselline
-sono gerani
-ma non li facevo così belli i gerani, mi sembravano più roselline
perché le roselline hanno quell'immmagine lì, un po' pendente un po' rampicante.
i gerani non mi sono mai sembrati un po' pendenti un po' rampicanti.
mi sono sempre sembrati un po' dritti.
-però sono gerani.
-sono belli questi gerani. sono di una specie particolare?
-no. sono del tipo normale.
-che belli. sembrano delle roselline. sono proprio belli questi gerani.
-Grazie.
-Richiedono molte cure?
-sì. abbastanza.
-Le roselline sono abbastanza resistenti, non richiedono molte cure. Vengono su da sole.
Anche d'inverno non richiedono molte cure.
-I gerani no. I gerani richiedono molte cure.
-Sono belli come delle roselline. Da lontano. Da vicino non so, fanno un odore che non mi piace tanto. Fanno un odore che mi ricorda un medicinale scaduto, non le pare?
-no.
-le roselline non fanno odore. Non profumano. Peccato.
-eh.
-però sono molto tenaci, perché sono praticamente selvatiche le roselline. I gerani invece selvatici non vengono. Sono piante addomesticate, come si dice, piante che da sole non vengono su, no?
-Dipende.
-Vengono su anche da sole, i gerani?

-Dipende.
-Lei li ha visti dei gerani venire su da soli, spontaneamente, senza un aiuto?
Senza un servizio di assistenza?
-No.
-Le roselline invece certe volte vengono su proprio da sole. come funghi
vengono su le roselline certe volte. se non ci fai attenzione vengono su
senza fare niente vengono su. E sono belle eh. Sono bellissime. Sono pendenti.
Ma anche un po' rampicanti.
- sono roselline.
- sì.
- e poi i gerani mi sa che l'inverno non possono stare sul balcone.
- no. vengono ritirati.
- non ci stanno i gerani sul balcone d'inverno?
- no. vengono ritirati.- sì.
- l'inverno i gerani patiscono.vengono ritirati. le roselline invece anche l'inverno
non patiscono. perché sono più resistenti dei gerani, le roselline. sono più selvatiche.
più sono selvatiche, i fiori, più sono resistenti.
- eh già.
- i gerani non sono resistenti. sono delicati.
- sì. molto delicati.
- lei li cura molto?
- abbastanza.
- quanto li curerà questi gerani?
- molto.
- quanto?
- tutti i giorni.
- tutti i giorni li cura?
- tutti i giorni.
- è molto.
- sì.
- le roselline no. le roselline venogono su da sole, non serve curarle. sì.
ogni tanto qualche volta un po' d'acqua ci vuole, un po' d'acqua. però,
anche per una volta ti dimentichi non succede niente. non sono delicate le roselline.
perché sono selvatiche. le piante selvatiche stanno anche senz'acqua.
- sì?
- per un po'.
- sì?
- perché non piove mica quando vogliono loro. certe volte piove, certe volte no.
è la natura.seguono la natura. invece il geranio vuole
acqua tutti i giorni.
- sì.
- la rosellina anch ese per tre quattro giorni non le dai l'acqua non fa niente.
è resistente la rosellina. perché è selvatica.
il geranio no. il geranio vuole acqua tutti i giorni come un orologio.
- sì.
- per quello poi son così belli.
-eh sì.
- però ci vuole tempo, a curarli.
- eh sì. ci vuole tempo.
- eh. richiedono tante di quelle cure i gerani.
- sì.
- però sono belli.
- sì.
- ripagano.
- sì.
- sembrano roselline.

