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martedì 25 dicembre 2012
ci sono troppe cose
di nuovo antibiotici tosse e clenil via aerosol
comunque è deciso: domani a cena farò omelettes con i semi di papavero.
mi leggo una biografia su emily dickinson e faccio i miei ragionamenti
sul fatto se sia meglio, nella vita, essere un segno,
o chi lo decifra.
non dormirò mai più,
ci sono troppe cose.
gurdjef diceva che i cattivi pensieri è proprio meglio non esprimerli, non lasciarli uscire. diceva che se tu trattieni un cattivo pensiero, risparmi comunque molta più energia di quella che spendi se lo esprimi. perché, a sua detta, quando esprimi un cattivo pensiero, diventi preda di qualcosa che non può andare in una direzione, diciamo (per semplicità) costruttiva. mentre se questo cattivo pensiero te lo tieni, lo fermi, non lo fai uscire, dopo un po' (sempre secondo gurjeff) si stanca di stare lì e si trasfroma in qualcosa di più utile e di migliore.
altri però invece dicono che se trattieni troppo i cattivi pensieri ti viene il cancro.
non saprei.
sabato 15 dicembre 2012
punto di vista
facciamo un esempio. un combattimento tra galli.
c'è il punto di vista dei galli. gallo uno , gallo due.
chi vince?
è chiaro: chi sta vincendo pensa tutta la situazione
c'è il punto di vista dei galli. gallo uno , gallo due.
chi vince?
è chiaro: chi sta vincendo pensa tutta la situazione
a suo favore.
poi c'è il punto di vista di chi guarda i galli.
di chi ha scommesso.
di quanto ha scommesso.
poi c'è il punto di vista delle galline
poi c'è il punto di vista di chi perde e quanto
di quanto gli costa perdere
poi il punto di vista di chi vince
di quanto guadagno gli porta quella vittoria
singola
e di quante vittorie gli servono
per vincere
poi c'è il punto di vista dei curiosi
di quelli che sono lì solo per guardare
e non scommettono niente
poi c'è il punto di vista dei galli
che devono ancora combattere
di quelli che hanno già combattuto
e hanno perso
di quelli che non combatteranno mai
perché sono troppo deboli
o troppo vecchi o malati dalla nascita
e non hanno mai combattuto
poi c'è il punto di vista
dei pulcini appena nati,
di quelli che diventeranno galli
o galline
o polli arrosto esposti nelle vetrine calde
poi c'è il punto di vista di chi non è previsto
sta da barbiere o sfoglia il giornale,
sale o scende le scale
si beve un caffè
si smazza le carte
semplicemente non c'è
è da un'altra parte
si alza,
si siede,
non visto,
non vede.
non vede.
poi c'è il punto di vista di chi guarda i galli.
di chi ha scommesso.
di quanto ha scommesso.
poi c'è il punto di vista delle galline
poi c'è il punto di vista di chi perde e quanto
di quanto gli costa perdere
poi il punto di vista di chi vince
di quanto guadagno gli porta quella vittoria
singola
e di quante vittorie gli servono
per vincere
poi c'è il punto di vista dei curiosi
di quelli che sono lì solo per guardare
e non scommettono niente
poi c'è il punto di vista dei galli
che devono ancora combattere
di quelli che hanno già combattuto
e hanno perso
di quelli che non combatteranno mai
perché sono troppo deboli
o troppo vecchi o malati dalla nascita
e non hanno mai combattuto
poi c'è il punto di vista
dei pulcini appena nati,
di quelli che diventeranno galli
o galline
o polli arrosto esposti nelle vetrine calde
poi c'è il punto di vista di chi non è previsto
sta da barbiere o sfoglia il giornale,
sale o scende le scale
si beve un caffè
si smazza le carte
semplicemente non c'è
è da un'altra parte
si alza,
si siede,
non visto,
non vede.
non vede.
io vorrei credere a tutto
io vorrei credere a tutto.
alle creme
alle preghiere
alle istruzioni per l'uso
al detersivo ecologico
alle proposte di pace
alla reincarnazione
alle sigarette elettroniche
agli orari dei treni
all'idrocolonterapia
ai contratti vodaphone
agli amici su facebook
ai cinque tibetani
al win for life
alla famiglia
alla legalità
al blu oltremare
al rosso rubino
al bianco d'ossa.
alle creme
alle preghiere
alle istruzioni per l'uso
al detersivo ecologico
alle proposte di pace
alla reincarnazione
alle sigarette elettroniche
agli orari dei treni
all'idrocolonterapia
ai contratti vodaphone
agli amici su facebook
ai cinque tibetani
al win for life
alla famiglia
alla legalità
al blu oltremare
al rosso rubino
al bianco d'ossa.
sabato 24 novembre 2012
24|11|12
gesticola e tace:
l'intraducibile.
