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venerdì 17 gennaio 2014
diario 17|1|14
Una mattina come questa, che ti svegli e prima dici così non si può continuare e poi vado a correre poi ti metti su il caffè guardi che piove allora andiamo piscina alla fine poi finisici a pensare di andare in biblioteca ma vedi che ci sarebbe prima da lavare per terra in bagno e qua, e da lavare almeno una pentola e ti chiedi per la piscina dato che non sei sicura che siano già arrivati i soldi è il caso di sputtanare altri sei euro meglio piuttosto l'idea di prima di correre, anche se con la pioggia si rischia che si scivola già se uno trovasse il modo di invertire la tendenza, mettere il tappetino anche solo per terra come fanno molti basta avere un po' di volontà alla fine è tutto lì, le buone pratiche quotidiane la respirazione sentire il corpo alla fine dici va bè e senti proprio quella sensazione di stiramento. Se stamattina ti fossi svegliata e ci fosse stato qualcosa da fare, una cosa di quelle per forza, come un campanello che ti obbligava ad alzarti controvoglia e che ti spingeva verso un dovere normale, un lavoro utile come tanti altri non è poi difficile mi pare, un'occupazione almeno un po' utile anche agli altri e però robusta, al limite anche vendere aspirapolveri che una volta avendone la possibilità alla fine non osavi (non osavi?, vendere aspirapolveri?), sono state tutte quelle mentalità fuorvianti, l'idea di non essere e di non riuscire ad essere che ha corroso dall'interno, è la realtà sai, come quelle mele che da fuori (perché le trattano con certi additivi ormai non sono neanche più mele) non saresti stata così e saresti stata più dentro, nel cerchio quadrato, come uomo.
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