domenica 29 agosto 2010

apputi per famiglie

appunti per famiglie.
le famiglie, a dir così, sono dei nuclei, dei posti, dei luoghi della mente. i membri della famiglia si sentono uniti tra loro e in virtù di questo sentirsi uniti tra loro da qualcosa, si sentono contemporaneamente in dovere e in diritto. in dovere, di difendersi, in quanto nucleo, in quanto luogo, in un certo senso più amico ed affidabile di altri e in diritto, sempre in quanto nucleo, unicum, in un certo senso, di aggredirsi al proprio interno senza subire conseguenze.
l'aggressione all'interno del nucleo familiare è anche un po' un esercitazione per vedere quanto il nucleo è in grado di difendersi dall'esterno. quanto meno il nucleo ha da difendersi da fattori esterni reali, quanto più consuma tutta la sua aggressività, le sue "prove di difesa" al proprio interno. perciò un nucleo familiare è molto utile in condizioni di pericolo esterno ( circostanze ambientali sfavorevoli alla vita, predatori, scarsità di cibo eccetera)mentre, in condizioni di relativo benessere, il nucleo familiare si trasforma in un pericolo per se stesso allo stesso modo di una malattia autoimmune.
i membri di una famiglia sono, come si è detto, sia in grado di distruggersi, nell'atto di proteggersi,sia di distruggersi nell'atto più spontaneo di aggredirsi, sempre con intenti defiti "a fin di bene".
la famiglia è il luogo in cui tutto è abbastanza legittimo.
non si guarda mai troppo all'interno delle famiglie, anche perché ciascuno ne ha o ne ha avuta una.
quando un membro di una famiglia è fuori dalla propria famiglia, deve in qualche modo adattarsi alle regole generali e deve comportarsi secondo le leggi del rispetto reciproco e della reciproca correttezza. invece lo stesso membro, all'interno della propria famiglia, può trasformarsi in quello che vuole, sempre che gli altri membri glielo consentano. di solito gli altri membri però, glielo consentono, essendo anch'essi, a loro volta, legittimati a trasformarsi in quello che ritengono più utile o più efficace alla dinamica familiare all'interno della propria famiglia.
perciò, per ciascun membro di una famiglia, esistono dei pericoli, dei rischi e dei privilegi.
i membri più solidi della famiglia godono più privilegi e corrono meno rischi. ma la condizione di privilegiato è suscettibile di cambiamenti improvvisi. un membro di una famiglia, ai vertici del privilegio, può sempre precipitare in posizioni più critiche di minor privilegio e di maggior rischio. per rischio si intende il dover sottostare alla volontà e alle esigenze della famiglia, intesa come unità inscindibile, a scapito della propria volontà e delle proprie esigenze personali. 
inoltre nelle famiglie si fa spesso confusione su ciò che è bene e ciò che non lo è, si aper i scngoli sia per la famiglia come nucleo (anche perché, ci si chiede, come potrebbe essere bene una cosa per una pluralità di membri se non lo è in particolare per ciscuno di essi?) . talvolta una cosa ritenuta come "bene" all'interno della famiglia, può rivelarsi un male assoluto per gli individui che ne fanno parte o per una parte di essi. non si sa perché la famiglia spesso faccia questa confusione, creando questa alterazione nel discrimine tra il proprio bene e il proprio male. 
un'altra caratteristica tipica della famiglia e che essa fa riferimento a dei modelli, che possiamo definire "modelli per famiglie", ai quali la famiglia appunto cerca di adeguarsi per non sentirsi anomala come famiglia modello. per esempio, se è prassi che una famiglia sia composta da un certo numero di membri, più o meno, e che questi membri abbiano determinati ruoli l'uno rispetto all'altro, la maggior parte delle famiglie si adeguerà a questo modello per sentirsi il più "normale possibile" e il più legittimata possibile come famiglia.
alcune di queste regole per famiglie comprendono il fatto che i piccoli siano sottoposti alla volontà dei grandi e che i grandi siano un'autorità per i piccoli. in generale si può dire che i grandidevono proteggere i piccoli per garantire loro la sopravvivenza ed il raggiungimento dell'età adulta con il minor numero di difficoltà possibili. in cambio i piccoli devono accettare che i modelli ai quali devono adattrsi siano loro indiccati dai grandi e non siano più di tanto messi in discussione. un grande agisce sempre per il bene dei piccoli, un piccolo non può mettere in discussione che lazionne di un grande sia contro il proprio bene. in caso contrario il piccolo è a rischio. il piccolo è a rischio perché sopra di lui ci sono solo grandi. i rapporti, come si è detto, sonno sempre rapporti di forza. ma sonno rapporti di forza finalizzati a qualcosa di positivo. infatti un piccolo, senza i grandi, sarebbe fottuto. i piccoli lo sentono, lo sanno, e quindi nella maggior parte dei casi, non solo subiscono la volontà dei grandi, ma cercano il più possibile di convincersi che i grandi abbiano ragione e facciano il loro bene. se un piccolo mettesse in discussione l'autorità dei grandi, dovrebbe rimpiazzare tale autorità con qualcosa di altrettanto rassicurante e forte. ma è difficle che un piccolo abbia in se la forza e le riorse per opporre qualcosa di altrettanto forte alla volontà di un grande. perciò, diciamo che i piccoli sono ad un tempo protetti e sottomessi.
perciò , come si evince, la condizione di piccolo non è per niente una bella condizione. 