mercoledì 21 novembre 2012
cosa raccogli
se
tracci una linea dritta ci pensi
che
è anche possibile che sbagli
che
è anche possibile
ma
mentre la strada sale e tu
le
vai dietro
come
vai dietro
a
tutto quello che cammina
come
vai dietro
mentre
la strada sale
e
non si potrebbe - dicono -
non
si dovrebbe
perché
sai quante cose sbagliate facciamo in una vita
in
un anno
o
anche solo in una settimana, bene e allora tu
che
vuoi
cosa
raccogli
cosa
ti chini come sempre a raccogliere
più
giù non c'erano neanche fiori
perché
io li ho visti laggiù
non
c'erano
perché
l'hanno già detto
che
non ci sono fiori
li
hanno mangiati tutti
non
ci sono più
li
hanno mangiati tutti
ma
non importa
perché
non importa a nessuno
l'hanno
già detto
che
l'avevano già detto
per
tanti anni l'avevano detto
e
non lo dicono più
se
li sono mangiati perché avevano ragione
quelli
che avevano ragione se li sono mangiati
perché
non ci sono più
adesso
le
cose di prima,
le
smancerie
l'avevano
detto
che
le smancerie stavano per finire
che
sono finite
adesso
le
smancerie
per
tutti
non
ce n'è più smancerie per nessuno
se
le sono mangiate tutti
tutti
quelli che avevano ragione si sono mangiati
le
smancerie
e
le carezze
e
le cose accarezzate
perché
non ci sono più
una
volta forse si vedevano ancora brillare
le
luci
delle
cose accarezzate
che
non c'erano più
ma
adesso no.
Perché
le hanno mangiate
che
l'avevano detto
e
fatto.
E
mentre la strada saliva
e
tu dietro
sempre
dietro
a
salire dietro
come
un bue di quelli che seguono senza saperlo
come
un agnello di quelli che seguono senza saperlo
dove
vanno
la
strada non lo sapeva neanche
che
poi non c'erano più
che
dopo di lì non si partiva più
perché
non c'erano e basta
erano
finite da tempo
le
strade non avevano più neanche un nome
perché
i nomi sono cose d'altri tempi
sono
cose di quando si andava ancora
fin
da qualche parte
per
poi tornare
per
poi andare da un'altra parte
e
tornare
e
vedere se i campi erano di spighe o di girasoli
o
per esempio anche
i
canali
o
i ponti sui torrenti
che
adesso non ci sono più.
erano
cose che nessuno toglieva
erano
cose date dalla natura
per
essere messe lì per gli uomini
da
qualche parte
per
essere viste o raccolte
e
messe lì per quello
come
visioni
durante
le passeggiate
o
anche se c'era la neve
per
esempio
erano
sempre sotto
aspettavano
la neve per stare sotto
per
fare la sorpresa di rinascere sempre
nello
stesso posto
per
fare anche uno scherzo
a
chi passava
che
non c'era più nessuno
e
poi di nuovo
c'era
qualcuno
che
qualcuno c'era sempre
sotto
la neve
ad
aspettare
(per
dire).
ma
mentre segui la strada
adesso
non
c'è più
è
soltanto un salire inutile
per
non dire
un
salire senza fine
per
non dire
un
salire senza pace
senza
ritorno
un
salire soli
spinti
dalla mano che spinge su
in
salita
quelli
che non ci vogliono andare
perché
l'avevano detto tutti
che
sarebbe successo
che
sarebbe stata una disavventura
che
si sarebbe abbattuta davvero
non
come alla televisione
non
come da qualche altra parte
con
i fanghi o i veleni
di
qualcun altro
o
sotto la pelle di qualcun altro
o
dentro le case di qualcun altro
lontano
o negro
o
filippino
o
a Salvador de Bahia
si
sarebbe abbattuta più vicino
molto
più vicino
una
cosa che ti può fare del male
che
ti può toccare
come
ti può spingere
come
ti può trascinare
dove
loro vogliono o dove loro hanno deciso
com'era
stato scritto
che
si può dire che non fosse stato scritto
dovunque
nei
segni
sulla
faccia di tutti quelli che lo sapevano già
e
piangevano da molto tempo
o
pregavano o piangevano
o
anche niente
come
sempre
seduti,
aspettano
o
anche prendere un caffè
o
pescare dei piccoli pesci da ributtare subito in acqua
per
non farli morire
per
pescarli di nuovo
da
ributtare subito dentro
per
non farli morire
per
pescarli di nuovo
sempre
come un gioco,
o
anche niente del tutto
come
un'attesa
qualcosa
di vero che succede
ma
questa volta davvero
come
una spinta
ma
questa volta davvero
c'era
scritto e l'avevano detto.
qualcuno
l'aveva detto
e
qualcuno l'aveva anche scritto
tanto
tempo fa
non
molto tempo fa.
Prendi
il tempo
lo
usi per ricordarti tutto
dove
eravamo
la
mano dov'era posata
o
anche la parola esatta
o
la poltrona
il
rubino del velluto
che
ti fa male
quelle
date sui cartellini
come
un inventario di tutte le cose fatte
come
dimostrazioni per dire
io
c'ero
ci
sono stato
sono
rimasto a guardare
a
ricordarmi tutto
come
se la vita fosse un memory
con
tutte le carte spostate
i
doppi
che
ti ricordavi qui
e
qui
che
scopri le carte e ti ricordi tutto
perché
c'eri
perché
ci sei stato
dove
stavamo noi un tempo
anche
appoggiati
che
per non starsi addosso le cose
si
devono anche spostare
per
non starsi addosso
si
devono mettere più comode le cose
come
più distribuite
come
più distese
nell'aria
ma
anche davanti, anche nella casa
o
fuori
anche
tra i rami
tra
alberi
e
sui tetti o più sopra
hanno
voluto dirci tutto
per
filo e per segno
e
poi hanno spento tutto
per
non farcelo vedere più
il
buio
di
prima
di
quelli che lo facevano da tempo
da
sempre
queli
che lo facevano più terribile di quello che è
il
buio
come
una sostanza di veleno senza sogni
senza
un perché
ma
dopo si è visto bene
che
non c'era da aver paura
che
tutti lo fanno
come
avevano detto
che
tutti lo fanno
anche
se non lo sapevano
o
forse non lo volevano sapere.
