giovedì 23 maggio 2013

domani











DOMANI
di Valentina Diana











































Personaggi:
N novant’anni, nonna
F ventidue anni, la sua badante.
Gianni trent’anni(nipote della nonna)

Stanza : letto, lavandino, tavolo, televisione, vaso, bacinella di plastica sotto il lavabo, spugna,
asciugamano, sedia a rotelle, poltrona, valigetta sotto il letto. Odore di chiuso.




N portami a casa.
F Sei a casa
N Portami nell’altra casa
F Non ci sono altre casa. C’è questa. È casa tua. Altre case non ce ne sono
N Ne ho anche un’altra?
F Dove
N Più bella.
F Come
N Che sia più mia.
F Non ce ne sono altre case. C’è solo questa. Non ce ne sono altre.



N Portami a casa.
F Guarda com’è bello qua. Non ti piace?
N No.
F Guarda com’è bello. È bello no
N No. Non mi piace.

Non mi piace.




N Portami a casa.
Portami a casa domani.
F Non si può. Domani non si può.
N Voglio andare a casa.
F Non si può.
Guarda che bello qui.
Non ti piace?
N No.
F E' bello. C’è la vista.
Guarda la vista.
Non ti piace?
N No.


N Portami a casa.
F Domani.
N Adesso. Portami a casa adesso.
F Domani. Adesso non si può.
Guarda come si sta bene qui.
Non si sta bene?

N No.

F non stai bene?
Guarda come stai bene.
Stai benissimo.
N No.
F Stai bene. Guarda come stai bene.
N No.

F Portami a casa.
N No.


N Sai dove abito io?
F Abiti qua.
N Questa è la mia casa? Questa non è la mia casa.
F Questa è la tua casa. Abiti qua.
N Si?
No.

F Si.

N Mi credi fessa?
Mi credi fessa?


Mi credi fessa?


Portami a casa.


Guarda che ti denuncio eh.
Guarda che ti denuncio portami a casa.

Puttana.

F Zitta.

N Troia.

F Buona.

N Vieni qua.
Dammi un bacino.

F Adesso.

N: Un bacino me lo dai?

F Dopo.

N piange

F Ssccchhh (rumore per dire stai zitta)
le porge un fazzoletto

N parla nel pianto
F Zitta.

N piagnucola
Domani mi porti?

F Si. Domani ti porto.



F Accende la tv. Accende l’aspirapolvere.mette il telecomando in grembo a N.
N guarda la TV
alza la Tvall'inverosimile col telecomando
Rumore di aspirapolvere e TV

F spegne l’aspirapolvere.
N Guarda la TV a volume altissimo.
F le toglie il telecomando e abbassa la TV
N Tanto.Oramai.
F Non la senti?
N Eh?
F La senti, la senti
N Ache ora arrivano?
F Sono a lavorare, vengono domani.
N Domani?
F Si. Vengono domani. Sono a lavorare oggi non possono, vengono domani.
N domani?
F domani, domani.
N Oggi?
F No, domani.
N Oggi non vengono?
F No, oggi sono a lavorare vengono domani.




N Ah.

Vanno a lavorare.

Vengono domani vengono.

F Andiamo a lavarci
N Eh?
F A lavarci
N No.
F Si. Andiamo a lavarci.
N No no. Io sono stanca, non vedi.
Ci laviamo domani.

F No. ci laviamo adesso. Oggi, ci laviamo.

N No. Domani. Ci laviamo domani.
Vengono domani, ci laviamo domani.
F No. Ci laviamo oggi.
Oggi ci laviamo.
N E domani?
F Domani anche. Ci laviamo oggi e anche domani.

F spegne la TV. porta una bacinella con acqua e una spugna, tiene un asciugamano sul braccio, la lava a pezzi. La faccia, le braccia, il collo. Subito man mano che passa, asciuga

N Brava te.
F come se rispondesse ad un insulto
Brava te! (come dire : non brava io, tu sei brava. Ma come se essere brava fosse un'offesa)
N Che giorno siamo?
F Venerdì
N Aaaaaaaah (come dire, perché non me l'avevi detto prima)

Non era ieri venerdi?

F No. ieri era giovedì.
Oggi è venerdì.

N Domani?

F Domani è sabato.
N Ah be’.
F Domani.
N Sì.
(fatalmente) E' sabato domani.

sospira con rassegnazione, come se non ci si potesse fare niente
Ebè.


F pulisce con lo straccio.

N sta ferma, guarda con lo sguardo nel vuoto.