sabato 28 agosto 2010

parrucchiere preferite

io ho due parrucchiere preferite
la prima non è una vera parrucchiera, perché è un trans. è molto esperta e parla in modo molto scientifica dei trattamenti cheratinizzanti a caldo. ha un negozio piccolo e fa tutto da sola. per esempio, mentre sei sotto il casco ne approfitta per fare le pulizie, lavare il lavandino, mettere forbici e lamette sotto o i raggi ultravioletti.
ha mani  e, al contrario di molti parrucchieri uomini, che quando ti lavano hanno mani di velluto e cercano di emulare le donne nel tocco delicato, la mia parrucchiera trans usa le mani come un uomo. la sua esperienza è tutta chimica e laboratoriale,calcola le dosi dei trattamenti, le percentuali di prodotti tricomponenti tricoterapici, ma non ti massaggia la cute. la sfrega come un pavimento, strizza i capelli come un camallo si strizza la maglietta sudata. però è gentile, quando ti parla abbassa lo sguardo e sembra timida, a tratti, come una bambina.
inoltre è molto a buon mercato. venti, venti cinque euro per trattamento, messa in piega e piastra.
l'altra parrucchiera invece non sembrerebbe neanche una parrucchiera. ha un locale pieno di libri, nessun catalogo per i tagli. quando le chiedi di tagliare chiede: come li vuoi? corti? lunghi fin qua?
poi parla dei libri, quelli che ha letto, quelli che ha prestato. il suo locale è frequentato da signore anziane che vanno da lei per prendere libri in prestito e per tutto il tempo parlano del'ultimo libro che hanno letto e di cosa vorrebbero leggere nel prossimo libro che prenderanno.
alcune entrano solo per scambiare opinioni, senza fare neanche la messa in piega. del resto lei dei capelli se ne fotte proprio. usa una sola spazzola, un fon e al limite, per lisciare, un po' d'olio di lino. non le interessa il capello, le interessa parlare di libri o, al più, di film.
qualche volta mi farebbe piacere che le mie due parrucchiere preferite si incontrassero perché vivono in due realtà parallele e sarebbe interessante vedere cosa ne uscirebbe. potrebbero farsi i capelli a vicenda e magari la prima imparerebbe dalla seconda a trattare con gentilezza il cranio delle clienti e la seconda dalla prima scoprirebbe il mondo della tecnologia tricofarmacologica. inoltre la prima magari si potrebbe prendere un libro in prestito, sotto consiglio della seconda, magari un libro di qualche scrittrice finlandese della iperborea o la raccolta di racconti di dylan thomas ritratto dello scrittore da cucciolo einaudi, dove lui racconta di quando era bambino e si menava con uno che poi è diventato il suo migliore amico e bevevano insieme.
forse si piacerebbero e potrebbero aprire un locale assieme, così non mi sentirei più in colpa quando vado da una senza andare dall'altra, o viceversa.
a volte scegliere è difficile, ti sembra sempre di tradire qualcuno anche quando non vuoi.
è difficile scegliere se privilegiare il bene del capello o la propria vita culturale.
per questa ragione, a volte, preferisco andare da parrucchieri sconosciuti e civetti, con sei lavoranti che puliscono il pavimento mentre loro gesticolano per descriverti il  nuovo taglio lanciato da jaques dessange e finiscono sempre col passarti lo specchio per vedere come il taglio, da dietro, sia anche migliore del davanti.
non mi piace vedermi da dietro, è una cosa che non mi interessa, che riguarda più gli altri di me, in ogni caso è così che si fa, si guarda, si dice: beeello. ma sa che è proprio beeeello. e poi loro dicono sempre: ma che bel colore, è il suo? e lì la risposta d'obbligo è sì, grazie, è il mio, ma una volta era più luminoso, più caldo, più intenso, più ramato, di adesso. ma loro che ne sanno di come erano i tuoi capelli venti anni fa, e soprattutto, che interesse possono avere a sforzarsi di immaginarselo? io non mi sforzerei mai di immaginare come poteva essere il colore di capelli di qualcuno che non conosco vent'anni prima. perché dovrei? non mi interessa proprio fare un simile sforzo a vuoto. e quando la conversazione come deve essere finisce lì, plana sul tempo, sul traffico, sulle vacanze o su Torino che una volta non era così ma in un altro modo e adesso è così, chi l'avrebbe detto?