Per
motivi suoi
per
ragioni che non si sanno
quando
ha lasciato cadere tutto
qualcuno
l'aveva detto
o
pensato
in
un altro modo
come
in un sogno al contrario
una
strada che sale
per
scendere più su
è
molto più giusto così
come
infatti avevano detto
che
sarebbe stato giusto
e
come infatti è stato
per
quelli che hanno visto
e
potuto vedere con i loro occhi
per
toccare con mano la verità
che
è consegnata sempre in una scatolina piatta
di
cartone o di bronzo
che
poi qualcuno vince
o
libera
o
non vuole
o
vince senza volerlo
come
un essere umano
senza
volerlo
si
china a raccogliere qualcosa
che
non era suo
lo
raccoglie dal suo cadere
e
lo porta con sé
per
salvarlo dal essere calpestato
distrutto
Cosa
raccogli?
il
destino dell'uomo
il
futuro dell'umanità
di
un certo tipo di umanità
i
prati invece
o
la voce degli altri
come
animali che piangono
quello
stare attenti
a
voler prendere piano
distanza.
lunedì 19 novembre 2012
per non sentirsi soli
aspettare cose
piccole
ma puntuali,
darsi dei compiti
e rispettarli fedelmente,
guardare l'estraneo
come l'amato altrui.
sabato 17 novembre 2012
17|11|12
le contraddizioni
non si pacificano con la guerra
ma si posticipano
perché la guerra crea un sollievo
dà l'illusione di avere più chiaro tutto
non si pacificano con la guerra
ma si posticipano
perché la guerra crea un sollievo
dà l'illusione di avere più chiaro tutto
che la giustizia si apra un varco.
non importa bene cosa sia questa giustizia
se risalga a un giorno a un anno
a cinquantanni o a mille
è come se ammazzarsi fosse una cura
contro la fatica di pensare alle cose umanamente
troppo difficili.
se ci fosse dio, basterebbe un fulmine.
non importa bene cosa sia questa giustizia
se risalga a un giorno a un anno
a cinquantanni o a mille
è come se ammazzarsi fosse una cura
contro la fatica di pensare alle cose umanamente
troppo difficili.
se ci fosse dio, basterebbe un fulmine.
giovedì 15 novembre 2012
15|11|12
Prima di andarsene
la luce fa il gioco più crudele
di rivelare le cose
nell'atto d' esser vere
e disparire.
martedì 13 novembre 2012
novembre
1
i segni indelebili, col tempo, non significano più nulla.
2
è colpa del tempo lineare
se le cose primaverili ignorano
a quale primavera appartengono.
mercoledì 7 novembre 2012
una volta
dietro la porta
vicino alla scala
non saprei dire bene
dove avevamo
un grillo
era entrato una notte
che faceva fatica
non cantava per niente
ma si vedeva che non era
uno scarafaggio.
lunedì 5 novembre 2012
giovedì 25 ottobre 2012
perdere
questa classe di privilegio transnazionale, globale, agisce per mantenere i propri vantaggi a discapito della classe "lavoratrice", la quale, dopo aver conquistato molte garanzie dopo la seconda guerra mondiale, adesso li deve, secondo loro, perdere.
il fatto è che questi per garantirsi la sicurezza della propria ricchezza, dovesse impoverire il più possibile la classe lavoratrice, altrimenti, dandole troppe garanzie, la cosa non si sa come si incrina in un modo che per questi potenti transnazionali globalizzati non sono contenti perché si sentono in pericolo.
perché si sentono in pericolo?
perché quando uno ha paura di perdere quello che ha ha sempre paura. anche la classe lavoratrice ha paura di perdere quello che ha, però meno, anche perché in un certo senso negli ultimi anni si è abituata. quando uno si abitua in un certo senso ha meno paura. perché diventa una cosa normale questo fatto di perdere.
però questo non si sa come sia destinato a finire, in che modo finirà male. anche se si sa che comunque è una cosa desinata a finire male. però questo male dipende anche da che parte lo vedi. perché per certi aspetti, se lo vedi dal punto di vista della classe di privilegio tutto sommato non è poi così male, anche se uno non è mai sicuro di come va a finire sicuro sicuro.
però chi lo sa, qualcosa potrebbe pure capitare, non si sa cosa. perché nessuno lo sa. cioè, nessuno lo sa anche perché chi c'è che lo potrebbe sapere?
questa classe di cui parliamo che si chiama classe lavoratrice, diciamo, che comprende tutti quelli che in certo senso sono insicuri e incerti sul proprio futuro e anche sul futuro dei loro figli, non sanno molte volte neanche chi sono. perché hanno molto da fare a fare quello che fanno per non andar giù. perché se vai giù dopo tornare su è molto molto difficoltoso. e questo lo sanno bene.
infatti quelli della classe privilegiata globalizzata transnazionale contano molto su questo non sapere e su questo fatto che se vai giù non è sicuro che tornerai mai su e quindi il fatto che ti conviene impegnare tutte le tue energie nel non andar giù o almeno nell'andarci il più piano possibile quasi non accorgendotene.