Silenzio.

F Continua a pulire.


N Domani andiamo a casa.

Suonano alla porta

F E’ Gianni

N fa segno come dire chi è ? con le dita ravvicinate come se il nome che F le ha detto non le dicesse nulla.

F Gianni. Tuo nipote.

N Non lo conosco.

F Adesso viene. Vedi che lo conosci. È il tuo nipotino. (va ad aprire la porta)

N fa segno come dire. Sei matta, questa è scema, con il dito sulla tempia

Gianni entra. Va da lei con un mazzo di fiori.

Gianni: T i ho portato dei fiori.

N non prende i fiori. Gianni li tiene in mano, in.imbarazzo.

Gianni: Allora?

N fa il segno di prima a F come dire chi è questo chi l'ha mai visto?
F Scuote la testa.
N (finta tonta) Eh?
Gianni si siede, parla voce molto alta. Allora, come andiamo! Si sta bene qua.
N (sotto voce a F) Chi è ?
F (soffiato) Tuo nipote. Gianni. Lo conosci dai che lo conosci.
N (suono con la lingua come per dire : NO)
Gianni: Sono Gianni, nonna. Gianni, il figlio di tuo figlio.
N (teatrale, appunto, come se sapesse che quella è la battuta che deve dire perché ci si aspetta che la dica) Aaaaaaaah
Gianni: Come va? E’ bello qua?

N non risponde

Gianni (rispondendosi da solo) E’bello.


N rivolgendosi a Gianni gli dà sempre del lei come a un estraneo, come per fare conversazione
Quanti anni ha?
Gianni: Trenta, nonna.
N: (come se l'avesse sentita davvero grossa) u già. Adesso.
Gianni: Ne ho trenta, nonna. L’altr’anno ne avevo ventinove. Ora ne ho trenta. Ne ho fatti trenta, ti ricordi nonna?
( a F, guardandola come dire: glielo dica lei, non è una balla)
Ne ho fatti trenta.
Per cambiare discorso
Stai bene qua?
N sospira
Gianni: E' pulito.
N prendendogli la mano, sottovoce,con complicità a lui Ce li ha cinque euro?
Gianni: Eh
N fa segno di cinque con le dita, con circospezione
Gianni: Perché
N Quella là (intendendo F) mi ruba.
F (fa finta di non aver sentito niente)
N (questa volta gli da del tu) Me li dai cinque euro?
Gianni: imbarazzato, ficca la mano in tasca e le da dieci euro
Ho solo dieci
F (li prende, fa segno a lui di stare zitto, di non dire niente come se gliel'avessero fatta , a quella là)
F scuote la testa. Fa segno a Gianni, imita il gesto di bere.
Dammeli a me. non puoi tenerli. Apri.
Glieli prende risoluta
F Ladra
N Non poi tenerli. Ti fa male. Lo sai, te la detto il dottore. Ti fa male. Diventi scema.
F Sei tu la scema.

Puttana.

Gianni: (non li ha ancora posati e non sa dove metterli) i fiori?
F prende un vaso, ci mette i fiori Ci penso io.
Gianni: genericamente, per cominciare un discoroso qualsiasi, non sapendo come Allora?
N Quella ladra. Mi ha preso i soldi. Ha visto?
Gianni Poi te li dà.
F Quando me li dà? Mai!
Gianni: Domani nonna. Domani te li da’. Che andate insieme al mercato e te li dà. Vero che glieli da’?
F sì. Domani glieli do’.
N guarda Gianni con diffidenza: chi sei? Non ti conosco.
Gianni: Sono Gianni, figlio di tuo figlio. Armando.
F Viene Armando?
Quando viene Armando?
Gianni: Non lo so nonna
N Domani?
Gianni: Domani viene. Armando. Viene con Rita. Te la ricordi Rita?
N (silenzio, guarda F con aria interlocutoria)
Gianni: La mia mamma. La moglie di Armando. Te la ricordi Rita la mia mamma?
N Mah.(pausa, come dire qui sono tutti scemi) No.
F scuote la testa in segno di disapprovazione.
N Viene domani Armando?
Gianni: (impaziente) io allora vado adesso. Che s’è fatto tardi eh? Vado.
N (nulla)
F (nulla)
Gianni: vado. Che poi, passo a salutarti poi.
N: io vado.
Gianni: eh?
N: vado.

Vado.
F sì.
N io vado. vado a casa. (a Gianni)
Mi porti a casa?

