io ho due parrucchiere preferite
la prima non è una vera parrucchiera, perché è un trans. è molto esperta e parla in modo molto scientifica dei trattamenti cheratinizzanti a caldo. ha un negozio piccolo e fa tutto da sola. per esempio, mentre sei sotto il casco ne approfitta per fare le pulizie, lavare il lavandino, mettere forbici e lamette sotto o i raggi ultravioletti.
ha mani e, al contrario di molti parrucchieri uomini, che quando ti lavano hanno mani di velluto e cercano di emulare le donne nel tocco delicato, la mia parrucchiera trans usa le mani come un uomo. la sua esperienza è tutta chimica e laboratoriale,calcola le dosi dei trattamenti, le percentuali di prodotti tricomponenti tricoterapici, ma non ti massaggia la cute. la sfrega come un pavimento, strizza i capelli come un camallo si strizza la maglietta sudata. però è gentile, quando ti parla abbassa lo sguardo e sembra timida, a tratti, come una bambina.
inoltre è molto a buon mercato. venti, venti cinque euro per trattamento, messa in piega e piastra.
l'altra parrucchiera invece non sembrerebbe neanche una parrucchiera. ha un locale pieno di libri, nessun catalogo per i tagli. quando le chiedi di tagliare chiede: come li vuoi? corti? lunghi fin qua?
poi parla dei libri, quelli che ha letto, quelli che ha prestato. il suo locale è frequentato da signore anziane che vanno da lei per prendere libri in prestito e per tutto il tempo parlano del'ultimo libro che hanno letto e di cosa vorrebbero leggere nel prossimo libro che prenderanno.
alcune entrano solo per scambiare opinioni, senza fare neanche la messa in piega. del resto lei dei capelli se ne fotte proprio. usa una sola spazzola, un fon e al limite, per lisciare, un po' d'olio di lino. non le interessa il capello, le interessa parlare di libri o, al più, di film.
qualche volta mi farebbe piacere che le mie due parrucchiere preferite si incontrassero perché vivono in due realtà parallele e sarebbe interessante vedere cosa ne uscirebbe. potrebbero farsi i capelli a vicenda e magari la prima imparerebbe dalla seconda a trattare con gentilezza il cranio delle clienti e la seconda dalla prima scoprirebbe il mondo della tecnologia tricofarmacologica. inoltre la prima magari si potrebbe prendere un libro in prestito, sotto consiglio della seconda, magari un libro di qualche scrittrice finlandese della iperborea o la raccolta di racconti di dylan thomas ritratto dello scrittore da cucciolo einaudi, dove lui racconta di quando era bambino e si menava con uno che poi è diventato il suo migliore amico e bevevano insieme.
forse si piacerebbero e potrebbero aprire un locale assieme, così non mi sentirei più in colpa quando vado da una senza andare dall'altra, o viceversa.
a volte scegliere è difficile, ti sembra sempre di tradire qualcuno anche quando non vuoi.
è difficile scegliere se privilegiare il bene del capello o la propria vita culturale.
per questa ragione, a volte, preferisco andare da parrucchieri sconosciuti e civetti, con sei lavoranti che puliscono il pavimento mentre loro gesticolano per descriverti il nuovo taglio lanciato da jaques dessange e finiscono sempre col passarti lo specchio per vedere come il taglio, da dietro, sia anche migliore del davanti.
non mi piace vedermi da dietro, è una cosa che non mi interessa, che riguarda più gli altri di me, in ogni caso è così che si fa, si guarda, si dice: beeello. ma sa che è proprio beeeello. e poi loro dicono sempre: ma che bel colore, è il suo? e lì la risposta d'obbligo è sì, grazie, è il mio, ma una volta era più luminoso, più caldo, più intenso, più ramato, di adesso. ma loro che ne sanno di come erano i tuoi capelli venti anni fa, e soprattutto, che interesse possono avere a sforzarsi di immaginarselo? io non mi sforzerei mai di immaginare come poteva essere il colore di capelli di qualcuno che non conosco vent'anni prima. perché dovrei? non mi interessa proprio fare un simile sforzo a vuoto. e quando la conversazione come deve essere finisce lì, plana sul tempo, sul traffico, sulle vacanze o su Torino che una volta non era così ma in un altro modo e adesso è così, chi l'avrebbe detto?
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