non accorgersene è abbastanza importante per ogni cosa. anche morire per esempio, tutti prima o poi muoiono, ma un conto è se lo fai piano piano non accorgendotene, un conto e se ti passa un tram sopra, per esempio. quello è sempre morire ma si potrebbe dire che non è la stessa cosa, sono quasi, si potrebbe dire, due cose diverse, due morti diversi. uno è un morto più adagiato, l'altro è un morto che è diventato morto così in fretta che mentre moriva era ancora troppo vivo per non accorgersene, e questo è più difficile, ache se è la stessa cosa. sono cose diverse, anche se sono uguali.
domenica 21 ottobre 2012
embarrassment
non mi piace quando mi parli nella testa
quando la voce mi percuote cieca.
ci sono tanti di quegli animali
le aquile, i colibrì, i ricci, le marmotte,
vivono benissimo lo stesso:
si amano mute
senza biasimarsi tanto
con la bocca.
quando la voce mi percuote cieca.
ci sono tanti di quegli animali
le aquile, i colibrì, i ricci, le marmotte,
vivono benissimo lo stesso:
si amano mute
senza biasimarsi tanto
con la bocca.
cosa ne puo' sapere
la crema da notte
la metto quando mi ricordo
non importa se mattino notte o pomeriggio,
crema da giorno, crema da notte,
cosa potrà mai esserci di così diverso
in quella cosa da spalmarsi sulla faccia
cosa ne può sapere lei
se fuori c'è il sole o no.
la metto quando mi ricordo
non importa se mattino notte o pomeriggio,
crema da giorno, crema da notte,
cosa potrà mai esserci di così diverso
in quella cosa da spalmarsi sulla faccia
cosa ne può sapere lei
se fuori c'è il sole o no.
sabato 20 ottobre 2012
ecodosi
Queste capsuline azzurre
lavaggio anche a bassa temperatura
con competenza gentile
perseguono l'oblìo
dell'imperfezione
della morte.
lavaggio anche a bassa temperatura
con competenza gentile
perseguono l'oblìo
dell'imperfezione
della morte.
domenica 7 ottobre 2012
la brevità del nulla
La
brevità del nulla
valentina
diana
1
Una signora che aspettava l'autobus con
me
ha detto a un'altra signora che
aspettava
che il cardiologo oggi la voleva in
ospedale.
Ma lei gli ha detto che oggi non si può
ricoverare
perché prima non ho neanche il pigiama
devo andare a casa a prendere qualcosa.
Il cardiologo le ha detto per il cuore
non si fa niente
se si vuole ancora farlo battere. Ma la
signora ha detto
prendo il pigiama.
2
Avere un bel trapano, di marca buona è
molto importante
anche se non lo usi tanto, lo tieni lì.
Ci sono anche,
si trovano certi trapani che con poco
te li porti a casa
ma poi è sempre la stessa cosa.
3
Con i figli se non si stabiliscono
delle regole
non vai da nessuna parte. La regola
poco alla volta
nella testa lavora e va molto in
profondità
e rimangono impressi questi segni netti
che sono come un'insegna luminosa
dentro.
4
La mamma della mia amica le telefona
continuamente
per sapere se è il suo il numero che
ha composto.
La fa pensare
il numero di telefono e vicino il nome
della figlia.
Le fa venire voglia di provare a
vedere.
Se componeva il numero poi rispondeva
lei.
5
Ci sono molti giovani che dopo avere
studiato matematica
ed essersi laureati con il massimo dei
voti decidono per esempio
di allevare mucche in Australia o di
dedicarsi all'agricoltura.
Hanno dei bei capelli lunghi e i
pantaloni di chi se ne frega della moda.
Molti giovani anche quando le
opportunità non ci sono usando le mani
riescono a trovare una propria
dimensione e spesso fanno molti figli
facendoli vivere all'aria aperta con
uno stile di vita molto sano e stimolante.
6
La mamma della mia amica ha la badante
tratta male tutte le badanti
che le manda via non ce la fanno più
è un problema trovare qualcuno
che ti possa fidare giorno e notte
sulla pazienza.
7
Certe donne sono già abituate non gli
dispiace
stare tanto separate dai figli non gli
dispiace
lavorare lontano perché molto dipende
dallo spirito di sacrificio che a volte
è anche
nella loro cultura.
Non ce l'hanno proprio come noi
figurati
lontano dai figli è una cosa che
neanche.
Perché comunque la mamma. Crescono i
figli
e seguirli non se ne parla.
8
Quando la nonna era incinta di tuo
padre
ha detto mia zia, pensa che stava
talmente male
all'ottavo mese che lo zio Mario che
era il figlio
del nonno Davide erano medici ha
pensato
a quel punto se non ce la faceva più
farla abortire.
Per dire come stava la nonna.
9
Mio fratello con mia madre non ci ha
più parlato.
Anche con mia nonna mio fratello non ci
parla più.
Mia nonna non parla più con mio
fratello e mia madre
non ce l'ha con mio fratello ma non gli
parla
dato che non ha voglia di menate.
Perché una sera mio fratello ha detto
a mia madre
di non trattare male suo marito che è
troppo anziano.
A nessuno piacciono i vecchi anziani
sgridati
e comandati a bacchetta. Però, ha
detto mia madre
perché non ti fai i cazzi tuoi.
10
All'ospedale ci sono tante sedie di
plastica a sedere
sono due vecchie una più vecchia tiene
in mano un foglio.
Sul foglio c'è scritto la parola
carcinoma.