Gianni (disorientato) Non (guarda F come per cercare consiglio)

N Sà. Preparami le cose, non ci sto qui. Vado a casa. Hai sentito? Mi porta lui. Io non ci sto qui con te.
(piangendo poco)

Voglio andare a casa voglio andare.
Mi porti?
Gianni: non
Non so
Se si puo’

(a F) vuole andare a casa

F: non si puo’.
Bisogna star qua.
Hai sentito?
Bisogna star qua.
Lo capisci?

N preparami la borsa.
Dobbiamo andare.
A casa.
Mi porta lui.
Vero?

Gianni (guarda F)

F fa cenno di no

Gianni
Devo andare nonnina, non si fa tempo andare a casa adesso.
Domani
Domani andiamo. ti porto a casa.
Tu ti prepari la borsa
Poi ti veniamo a prendere con papà la Rita, andiamo tutti a casa.

N andiamo a casa tutti?

F saluta Gianni. Che deve andare, nonna. E’ tardi.
N (fa segno con la mano)
Gianni (la bacia sulla fronte, saluta F, se ne va)


Silenzio
Suona il cellulare di F, F accende la televisione.

N (fatalista) è andato.

F(in un cantuccio per cercare un posto riservato)al telefono:
Si’. Non posso. Sono dalla nonna.
Siii.
Siii.
E tu?
Siii
Non so
Domani forse
Non so.
A ballare.
Seee
A casa no.
Se mi porti.
A casa no.
Ho detto così, è così.
Mi porti.
Dopo le otto.
Ora non posso no.
Da fare.
(a voce bassa)
No.
Occchei.
Perché
ho detto sì.
È di là.
Non posso ho detto.
No.
Dillo tu.

(Rumore di vetro rotto, il vaso)

Non posso adesso.
(mette via il telefono)

N è caduto da solo
F (le prende la testa tra le mani, il gesto è violento ma subito controllato, trattenuto
canticchia ma non tutte le parole,
la presa si ammorbidisce, come se avesse rinunciato all'intento iniziale di farle davvero del male. Cominciano a ballare insieme come un lento semplice
anche F canta, facendo solo lalala’, e inserendo qualche parola anche se la canzone non la conosce. Se la inventa divertita. Diventa una danza di loro due sole, per ragioni diverse disperate )
(vedi Vinicio Capossela)
Che farò lontan da Me pena dell’anima
Senza vederti senza avERTI né guardarti
Anche lontano NO NON SO dimenticarti
Anche se è ormai impossibì Nostro amor
Comè levare via profumo al fiore
COME TOGLIERE al….TO L’ARMONIA
Comè negar che ti amo vita mia
Come togliermi in petto questa passion
…..Che crudel destin ora ne viene
Ma che l’ombra ora ci prenda
Mi addolora
Il mio cuore mi dice …..
Seguirti ancora
E ………………..sopportar
Poter levar
Come impedir che corra …
Come negare che soffre il petto mio
Come levar dall’anima questa passione
(Continuano a ballare un po’ in silenzio)

N andiamo?
F non si può
N prendere un bicchiere
F non si puo’.
N un goccetto. Tanto per dimenticare?
F non si puo’ dimenticare, non si puo’ l’ha detto il dottore
N non si puo’ dimenticare?
F no. Non si puo’.
N il dottore cosa dice?
F dice che devi star brava
N lo dice il dottore?
F si

pausa


N andiamo a casa?
F si.
N preparo la valigia?
F si.
F (la aiuta a mettere le cose, la camicia da notte, poche altre cose nella valigia)
N c’è tutto lì? Lì dentro?
F si.
N andiamo a casa?
F sì.
N vieni con me?
F si
N ce l’hai il fidanzato?
F che fidanzato?
N io ce l’ho il fidanzato?
F dove?
N (fa il gesto come dire “chissà”, allargando le braccia al cielo
F come si chiama?
N Giacu
F beata te.
N si siede
F allora?
N scuote la testa
F andiamo?

N Dove?
F A passeggio, camminiamo e camminiamo e camminiamo, un po’
N scuote la testa
F prende un po’ di profumo se lo mette e glielo mette dietro le orecchie
In piedi
N allunga le labbra come per baciarla da distante
F risponde al bacio, la solleva per le braccia.