martedì 24 agosto 2010

m.

non so. non posso dire se ti voglio più bene o più male.
non posso dire se voglio salvarmi da te o essere salvata.
non posso dirti nulla perché sono troppo cieca.
quando parli mi convinci sempre
ma quello che dici non lascia traccia.
ho un solco profondo qui
lungo il tuo bicchiere
e non ci voglio cadere.
il sole ha bruciato tutte le ali
e mi dispiace 
ma questa è l'ora diversa
ora di togliersi il cappello
di stringersi una mano piano
e dirsi buona sera, buon giorno
e levarsi di torno.
la vita è buona con chi non la strugge
con chi non forza la serratura
la vita è buona con chi non la distrugge.

sabato 21 agosto 2010

il sole non è uno scherzo.
è uno scherzo il sole? no.
il sole non è uno scherzo.
e neanche la luna, s'è per questo.
è uno scherzo la luna?
non è uno scherzo, la luna.

venerdì 20 agosto 2010

acqua

non abbiamo ancora parlato della tua paura dell'acqua, o per dire meglio, di restare senz'acqua di notte.
prendi sempre una brocchetta piena e la metti in pizzo al comodino, ma non ne bevi mai. cos'è? una mossa religiosa? cos'è che ti fa agire come una marmotta, tutte le sere, come uno scoiattolo che accumula  ghiande prima del letargo?
pensaci, pensiamoci. non è una bella cosa questa, rivela proprio una larvale facies di maniacalità, che col tempo potrebbe anche peggiorare, cronicizzarsi. oltre tutto quest'acqua, che porti, poi la lasci lì per settimane, a stagnare nella sua brocchetta. non è un comportamento igienico, non è per niente sano. se per caso una notte ti venisse mai di dare una sorsata, finiresti col bere dio solo sa cosa, larve di zanzara, residui lacustri, pensaci.
secondo me dovresti abbandonare quest'abitudine da vecchio. è da vecchio. è un'abitudine da vecchio. te l'ho già detto? a questo punto portati anche un pitale, o un panino salame e formaggio, casomai svegliandoti di notte ti venisse fame o ti scappasse qualcosa.

normali

essere normale.
fare delle vacanze normali.
o almeno averle fatte o essere in procinto di.
essere abbastanza normale.
stare su una spiaggia senza ombrello,
senza cappello.
la sera fiori e nel pensiero vento scirocco.

dici che il prossimo anno andiamo in bretagna,
l'anno scorso dicevi: il prossimo anno
si va tutti in normandia.


i sogni stanno tutti nel cassetto 
se potessimo guardarci dentro
li troveremmo tutti piegati come
come una collezione di farfalle.

e intanto da qualche parte, neanche lo so
ci sono cose che capitano, inaudite,
imperatori morenti che si chinano,
sussurrano il mio messaggio,
segreto 
al turista sbagliato.

dall'altra parte

Prendimi in braccio
portami a vedere dall'altra parte cosa c'è
dopo prendiamo un toast al bar
e mentre tu leggi il giornale
io raccolgo formiche
te le porto e ti spiego bene
un pezzo alla volta,
il modo di vedere le cose
mettendomele in bocca.