Passa una donna giovane col camice
aperto e le crocs rosa
sono la psicologa dice col sorriso
indica il cartellino chiede
se non dispiace ho alcune domande per
una ricerca sul benessere
dei pazienti oncologici.
La vecchia strizza gli occhi guarda
lontanissimo
la signorina stanno al punto uno al
punto due
quelle domande facili alle quali
rispondere sempre sì
è così pulito in ordine quel foglio
dispiace. Nessuno
sa le cose che non sa né sanno le
statistiche. Qualcosa sul miglioramento.
Sul muro strisce verdi del
cromoprogramma.
la tranquillità va verde chiaro.
venerdì 5 ottobre 2012
appunti su La bicicletta rossa
io partirei dal fatto che non si sa più chi è il nemico.
il nemico una volta lo si sapeva, era il lupo.
qui c'è un cattivo, ci sono dei cattivi, ma non hanno faccia.
anche i sistemi economici, una volta era tutto o così o così: marx, il capitalismo, si poteva dire: qua stanno i sistemi economici buoni, che vogliono il bene dei poveri e qua stanno quelli cattivi, che vogliono ingrassare solo pochi potenti.
ma poi si è scoperto che anche i sistemi buoni, se applicati alla cazzo, davano come risultato sempre l'oppressione e la miseria da una parte (tanta) e la ciccia grassa dall'altra (poca)
adesso è tutto difficile perché non si riesce neanche a rappresentare,
a farsi un'idea chiara del perché succeda quello che succede.
non c'è più il capitalista col cappello,
non c'è più il principe col castello
non si vede dove va
la ricchezza.
ci si accorge solo che non c'è.
qua non c'è
qua neanche
dove sarà?
chi ce l'avrà?
mah
e allora uno si chiede: se qua non c'è
beh, sarà che qualcuno se l'è messa da parte
chi la vede?
tu la vedi?
mi sa che c'è qualcuno da qualche parte
che sta troppo bene
visto che qualcun altro da qualche altra parte
sta troppo male.
però il perché, (le inferenze logico causali)
mi sfuggono.
la borsa, i titoli, lo spread,
tutte queste cose virutali che vanno su e giù
e fanno diventare povera la gente
sono troppo lontane da me
non riesco a metterle in relazione
con la mia situazione
e perciò rischio di rassegnarmi
perché se uno una cosa non la capisce
cosa fa?
spallucce.
si compra un gratta e vinci
o se ci crede
prega.
baci a tutti
il nemico una volta lo si sapeva, era il lupo.
qui c'è un cattivo, ci sono dei cattivi, ma non hanno faccia.
anche i sistemi economici, una volta era tutto o così o così: marx, il capitalismo, si poteva dire: qua stanno i sistemi economici buoni, che vogliono il bene dei poveri e qua stanno quelli cattivi, che vogliono ingrassare solo pochi potenti.
ma poi si è scoperto che anche i sistemi buoni, se applicati alla cazzo, davano come risultato sempre l'oppressione e la miseria da una parte (tanta) e la ciccia grassa dall'altra (poca)
adesso è tutto difficile perché non si riesce neanche a rappresentare,
a farsi un'idea chiara del perché succeda quello che succede.
non c'è più il capitalista col cappello,
non c'è più il principe col castello
non si vede dove va
la ricchezza.
ci si accorge solo che non c'è.
qua non c'è
qua neanche
dove sarà?
chi ce l'avrà?
mah
e allora uno si chiede: se qua non c'è
beh, sarà che qualcuno se l'è messa da parte
chi la vede?
tu la vedi?
mi sa che c'è qualcuno da qualche parte
che sta troppo bene
visto che qualcun altro da qualche altra parte
sta troppo male.
però il perché, (le inferenze logico causali)
mi sfuggono.
la borsa, i titoli, lo spread,
tutte queste cose virutali che vanno su e giù
e fanno diventare povera la gente
sono troppo lontane da me
non riesco a metterle in relazione
con la mia situazione
e perciò rischio di rassegnarmi
perché se uno una cosa non la capisce
cosa fa?
spallucce.
si compra un gratta e vinci
o se ci crede
prega.
baci a tutti
fin dal primo mattino
quelli dell'inquisizione
avevano molto da fare.
Avevano da redigere dei faldoni
per documentare.
Infatti il fatto di documentare
rende giustizia.
mercoledì 3 ottobre 2012
se sia vero o no
Mi chiedo se sia vero o no.