N La valigia

F prende la valigia
Escono

                                                              





                                                                            fine











































domenica 19 maggio 2013

breve storia della mia famiglia estorta a mia nonna 2




mia nonna andava a nole in treno e poi alla serra qualche volta a piedi sulla mulattiera e qualche volta sulla canna della bicicletta di ettore che era uno che lavorava all'arsenale (all'arsenale in questura e in un sacco di altri posti nevralgici era pieno di antifascisti)che aveva fatto nascondere mio nonno e la famiglia sotto il falso nome di filippone. questo ettore qualche volta andava anche lui perché era innamorato o qualcosa del genere della sorella di mio nonno, tina.  però la sorella di mio nonno non lo ricambiava perché non era ebreo e non era neanche pensabile che  lei stesse con un goy. comunque a tina non aveva solo ettore come spasimante. ma era con questo ettore che mia nonna andava in bici un po' sulla canna un po' con la bici a mano sulla mulattiera fino al posto sulla serra dove stava nascosto (per modo di dire) mio nonno coltivando peperoni e patate che concimava a letame. dice mia nonna che tutto lungo la strada c'erano posti di blocco un po' fascisti e un po' tedeschi ma lei li passava.
tornanado al mio bisnonno, lui lavorava all'atm (azienda tranviaria municipale) ed era comunista ma questo si è poi saputo dopo. quando l'hanno arrestato. all'atm dice mia nonna non riuscivano mai ad arrestare nessuno perché avevano una porta da cui facevano scappare tutti quando arrivava i fascisti ad arrestare anche se la maggior parte (degli antifascisti) non erano comunisti. erano democristiani. mio nonno però l'hanno arrestato.
nel quarantadue si davano appuntamento nel bar (che esiste ancora) all'angolo tra corso belgio e corso regina margherita per giocare a carte perché la sala dove si giocava a carte non era dove si beveva il caffè, era dietro. mio bisnonno amava giocare a carte e fumare (e a quanto mi ha detto mia madre anche andare a vedere spettacoli di varietà con donne mezzo svestite, ma questo dopo. allora giocava a carte e basta). in realtà giocare a carte era un modo per parlare senza che nessuno rompesse i coglioni, perché era vietato alle persone riunirsi in gruppi maggiori di due persone. se più di due persone si riunivano in un gruppo, quello era un reato. allora mio nonno giocava a carte. giocare a carte era tollerato.
mentre giocava a carte mio nonno organizzava un bel po' di cose comuniste. il problema era però che tra i giocatori di carte  c'era una spia e siccome mio bisnonno doveva incontrarsi con un tizio all'angolo tra corso san maurizio e i giardini reali con una mezza lira in tasca e riconoscere il tizio tramite l'altra mezza lira della sua mezza lira, e siccome la spia lo sapeva, mio nonno è stato arrestato. però non c'erano prove. tranne la mezza lira. mio bisnonno ha detto che non sapeva come gli fosse capitata quella mezza lira in tasca che forse gli era rimasta in tasca per sbaglio. facendo il bigliettaio sul tram magari se l'era messa in tasca senza volere. ma non ha spiegato come mai il caso volesse che anche l'altro, il tizio, avesse in tasca proprio la mezza lira che coincideva con la sua.
così si è fatto i famosi tre mesi che sono finiti col pollo di natale.
poi mio bisnonno è stato arrestato un altro paio di volte perché ormai si sapeva che era comunista. una volta prima dello sciopero generale, che però si è fatto lo stesso, e una volta dopo non si sa perché. ormai andavano a colpo sicuro senza neanche cercare giustificazioni. per prudenza andavano a prenderlo e lo mettevano dentro. ma lui non si abbatteva più di tanto. era una persona molto dignitosa. tutti lo rispettavano.
mia bisnonna intanto lavorava anche lei per mantenere i loro tre figli in una fabbrica di cerniere lampo. neanche lei aveva la tessera del partito ma a lei non dicevano niente perché non era un posto di lavoro che aveva a che fare con lo stato. mia nonna dice che né a lei né a nessuno delle sue sorelle e fratelli hanno mai fatto problemi a scuola perchè non avevano la divisa. né gli insegnanti né i genitori degli insegnanti si sono mai permessi di chiedere perché. mio nonno era andato in segreteria e aveva detto che a lui i soldi bastavano a malapena per mantenere i figli e non poteva certo permettersi di spenderli in tessere e divise.
mio bisnonno era un uomo tutto d'un pezzo. da piccolo aveva anche lavorato in miniera, forse questo l'aveva reso molto forte. però per certe cose non era forte. una decina o forse meno di anni fa si è venuto a sapere che aveva una relazione con la sorella di mia bisnonna. M. questa cosa M l'ha detta a sua figlia B. solo dopo che mia bisnonna era morta. per tutto il tempo precedente se n'è stata zitta.
mio bisnonno comunista moralista aveva fatto una figlia con la sorella di sua moglie e aveva segretamente vissuto una storia d'amore con lei fino alla morte.
quando è morto qualcuno ha portato sempre rose sulla sua tomba. era la sorella di mia bisnonna che le portava (a quanto si dice). comunque una cosa mia nonna l'ha sempre detta, anche prima di scoprire questo aspetto che lei, al contrario di me, giudica peccaminoso e inammissibile, la cosa che mia nonna ha sempre detto è che suo padre ha sempre trattato e cresciuto sua cugina (sorella) B figlia di ignoto, come una figlia. l'andava a prendere a scuola, le faceva da mangiare e l'accudiva. abitavano su piani diversi della stessa casa in piazza santa giulia e la cosa era considerata normale. che lo zio aiutasse la cognata.
infatti lo era. Mio bisnonno non ha mai detto a mia bisnonna che amava sua sorella. la sorella di mia bisnonna non ha mai detto a mia bisnonna che amava suo marito. Nè ha mai detto a sua figlia che suo zio era suo padre. né altro. la cosa è andata avanti per una cinquantina d'anni così.
a mio bisnonno piacevano moltissimo i bambini.

