martedì 19 luglio 2011

festa muta















Dato che quella volta c'eravamo lasciati veramente a quel punto presi la decisione di andare a tagliarmi i capelli
non sapevo se tutto derivasse da quello, ma a volte certe scelte possono portare anche fortuna. o comunque certamente non possono modificare le cose in peggio. solo che il parrucchiere, ieri era lunedì, che come si sa i parrucchieri sono chiusi, oggi è martedì ma era chiuso lo stesso.
in più c'è il bilancino che dice che la spesa potrebbe tranquillamente essere procrastinata ad altra data poiché il conto non è proprio ancora in rosso ma tra poco lo sarà. allora che fare? niente. girare con un tappeto che mia madre mi ha dato oer aiutarmi un po' infatti questo fatto del lasciamento comporta anche dei problemi economici mica da poco ma non si può certo adesso stare a guardare queste cose anche se poi uno alla fine guarda tutto quando si trova nei problemi, anche di quel tipo. allora parliamoci chiaro. da una parte sta il fatto di doversi tirare su e quindi, come una risorsa,diciamo, il parrucchiere ci starebbe; per cominciare a pensare sto bene sto bene e non più sto male o anche peggio se è possibile pianificazioni di suicidio con il grave problema dove la trovo una pistola che mi spari eccetera. ma poi, dall'altra, dall'altra parte del piatto, c'è invece questo tappeto, questo contributo attivo al passivo, anche se poi questo tappeto non so assolutamente come venderlo e lo porto semplicemente a spasso su e giù chiuso in macchina a stropicciarsi perché mi vergogno vendere una cosa di famiglia per problemi miei.però non mi vergogno. però mi vergogno. non so. 
allora sostanzialmente per il tappeto non so.
non so neanche i capelli che per il momento restano lì, come sempre fermi a stare come capelli normali non tagliati,sulla testa.
che tristezza tutto. vorrei dare una festa ma senza casino.
una festa muta.
adesso faccio queste torte dei pacchetti, per fare con le mani qualcosa e riprodurre l'immagine della femmina con le mani in pasta padrona della vita e delle cose della casa del tempo del forno del pavimento padrona dell'aria del vento del mare dei pesci e degli animali di cielo e terra.
poi le lascio lì, sotto al tovagliolino.
T. l'altra mattina ne ha mangiato anche un pezzo per colazione. ma cosa vuoi che sia un pezzo. adesso ho anche questo problema di smaltire tutta la torta meno un pezzo.
poi c'è tutto il resto. le idee che frullano, la rivoluzione mancata.
dopo magari mi verrà in mente una risposta ma sono sicura che non verrà da quelle parti, non nella preghiera, non nei mantra, forse in piscina. in piscina potrebbe esserci qualcosa. ma l'aria della piscina, tutto quel freddo dell'essere bagnati, mi blocca. mentre prima ne avevo di energia, costume e palle varie, doccia e bagnodoccia e spazzola di legno uan femmina attiva dei giorni d'oggi che risponde positivamente alle frustrazioni occupandosi del proprio corpo, non lasciandolo andare dove vuole.
adesso qua, devo restare per forza ferma in questo orrore a pensare a tendine o altre cose beige. mansioni d'ufficio. la voce dice solo : stai ferma. non muoverti. non muovere niente. 
tanto è uguale, dice la voce.
voce, che cazzo vuoi da me?
ma se mi voglio agitare lasciami agitare.
sai che i buchi neri esistono, hanno le braccia aperte e non c'è tempo. vogliono abbracciarmi, come le vecchie zie. io non li voglio. io non li voglio. non siamo parenti. ma loro sì che siamo parenti, vieni, vieni corrono verso di me a grandi falcate grandissime come arpìe. nascondersi non si può. i buchi neri ci vedono dappertutto anche dietro, perchè non hanno la schiena. perché un buco nero non ha la schiena, non c'è un davanti o un dietro. 
raccolgo.
raccolgo e dico la verità.
verità, verità. qua non si fa più nulla. ci vuole una risoluzione.
uno scioglimento attivo.
una determinazione che.
(A. mi scrive che gli extraterrestri sono ovunque per curarci. ma dove?
dove sono questi extraterrestri? perché io non li vedo e non mi curano).
dato che ci eravamo lasciati veramente presi la decisione di non scomporre nulla. lasciare tutto come niente fosse. anche i capelli. tutto. niente può essere fatto, niente può essere detto, niente può essere cambiato. né con la bocca, né con il corpo. niente niente. allora dopo, cosa succederà?
la risposta non sta nelle birkenstork nelle scarpe da ginnastica nel tacco alto. non sta nei piedi.
non c'è nessuno in alto o in basso che conosca la risposta. la risposta non è fuori e non è dentro.
perciò pazienza.

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