Un essere umano è quello che si fa la doccia la mattina, che prende il grappino,che lava la macchina, che quando compra il pane e il latte e lo zucchero gli danno in omagggio la bustina di pectina per la marmellata, che paga la bolletta della luce dal tabaccaio, che si accorge che i freni della bici sono da registrare, che bagna le piante, che fa la raccolta differenziata, che fa la raccolta punti del supermercato per una padella antiaderente, che cerca il distributore dove la benzina senza piombo costa tredici centesimi di euro in meno, che se ha mal di schiena prende un voltaren, che se ha mal di testa prende un moment, che se ha mal di pancia prende un buscopan,che compra il giornale, che legge il giornale, che scrive su facebook, che gli si rompe un dente e non ha i soldi per andare dal dentista, che cerca di essere gentile, che risponde: non mi interessa, grazie,ho già cambiato compagnia telefonica due mesi fa,che si prova le scarpe ma non se le compra, che gratta il gratta e vinci, che perde le chiavi di casa, che si dimentica i soldi nel bancomat, che di notte non dorme, che crede in un Dio che però non è un Dio, che però è un qualcosa che non si sa se ci sia davvero o no, ma che in certi momenti sembra impossibile che non ci sia nessuno, che fa gli esami del sangue, che prende le pastiglie per la pressione, che compra le cose in scadenza a metà prezzo,che fale promesse, prometto di non bere più, prometto di non fumare più, prometto di fare ginnastica tutte le mattine, prometto di sforzarmi di non arrabbiarmi più,che piega le camicie e le mette nel cassetto,che piega le mutande e le mette nel cassetto, che butta via la pubblicità che trova nella buca delle lettere, che fa gli esami di routine, gli esami del sangue, il saldo via internet, il bonus luce, il bonus gas, compra la birra, compra il caffè, la guarnizione per la caffettiera, il massaggio in omaggio, la depilazione a luce pulsata, il parcheggio orario,la tariffa flat del wifi, il congiuntivo sbagliato, il compleanno mancato,il treno sporco, il biglietto timbrato due volte, i cani da sopprimere, l'oroscopo, il detersivo biologico, il formaggio di soia, il terrorismo internazionale, l'euro, le tecniche per curare la miopia senza intervento chirurgico, le foto dei gatti, le creme antirughe, il sesso sublimato,il circolo dei lettori, il festival dello gnocco fritto, il festival dell'agnolotto, la retrospettiva sulla piadina, la pace nel mondo, la fame nel mondo, la liposuzione, i campi nomadi, come smettere di fumare se sai come farlo, il benessere dell'intestino, l'iridologia, la terapia del dolore, l'anima gemella, la fotografia digitale;oppure no. Oppure non si può sapere.
Oggi ho incontrato l'osteopata al bar, mi ha offerto il caffè, è stato imbarazzante.
Non si sa più niente.
Se sia vero o no che ci sia qualcosa dietro alle cose.
Dici che bisogna avere chiaro il punto di arrivo, che quello che è importa è tenere ferma la posizione. Non importa quanto ci metti, né se procedi in linea retta, quello che conta è che tu sai che stai andando là. Ma quando dici là, cos'è questo là, questo punto di arrivo che muove tutto, di preciso?
Pensi che possa esistere un momento nel quale uno dice: bene, ecco qua, sono arrivato. Ce n'è voluta, ma finalmente sono arrivato. Come quelli che finiscono un puzzle e poi lo incollano lo fanno inquadrare e lo appendono in bagno o in entrata. Come se l'immagine ricomposta fosse il senso di un puzzle. Mentre il senso del puzzle è proprio il contrario, è proprio tutto il contrario il senso di un puzzle. Se vogliamo il senso di un puzzle consiste nella ricerca dei pezzi. La vita mi sembrerebbe più un insieme di puzzle con dei pezzi mancanti, tutti mescolati insieme, e noi dovremmo prima di tutto capire, distinguere un puzzle dall'altro, separare ciò che ci appartiene da ciò che appartiene a qualcun altro, che è un puzzle che non vedremo, che non comporremo noi, che non sapremo cosa rappresenta. Non di tutto vedremo la fine, solo di quello che per noi rappresenta la fine, che per un altro potrebbe anche essere una parte insignificante, un particolare trascurabile, lo sfondo di una scena in cui a fuoco sta qualcos'altro. Che non possiamo neanche immaginare.
Un essere umano è quello che si fa la doccia la mattina, che prende il grappino,che lava la macchina, che quando compra il pane e il latte e lo zucchero gli danno in omagggio la bustina di pectina per la marmellata, che paga la bolletta della luce dal tabaccaio, che si accorge che i freni della bici sono da registrare, che bagna le piante, che fa la raccolta differenziata, che fa la raccolta punti del supermercato per una padella antiaderente, che cerca il distributore dove la benzina senza piombo costa tredici centesimi di euro in meno, che se ha mal di schiena prende un voltaren, che se ha mal di testa prende un moment, che se ha mal di pancia prende un buscopan,che compra il giornale, che legge il giornale, che scrive su facebook, che gli si rompe un dente e non ha i soldi per andare dal dentista, che cerca di essere gentile, che risponde: non mi interessa, grazie,ho già cambiato compagnia telefonica due mesi fa,che si prova le scarpe ma non se le compra, che gratta il gratta e vinci, che perde le chiavi di casa, che si dimentica i soldi nel bancomat, che di notte non dorme, che crede in un Dio che però non è un Dio, che però è un qualcosa che non si sa se ci sia davvero o no, ma che in certi momenti sembra impossibile che non ci sia nessuno, che fa gli esami del sangue, che prende le pastiglie per la pressione, che compra le cose in scadenza a metà prezzo,che fale promesse, prometto di non bere più, prometto di non fumare più, prometto di fare ginnastica tutte le mattine, prometto di sforzarmi di non arrabbiarmi più,che piega le camicie e le mette nel cassetto,che piega le mutande e le mette nel cassetto, che butta via la pubblicità che trova nella buca delle lettere, che fa gli esami di routine, gli esami del sangue, il saldo via internet, il bonus luce, il bonus gas, compra la birra, compra il caffè, la guarnizione per la caffettiera, il massaggio in omaggio, la depilazione a luce pulsata, il parcheggio orario,la tariffa flat del wifi, il congiuntivo sbagliato, il compleanno mancato,il treno sporco, il biglietto timbrato due volte, i cani da sopprimere, l'oroscopo, il detersivo biologico, il formaggio di soia, il terrorismo internazionale, l'euro, le tecniche per curare la miopia senza intervento chirurgico, le foto dei gatti, le creme antirughe, il sesso sublimato,il circolo dei lettori, il festival dello gnocco fritto, il festival dell'agnolotto, la retrospettiva sulla piadina, la pace nel mondo, la fame nel mondo, la liposuzione, i campi nomadi, come smettere di fumare se sai come farlo, il benessere dell'intestino, l'iridologia, la terapia del dolore, l'anima gemella, la fotografia digitale;oppure no. Oppure non si può sapere.