ho chiesto a mia nonna se parlassero mai di politica in casa. mi ha detto di no. le ho chiesto se non le pesasse che suo padre non avesse la tessera fascista. mi ha detto di no. le ho chiesto se non avesse mai desiderato che suo padre fosse fascista. mi ha detto no.
era normale essere antifascisti.
anche se pesava.
era una cosa che si respirava nell'aria.
non si prendeva neanche in considerazione.
perché? ho chiesto a mia nonna
perché ammazzavano la gente. erano persone visibilmente cattive. ha risposto.

sabato 18 maggio 2013

breve storia della mia famiglia estorta a mia nonna.


allora mi sono informata. mia nonna è del ventitrè, mio nonno del tredici mia bisnonna era del tre e mio bisnonno del novecento. mio bisnonno aveva il padre di napoli che essendo guardia carceraria era stato trasferito a cagliari. mio bisnonno è nato a cagliari ma poi sono andati a sassari. mia bisnonna era di nuoro. ma si sono conosciuti a torino. mia trisnonna era di nuoro ma a quanto ho capito pur essendo figlia di proprietari terrieri che avevano pecore e facevano il vino, non le piaceva la campagna e se n'è andata con quattro figli da sola a torino lasciando un solo figlio col padre che però è morto quasi subito. mia bisnonna la singer a pedale l'ha comprata negli anni venti e poi mia nonna ci ha lavorato finchè non si è sposata. perchè dopo se n'è dovuta comprare un'altra che però non andava bene come quella vecchia. la singer vecchia era migliore della singer nuova. poi mia nonna ha inconrtato mio nonno a torino anche se lui di origine era di viareggio. siccome era ebreo lei andava in bici nelle valli di lanzo a trovarlo e aveva paura. prendeva la torino ceres. una volta ha incontrato un tedesco che le ha offerto una sigaretta lei non fumava ma aveva paura a dire non fumo allora l'ha presa ha detto, la fumo dopo. dopo mia nonna si è convertita all'ebraismo. non so quando però. mio bisnonno era ateo e comunista. faceva il tranviere perché dalla fiat siccome non prendeva la tessera fascista l'avevano licenziato e tutti i suoi figli a scuola senza divisa fascista avrebbero preferito un padre un po' più fascista. a quanto mi dice mia nonna. però lui niente. poi un giorno è andato in galere, mia bisnonna ha messo via i soldi per portagli un pollo per natale e lui è stato liberato proprio quel giorno. è tornato a casa e mia bisnonna gli ha detto, bello, sei tornato, dov'è il pollo. e lui ha detto l'ho lasciato ai compagni. e mia bisnonna se l'è ricordato per tutta la vita. mio bisnonno poi, essendo comunista, pensava che mio nonno fosse un fesso. perché mio nonno finchè gli lasciavano fare cannottaggio non aveva niente contro i fascisti. ha cominciato dopo le leggi razziali , perché senza cannottaggio pensava meglio. e mio bisnonno diceva sempre a mio nonno, sei un fesso. e questo è l'unico ricordo diretto che ho per averlo sentito dire personalmente.

cammuffo

mi sono accorta oggi che ho sempre detto e pensato cammuffare, con due m. invece si dice camuffare. camuffo. camuffi. camuffiamo. 
che debolezza.