Tu giri le pagine e giri
prima di tutto tu
sai già tutto del mondo
e una volta hai persino montato una bicicletta

Domani, dici, bisogna dormire presto
perché quando si cammina è diverso.

Nella tasca dello zaino
hai un cucchiaio pieghevole
che viene giù con te.







giovedì 19 agosto 2010

un bottone tira l'altro

la fabbrica di orsetti procede abbastanza bene
ne ho fatto uno.
dopo poi ne faccio un altro per la fine del mese
saranno tanti
immagino tutti questi orsetto di colori chiari
che tra loro stanno bene
come in famiglia.
sono una famiglia di orsi chiari
che si comportano abbastanza bene.
dove siamo rimasti?
dove credi dovremmo andare'
io sono rimasta ferma qui
agli orsetti chiari.
vorrei metterci gli occhi forse
con dei bottoni
anche se dicono che i bottoni
non sempre piacciono ai bambini
per via che poi tendono a mangiarseli
col tempo
un bottone tira l'altro.

mercoledì 18 agosto 2010

infiniti pesanti

1 Infiniti pesanti

Non vorrei parlare. Ho paura di tutto
da quando ho ricominciato ad avere fede
non so più vivere normalmente
non trovo i nomi e chiedo tutto agli altri.
So che ci sei a volte
ma ne dubito
Esistere e amare sono infiniti pesanti
dicono gli astri che c’è un confine liquido
tra  luce e morte oggi
Stringo un pezzo di pane tra le mani
che tu mi hai dato  ma non è questo il punto 
è il mio pane adesso
e vado.





2 voyage

Mentre stai per volarmi via
sistemi le ultime cose in valigia
anche se io
non ti vedo partire
né ti vedo tornare
delle tante credo più
queste due sole cose:
che bisogna sfrondare
che bisogna aspettare.
Per rispetto alla prima direi:
l'attesa basta.
Invece non ho pace
salgo e scendo continuamente
e quello che non dovrei
lo voglio ancora.


3 Salvezze

(Come fa la neve quando smette
d'essere acqua ed esige d'essere
con una forma sua)


Cosmè Tura (attaccato alla porta in forma
di quattro cartoline),Ettore, Patroclo
e Achille (che una volta si è nascosto
conciato da donna),
acidi da fotografo dilettante,
la relatività ristretta spiegata da Einstein
in persona, le grandi stazioni del secolo scorso
riassunte in manuale Hoepli,
tutte le pietre ornamentali di palazzo ducale,
il primo volume di un'opera omnia.
Tasselli di cose perseguite da altri
vite intere. Di tutto voglio
sapere che c'è, aver coscienza di un punto
per ogni punto dove il pensiero coagulandosi
ha creato per qualcuno
un senso.




4 Bar

...la mano s'offre gentile
brindi e bevi per dimenticare:
marziani verdi sulla copertina di un inserto
aggiornamenti sul clima del millennio
le apocalissi che vedi quotidiane
sulle facce e dentro
si fa chiarezza su troppe cose
che i nostri corpi umani non possono tollerare
siamo pieni di certezze tali
che vacilliamo e basta
ad ogni minimo progresso
della scienza.
sua madre vive in una casa grande, due stanze chiuse
per non sporcarle. come se non ci fossero
quelle stanze.
- una volta si aveva meno ma la frutta
aveva un profumo!
Adesso quelle sue stanze chiuse a chiave
pulite e buie
spiano dal buco della serratura
seguono il gioco
senza giocare.
- avevo anche un cane, gli volevo bene
un' intelligenza davvero unica, mostra la foto,
le dita tremano mentre pronuncia il nome
di cane, che non denota sforzo d’originalità
(ora la gente chiama i cani con nomi più da uomo che da cane
Gianmarco, Valerio, Carlomagno, a seconda della taglia
delle fattezze del naso)
ad un certo punto si alza, chiede ancora un bicchiere
l'altro legge o guarda
da un'altra parte.
Non si conoscono e potrebbe finire così.
Potrebbe finire così - in eterno.