Oggi ho incontrato l'osteopata al bar, mi ha offerto il caffè, è stato imbarazzante.
Non si sa più niente.
Se sia vero o no che ci sia qualcosa dietro alle cose.
Dici che bisogna avere chiaro il punto di arrivo, che quello che è importa è tenere ferma la posizione. Non importa quanto ci metti, né se procedi in linea retta, quello che conta è che tu sai che stai andando là. Ma quando dici là, cos'è questo là, questo punto di arrivo che muove tutto, di preciso?
Pensi che possa esistere un momento nel quale uno dice: bene, ecco qua, sono arrivato. Ce n'è voluta, ma finalmente sono arrivato. Come quelli che finiscono un puzzle e poi lo incollano lo fanno inquadrare e lo appendono in bagno o in entrata. Come se l'immagine ricomposta fosse il senso di un puzzle. Mentre il senso del puzzle è proprio il contrario, è proprio tutto il contrario il senso di un puzzle. Se vogliamo il senso di un puzzle consiste nella ricerca dei pezzi. La vita mi sembrerebbe più un insieme di puzzle con dei pezzi mancanti, tutti mescolati insieme, e noi dovremmo prima di tutto capire, distinguere un puzzle dall'altro, separare ciò che ci appartiene da ciò che appartiene a qualcun altro, che è un puzzle che non vedremo, che non comporremo noi, che non sapremo cosa rappresenta. Non di tutto vedremo la fine, solo di quello che per noi rappresenta la fine, che per un altro potrebbe anche essere una parte insignificante, un particolare trascurabile, lo sfondo di una scena in cui a fuoco sta qualcos'altro. Che non possiamo neanche immaginare.
cartelle
Luca ha detto che la struttura ce la si dà semplicemente con le cartelle.
(adesso non ricordo più bene). Lo adoro, gli credo. Ha detto che dovrei procedere in questo modo: aprire una cartella. Dentro la cartella aprire una pagina, denominata per esempio .1.doc e lì metterci, diciamo, l'inizio.
Nella pagina .1.doc ci metto l'inizio, ma posso liberamente andare avanti quanto mi pare. Diciamo che .1.doc dovrebbe essere come una specie di autostrada in cui andare liberi, senza troppe preoccupazioni.
Poi, sempre nella stessa cartella, si dovrebbe aprire un altra pagina denominata .2.doc , o anche .struttura.doc, nella quale si dovrebbero mettere dei punti, in ordine.
In questi punti ci metti giù grossomodo la sequenza o quello che ti viene in mente come sequenza.
l'inizio. Come riprendi certi temi che possono esserci in certi momenti e poi tornare. I temi posso essere messi dentro anche non in ordine. L'importante è che ci sia un certo ordine.
Un'altra cosa che si potrebbe fare è suddividere in sotto cartelle. In ciascuna sotto cartella ci si mette il materiale relativo alle sotto storie. Questo non è necessario, diciamo che ciascuno si muove come più gli pare meglio. Ma nel mio caso, e anch'io sono d'accordo, forse potrebbe essere utile.
Poiché è chiaro anche a lui, che tendo a disperdermi.
Queste sottocartelle potrebbero essere dei luoghi liberi. Non vanno vissute come delle costrizioni, anzi, piuttosto come luoghi di svago.
Per esempio in una sottocartella potrei mettere una dissertazione sui profumi. Prima o poi ce la vorrei mettere una dissertazione sui profumi.
sottocartella: profumi, foglio .1.prof.doc
Non sto scappando. Se parlo dei profumi non lo faccio per scappare. lo faccio perché i profumi sono davvero importanti per me. Per altri potrebbero essere importanti altre cose, i cani, i gatti, la luna. Per me sono importanti i profumi. Non so da dove mi venga questo rapporto stretto con i profumi. Non ho antenati profumieri, mia madre non aveva una profumeria, non sono patita dell'igiene personale.
Mi piacciono i profumi per la sottigliezza della comunicazione, perchè credo che l'olfatto sia uno dei sensi più sottovalutati.
Fin da bambina mi piacevano i profumi. Mi piaceva annusare le bottigliette dei profumi delle mamme degli altri, svitandone di nascosto i tappi e inspirando profondamente. Le mamme degli altri di solito tenevano le bottigliette dei profumi in posti in evidenza, indifferentemente dal fatto che le bottigliette fossero vuote o piene. All'inizio mi sembrava quasi una volgarità esporre i propri profumi finiti, come vecchi trofei. pensavo fosse un modo per dire: ho usato anche questo, e questo, e questo. Molto dopo ho capito che era per via della forgia della bottiglietta che venivano esposti, i profumi. E' una cosa né brutta né bella, avere l'abitudine di esporre le carcasse vuote dei propri profumi. A me, comunque, questa abitudine ha consentito di fare un'esperienza e di conseguire una certa competenza olfattiva, già a partire, diciamo, dai primi anni ottanta.
fine del foglio.
