Tanti anni fa, quando nel mondo c'era ancora molto vento, un giorno, per causa di questo vento, un ago si piantò a testa insù nel deserto.
per un po' non accadde nulla, perchè nessuno sapeva cosa fosse un ago, perché nel deserto non c'erano mai stati. quindi, passato il giusto tempo, passò di lì un cammello e finalmente disse - toh, un coso. poi lo guardò meglio e disse - un AGO. e lo chiamò ago.
dopo un po' passarono altri cammelli suoi amici e il cammello di prima disse - venite a vedere, amici, guardate cosa ha portato il vento! un ago!
Siccome non sapevano cosa farsene, cominciarono a girarci intorno per capire com'era fatto. Per allietarsi, cantavano,
finché uno di loro ebbe l'idea di provare a passarci in mezzo, così, per cambiare un po'.
Figuratevi gli altri. Appena lo videro vollero tutti fare la stessa cosa.
Continuarono così per due settimane. Erano stanchi, ma anche felici di aver ritrovato la voglia di saltare.
Un mattino che faceva molto freddo, passò di lì un ricco.
Molto infreddolito.
Li vide e disse - Che freddo fa stamattina, non trovate anche voi?
I cammelli risero e gli risposero - Noi non abbiamo freddo, ci scaldiamo con l'ago.
Allora il ricco disse - posso scaldarmi un po' anch'io? Sto morendo dal freddo ai piedi e alle mani.
- Prego, fa' pure, dissero i cammelli - salta pure.
Il ricco prese la rincorsa, arrivò fino in cima, ma quando fu arrivato alla cruna dell'ago scoprì di essere troppo grosso.
-Questa cruna è troppo piccola, disse.
- Per niente, risposero i cammelli. noi ci passiamo benissimo , guarda. e gli mostrarono una serie di salti di gruppo.
addirittura due cammelli passavano insieme uno sopra l'altro.
-pazzesco, disse il ricco. Devo riprovarci con più fiducia -Essì, dissero i cammelli, ci devi credere, altrimenti è difficile.
Per il ricco però non ci fu niente da fare: provò una volta, provò due volte, poi si arrese.
-Pazienza, dissero i cammelli.
-Pazienza, disse il ricco.
E morì assiderato.
Passarono molti giorni, i mattini erano sempre più freddi e i cammelli si scaldavano sempre con la solita tecnica del salto nella cruna.
Un mattino passò un altro ricco, annoiato e molto infreddolito.
Guardò i cammelli con aria incuriosita - cosa fate, chiese?
- Lascia perdere, dissero i cammelli, è già passato un altro ricco, ma non c'è niente da fare.Voi ricchi non passate.
- fatemi provare, disse il ricco, sono tutto infreddolito, ho bisogno di saltare un po'.
- Fai pure, dissero i cammelli, ma devi essere molto convinto.
Il ricco saltò, ma rimase incastrato nella cruna, e i cammelli dovettero metterci del bello e del buono per disincastrarlo. Poco ci mancò che gli rompesse il loro sistema di riscaldamento.
Per fortuna però il ricco si disincastrò. Era molto arrabbiato con la cruna dell'ago, però, non potendosela prendere con quella, se la prese coi cammelli. - Stronzi, disse.
- i cammelli fecero finta di non sentire e ripresero a saltare.
Il ricco se ne andò dietro una duna e non si fece più vedere.
Passarono alcuni mesi durante i quali i cammelli si divertivano tantissimo per conto loro con il loro nuovo, si fa per dire, gioco.
Venne il caldo (un caldo pazzesco, perché erano nel deserto, dove il freddo è molto freddo, il caldo è molto molto caldo).
i cammelli non saltavano più tanto per via del caldo.
Passò un ricco. Era molto magro. Disse- Mi hanno detto che qui c'è una cosa molto divertente, una cosa da saltare, voi avete saltato abbastanza, mi pare, adesso toccherebbe a me.
- Prego, dissero cammelli stravaccati sotto una palma, fa' pure, noi ti guardiamo da qui, che a quest'ora non saltiamo mai, per via del caldo.
Il ricco saltò e passò nella cruna dell'ago.
Si divertì talmente tanto che gli venne la fissa di saltare e non voleva più smettere.
-Guardate, guardate come salto, guardate come passo!
E i cammelli facevano sì con la testa per fargli capire che era bravo, che saltava bene.
Il ricco magro non si stancava mai di saltare, salta e saltava, e tutte le volte diceva -ehi, guardate cammelli come salto bene, guardate che stile, che movenze, non ve lo meritate proprio un ago così, voi che siete goffi, poveri e gobbi.
E i cammelli guardavano e facevano sì con la testa, per fargli capire che sì, che lo vedevano e che era bravissimo e che sì, non se lo meritavano, ma tanto era loro, perché l'avevano visto per primi. Gli avevano anche dato il nome.
La cosa andò avanti parecchi giorni.
Poi venne un momento che uno dei cammelli andò a farsi una passeggiata. Passeggiando in qua e in là vide un laghetto naturale.
-Che strano si disse, un laghetto naturale in pieno deserto.
Ci mise una zampa dentro,
- però è proprio un laghetto, non c'è niente da dire.
Allora corse di buona lena a chiamare gli altri cammelli.
- Venite, venite, ho trovato un laghetto bellissimo.
Intanto il ricco era sempre lì che faceva le sue circonvoluzioni sulla cruna dell'ago.
I cammelli dissero - E lui? che ne facciamo?
Uno di loro rispose - lasciamogli un messaggio sulla sabbia, scriviamogli che siamo andati al laghetto, così quando finisce di saltare magari ci raggiunge.
Allora con lo zoccolo( e qualcuno col naso) scrissero un messaggio per il ricco, indicandogli la via del laghetto.
ma il ricco era così occupato a saltare che non lo vide, e quando finì di saltare era così stanco che non aveva voglia di fare la fatica di mettersi a leggere quelle cose mezzo cancellate dal vento, scritte sulla sabbia.
- disse - quegli stupidi cammelli hanno finalmente capito chi è il padrone dell'ago. Meglio così, adesso è tutto mio, e, con quel caldo, riprese a saltarci dentro.
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