5 E avremo vinto

Dire quel che non si può dire,
essere fuori dalla moda di essere fuori.
Se dico la verità
teoricamente sono già fottuto
anche praticamente
sono comunque fottuto.
Allora la prendo larga, dico cose
che fanno capire che ho capito che
ma le dico in un modo che non si capisca
se davvero le voglio dire
oppure no, così
qualora qualcuno dovesse accusarmi
d’aver detto quello che stavo dicendo
timidamente, potrei ancora
negare, dire No, cosa avete capito
per chi mi prendete? Per uno che dice cose simili!
Ma figuriamoci.

Così tutto si mischia: il bene e il male
le paperelle nella vasca, la vittima e il carnefice
l’essere e il nulla.
Siamo intelligenti n’est pas?
Siamo intelligenti e scevri da colpa
ci muoviamo bene perché dove ci muoviamo noi
è il nostro mondo, creato su misura per noi
siamo eleganti, fumiamo eleganti, sparliamo eleganti,
siamo delle merde eleganti.
Gli altri, quelli che ci guardano
pensino pure cosa vogliono
presto o tardi verranno anche loro
con un mazzo di fiori e il mezzo sorriso
chez nous sguardo basso a chiedere
un qualcosa. E noi glielo daremo
e avremo vinto.

lunedì 16 agosto 2010

uno

uno di quelli 
che parlavano 
era gentile
nei modi, dico, 
non era scostumato:
parlava piano 
e non gridava,
si chinava,
per parlare
alle cose 
prima
le ascoltava.

domenica 15 agosto 2010

niente cane

noi non abbiamo amici non abbiamo niente. non ci vengono a trovare perché sono tutti via e noi non andiamo a trovare loro perché sono troppo lontani. andiamo per i sentieri. tu guardi i fiori e interpreti le loro posizioni come se fossero degli umani: questi sono afflitti, questi sono attenti questi sono davvero cattivi.
non abbiamo amici. una volta ne avevamo ma adesso, a furia di pensare ognuno alle proprie priorità, a furia di non avere mai delle priorità in comune, gli amici ce li siamo giocati. noi ci siamo giocati loro e loro si sono giocati noi. camminamo in mezzo alla natura e ogni cinque minuti tu vuoi fermarti a fare una sigaretta - ma così non andremo mai da nessuna parte, dico - e dove dovremmo andare, rispondi. non lo so. non so dove dovremmo andare, ma tutte le volte che usciamo di casa è sempre così, diciamo di fare una passeggiata nella natura, tu ti metti a parlare delle piante che incontriamo, le indichi senza sapere i nomi , dici - questa è a tre piani, come se fosse un palazzo. lo fai apposta per costruirti delle realtà a tua misura, perché la natura non ti piace a causa degli insetti che ci vivono dentro e delle difficoltà che ti creano le salite le discese e il fango.
noi due siamo veramente una coppia mal assortita. io avrei voluto un uomo con molti muscoli sulle spalle, un gran camminatore salutista, e invece guarda cosa mi ritrovo, uno spaghetto che gesticola con la sigaretta in bocca e parla di jazz che a me del jazz non me ne frega meno che niente. tu avresti voluto una bohemienne dedita all'arte e all'alcol da mane a sera, e invece ti ritrovi  una che dà valore alla lucidità del pavimento e inala il profumo dei detersivi.
oggi era proprio uno di quesi giorni da avere tanti amici in casa, stappare un rosso, fare delle bracioline alla brace e delle belle discussioni su cose grandi, sui sistemi della vita o sulla ddr o le interviste di pasolini o i neofascisti. e invece cosa possiamo fare noi due da soli? mica possiamo metterci a parlare di cose del genere da soli, che lo sappiamo benissimo che finisce sempre sul personale. no.
oggi è una bella giornata, stiamo qui, ci beviamo una bella birra sul balcone, ce ne stiamo un pò in pace, che dobbiamo fare. che devono fare sempre tutti, che bisogna per farzo sempre fare qualcosa. uno una volta può anche non fare niente, non cercare niennte e vedere cosa capita. e vediamo. mi piacerebbe avere un cane. 
un bel cane da portare a spasso, in momenti come questo.prima della birra. ma poi come si fa, quando devo andar via a chi lo lascio il cane. niente cane.

