ma quasi tutti sono venuti per questo
nessuno lo nasconde
sono qui per il loro volo
anche se un piccolo gruppo si era già lanciato
e tutti hanno potuto vedere come va a finire
tutti dicono il più delle volte
il più delle volte non è sempre.
e questo è vero, dico loro.
Alcuni hanno per sicurezza
in un angolo
si sono lisciati meglio le gambe
alcuni si ingrassano
per scivolare con più agio
verso il basso e poi, come dicono,
se il tempo della caduta
non si mangia tutto il tempo
se dentro ci sarà abbastanza tempo
qualcosa, dicono succederà
il corpo troverà la sua risposta
imparerà a volare
perché il volo è un dono, una risposta di sopravvivenza
a nessuno può essere dato
se non a chi ha perduto la terra sotto ai piedi.
Figuriamoci, fate pure,
togliete pure la terra
ma non aspettatevi, in cambio, ali.
E allora non avremo più bisogno di te
dicono.
io non ho interesse, come ho detto
non faccio che guardare
le mie parole, le parole che verranno
saranno sempre loro a dettarmele
sono troppo all'antica
non credo che tutto debba essere sostituito
se non abbiamo le ali questo significa
che dovremmo rassegnarci a non volare
volare come loro
ma in alto il gruppo dei terzi sono già pronti
si lasceranno cadere perché hanno questa loro fede
stretta forte al dito
che a me manca
mi è sempre mancata, al dito,
anche quando forse, più giovane
avrei voluto anch'io provare.
La caduta contiene il volo
questo l'ho detto io, non lo nego,
ma non intendevo istigarli a cadere
non intendevo essere preso alla lettera
erano parole dette soprattutto
per infondere fiducia nello sguardo
per suggerire l'cchio con cui guardare
non altro.
e invece quelli sono settimane che mi prendono alla lettera
come se fossi il loro Papa
e non mi portano niente da mangiare.
Resto seduto perché non credo
ma la loro ostinazione mi commuove
non ci voglio mettere giudizio
non ci voglio mettere altro che la mia incredulità.
qualcuno si ostina a dire che non c'è ragione per non credere
questa è la nostra prova, dice, non possiamo rinunciare
e da qui, da lassù
sono settimane che si preparano
al loro lancio.
come pennuti
si disegnano piume sulle caviglie
compiono riti propiziatori
sperano
aprono scatolette.
Non gli basta più ascoltare
né gli basta più sapere
vogliono provare con il corpo
vogliono scrivere tutto da soli.
il mio lavoro è presto non esisterà più.
hanno già editato manuali
tutte le possibilità virtuali
hanno già trovato la loro collacazione.
eppure io resto seduto,
guardo in alto perché il loro volo mi parli
la sola cosa che mi interessa
è connettere quel loro volo
al domani.
questo faccio
perché questo faceva mio padre
e questo faccio
perchè questo so fare.
altro non so.
non è il mio futuro, come ho detto
il volo non è per me.
chi legge non può chiedere nulla per se
questo lo sanno.
per questo dovrebbero nutrirmi
ma sono distratti
continuamente distratti dalle celebrazioni
dal rischio a cui vanno incontro nel tentativo
di sostituirsi a loro.
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