Amanda si chiedeva se l'uomo tricheco non fosse arrivato nella sua vita come un chiodo. Ad un certo punto, pensava Amanda, dio ha mandato l'uomo tricheco a non sbattere mai la porta. ad amanda piaceva sentire che l'uomo tricheco non era suo e le piaceva che l'uomo tricheco camminasse con il peluche addosso tutti i giorni vicino a lei,ma non per lei. C'era un dentro e c'era un fuori.
L'uomo tricheco aveva mostrato ad Amanda la propria arte di morire e risorgere. Quando era vivo, era un uomo normale o un tricheco normalissimo che si aggirava per l'ipermercato con il suo peluche a distribuire volantini, a mettersi in posa o anche semplicemente a ballonzolare per divertire i bambini, ma prima di morire, quando moriva e subito dopo, era una cosa del tutto diversa; il tempo di amanda con l'uomo tricheco era quando l'uomo tricheco le mostrava quelle prove di trapasso. L'uomo tricheco disse ad Amanda che non ci voleva niente a morire, bastava non voler vivere per un po', bastava ritirare i remi e aspettare. Per risorgere, spiegò l'uomo tricheco ad Amanda, la cosa è altrettanto semplice, basta rimettere i remi in acqua e puntare da qualche parte.
L'uomo tricheco si manifestava dunque sotto la sua forma esplicita, in forma di tricheco balzellante, e sotto la sua forma contratta, come divintà del globoterracquo. Le due cose erano perfette e Amanda era felice che quella sorte fosse toccata a lei, anche se non sapeva di quale sorte si trattasse, né fin dove questa sorte fosse destinata ad accompagnarla.
La sera amanda aspettava che l'uomo tricheco finisse il turno, a volte era l'uomo tricheco a finire prima di lei, a seconda dei giorni; chi finiva prima si sedeva ad aspettare. Una sera andavano a mangiare al bus delle pizze, che aveva un forno al legna e il tubo in alto da cui usciva il fumo, ordinavano una pizza grande e la mangiavano in seduti in macchina. L'uomo tricheco mostrò ad Amanda le foto dei suoi figli e di sua moglie. Era una fotografia non in posa, in cui ciascuno guardava dove voleva. Amanda disse, bella. Non sapeva cosa dire. Pensò che c'erano molti dentro e molti fuori nella vita di tutti, non solo nella sua. Che si andava e veniva da un dentro a un fuori e si rientrava in un altro dentro per uscire poi in un altro fuori. E non si stupì che l'uomo tricheco avesse coltivato l'arte di morire e risorgere. Forse, pensava Amanda, è quello il modo per poter andarsene e tornare, forse c'è un passaggio, una zona d'ombra, né di qua né di là, uno spazio piccolo, nel quale non esiste nient'altro che spazio, nel quale, tra una morte e una resurrezione, l'uomo tricheco si beve una birra da solo. Indisturbato.
Amanda non disse che avrebbe desiderato bere una birra con l'uomo tricheco precisamente in quel luogo sospeso, di cui nessuno aveva le chiavi, tranne l'uomo tricheco. Non lo disse perché sapeva che era come chiedere a una formica di visitare il suo formicaio, o a un'aquila di invitarti nel suo nido. Certi luoghi sono o troppo piccoli o troppo grandi o troppo in basso o troppo in alto, per contenere più di un solo individuo.
L'uomo tricheco si manifestava dunque sotto la sua forma esplicita, in forma di tricheco balzellante, e sotto la sua forma contratta, come divintà del globoterracquo. Le due cose erano perfette e Amanda era felice che quella sorte fosse toccata a lei, anche se non sapeva di quale sorte si trattasse, né fin dove questa sorte fosse destinata ad accompagnarla.
La sera amanda aspettava che l'uomo tricheco finisse il turno, a volte era l'uomo tricheco a finire prima di lei, a seconda dei giorni; chi finiva prima si sedeva ad aspettare. Una sera andavano a mangiare al bus delle pizze, che aveva un forno al legna e il tubo in alto da cui usciva il fumo, ordinavano una pizza grande e la mangiavano in seduti in macchina. L'uomo tricheco mostrò ad Amanda le foto dei suoi figli e di sua moglie. Era una fotografia non in posa, in cui ciascuno guardava dove voleva. Amanda disse, bella. Non sapeva cosa dire. Pensò che c'erano molti dentro e molti fuori nella vita di tutti, non solo nella sua. Che si andava e veniva da un dentro a un fuori e si rientrava in un altro dentro per uscire poi in un altro fuori. E non si stupì che l'uomo tricheco avesse coltivato l'arte di morire e risorgere. Forse, pensava Amanda, è quello il modo per poter andarsene e tornare, forse c'è un passaggio, una zona d'ombra, né di qua né di là, uno spazio piccolo, nel quale non esiste nient'altro che spazio, nel quale, tra una morte e una resurrezione, l'uomo tricheco si beve una birra da solo. Indisturbato.
Amanda non disse che avrebbe desiderato bere una birra con l'uomo tricheco precisamente in quel luogo sospeso, di cui nessuno aveva le chiavi, tranne l'uomo tricheco. Non lo disse perché sapeva che era come chiedere a una formica di visitare il suo formicaio, o a un'aquila di invitarti nel suo nido. Certi luoghi sono o troppo piccoli o troppo grandi o troppo in basso o troppo in alto, per contenere più di un solo individuo.
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