sabato 14 agosto 2010

dito

il mio dito.la mia mano.non avrei mai creduto che la mia mano e il mio dito mi tradissero così. perché lo fanno? cosa ho fatto di male? mano! dito! smettetela di iinfierire contro di me. maledetta mano. maledetto dito della mano. adesso mi avete veramente stufato.smettetela subito!stupida mano inutilestupido dito che se no ci fossi non sapresti cosa fare.
mi manca molto il tempo di quando io il mio dito e la mia mano andavamo d'accordo.

perché fa così? 
un dito non ha nessun diritto.

creazione

 

 

 

 

 

 





poi fu sera, poi fu mattino. ma dio non c'era. poi fu mattino poi fu sera. e dio non c'era.poi fu pomeriggio. e dio si levò e disse: ho dormito troppo, che giorno è? e gli risposero Boh, decidi te. e lui disse Non mi viene in mente niente, ci penso un pò su. si mise giù, dormì due milioni di anni, poi si svegliò e disse: Lunedì.

giovedì 12 agosto 2010

questa macchina è per te. il giorno del compleanno di dario siamo andati a genova a vedere il mare. io non me ne sarei accorta, ma lui appena l'ha vista ha subito detto pigliala pigliala che questa è del tipo che piace al nano. così in un attimo senza farcene accorgere l'abbiamo accalappiata per.  dev'essere proprio del tipo giusto perché è rossa e un pò schiacciata, con i finestrini che luccicano.

lumaca

una lumaca è stata sulla nostra porta per qualche settimana. se ne stava sempre lì , non scendeva mai, non so cosa mangiasse nè cosa l'abbia spinta a scegliere la nostra porta di casa (in ferro). però oggi non c'era più. ieri è piovuto molto ed è possibile che siccome con la pioggia le lumache sono a loro agio, lei abbia deciso di andare a farsi un giro. inoltre credo che la pioggia spinga molte lumache ad incontrarsi per festeggiare l'umidità, credo si tratti proprio di un'abitudine di uso comune, tra le lumache, ritrovarsi, fare lunghe file o grandi cerchi nei prati o lungo i cigli delle strade, in occasione della pioggia. sono quasi sicura che la nostra lumaca si sia allontanata dalla nostra porta per riunirsi con le altre lumache.
che motivo ci sarebbe stato altrimenti di lasciare la nostra porta, dal momento che per molti e molti giorni si era trovata bene e non era mai scesa da lì?

le lumache non sono animali sedentari, anche se possono dare quest'impressione, a volte hanno bisogno di fare delle passeggiate o di andare per esempio sui funghi. andar sui funghi è una tradizione molto consolidata tra le lumache, ed è una cosa alla quale le lumache pare tengano moltissimo. perciò è anche possibile che la nostra lumaca abbia sentito la necessità di andare su un fungo, per sgranchirsi o divertirsi al modo tipico delle lumache.

lunedì 2 agosto 2010

canto dell'ieri

dal momento che con te mi trovo bene
metterei su un caffè e ti direi, guarda,
in tutta franchezza, facciamo quattro passi
ieri ho visto un come si chiama enorme
(quello che conta di più è l'animale
non il nome del'animale)
davvero? risponderesti.
in certi momenti della vita, sai, ho trovato
dei cocci, dei frammenti, che non so
li metto qua, vedi tu cosa farci.
E tu diresti, ma questi sono proprio
i pezzi che cercavo, i pezzi mancanti,
Infatti lo sapevo che non erano per me,direi io
li ho raccolti lo stesso senza sapere perché.
Poi il caffè sarebbe pronto, si sentirebbe
quel brbrbr che fa il caffè, tipicamente,
quando sorge e dopo tu diresti, non l'avrei
mai detto che arrivare fin qua valesse la pena.
poi calerebbe il sole, e saremmo sempre lì
sul balcone a guardar fuori, poi verrebbe
mattino e sempre, si resterebbe in piedi
il più possibile a cercare di capire
a cercare di tenere strette insieme le visioni
a stupirsi della testardaggine delle formiche.