Di sottocartelle ne potremmo aprire quante ne vogliamo. L'importante è poi che uno sappia cosa farsene del contenuto delle sottocartelle.
non si può, questo è beninteso, andare avanti tutta la vita ad aprire sottocartelle.
sottocartella: tranfinito|infinito, foglio .1.Paul Coehn.doc
l'esistenza di un numerico cardinale è stata dimostrata indecidibile
fine del foglio.
sottocartella: incompletezza, foglio .1.goedel.doc
sottocartella: incompletezza, foglio .2.goedel.doc
Nonostante le apparenze, non vi è nulla di circolare in un tale
enunciato, dal momento che esso all'inizio asserisce
l'indimostrabilità di una formula ben determinata, e solo in
seguito, quasi per caso, risulta che questa formula è proprio quella
che esprime questo stesso enunciato.
Molti non compresero appieno il senso delle affermazioni di Gödel, ritenendo che il suo teorema avesse definitivamente distrutto la possibilità di accedere a verità matematiche di cui avere assoluta certezza.
sottocartella: gatto di Schrödinger,
foglio .1.compiere un'osservazione.doc
(adesso non ricordo più bene). Lo adoro, gli credo. Ha detto che dovrei procedere in questo modo: aprire una cartella. Dentro la cartella aprire una pagina, denominata per esempio .1.doc e lì metterci, diciamo, l'inizio.
Nella pagina .1.doc ci metto l'inizio, ma posso liberamente andare avanti quanto mi pare. Diciamo che .1.doc dovrebbe essere come una specie di autostrada in cui andare liberi, senza troppe preoccupazioni.
Poi, sempre nella stessa cartella, si dovrebbe aprire un altra pagina denominata .2.doc , o anche .struttura.doc, nella quale si dovrebbero mettere dei punti, in ordine.
In questi punti ci metti giù grossomodo la sequenza o quello che ti viene in mente come sequenza.
l'inizio. Come riprendi certi temi che possono esserci in certi momenti e poi tornare. I temi posso essere messi dentro anche non in ordine. L'importante è che ci sia un certo ordine.
Un'altra cosa che si potrebbe fare è suddividere in sotto cartelle. In ciascuna sotto cartella ci si mette il materiale relativo alle sotto storie. Questo non è necessario, diciamo che ciascuno si muove come più gli pare meglio. Ma nel mio caso, e anch'io sono d'accordo, forse potrebbe essere utile.
Poiché è chiaro anche a lui, che tendo a disperdermi.
Queste sottocartelle potrebbero essere dei luoghi liberi. Non vanno vissute come delle costrizioni, anzi, piuttosto come luoghi di svago.
Per esempio in una sottocartella potrei mettere una dissertazione sui profumi. Prima o poi ce la vorrei mettere una dissertazione sui profumi.
sottocartella: profumi, foglio .1.prof.doc
Non sto scappando. Se parlo dei profumi non lo faccio per scappare. lo faccio perché i profumi sono davvero importanti per me. Per altri potrebbero essere importanti altre cose, i cani, i gatti, la luna. Per me sono importanti i profumi. Non so da dove mi venga questo rapporto stretto con i profumi. Non ho antenati profumieri, mia madre non aveva una profumeria, non sono patita dell'igiene personale.
Mi piacciono i profumi per la sottigliezza della comunicazione, perchè credo che l'olfatto sia uno dei sensi più sottovalutati.
Fin da bambina mi piacevano i profumi. Mi piaceva annusare le bottigliette dei profumi delle mamme degli altri, svitandone di nascosto i tappi e inspirando profondamente. Le mamme degli altri di solito tenevano le bottigliette dei profumi in posti in evidenza, indifferentemente dal fatto che le bottigliette fossero vuote o piene. All'inizio mi sembrava quasi una volgarità esporre i propri profumi finiti, come vecchi trofei. pensavo fosse un modo per dire: ho usato anche questo, e questo, e questo. Molto dopo ho capito che era per via della forgia della bottiglietta che venivano esposti, i profumi. E' una cosa né brutta né bella, avere l'abitudine di esporre le carcasse vuote dei propri profumi. A me, comunque, questa abitudine ha consentito di fare un'esperienza e di conseguire una certa competenza olfattiva, già a partire, diciamo, dai primi anni ottanta.
fine del foglio.
Di sottocartelle ne potremmo aprire quante ne vogliamo. L'importante è poi che uno sappia cosa farsene del contenuto delle sottocartelle.
non si può, questo è beninteso, andare avanti tutta la vita ad aprire sottocartelle.
sottocartella: tranfinito|infinito, foglio .1.Paul Coehn.doc
l'esistenza di un numerico cardinale è stata dimostrata indecidibile
fine del foglio.
sottocartella: incompletezza, foglio .1.goedel.doc
Nel 1924 si iscrive all'Università di
Vienna, prima con l'intenzione di studiare fisica teorica, matematica
e filosofia. Frequenta il Circolo di Vienna, studia l'opera di Ludwig
Wittgenstein, entra in contatto con il filosofo della scienza Rudolf
Carnap con il quale condivide la passione per la parapsicologia.
Concentra i suoi interessi sulla logica
matematica e, nel 1929, dopo essere diventato cittadino austriaco,
ottiene il dottorato con una dissertazione di cui è supervisore Hans
Hahn che dimostra la completezza del calcolo dei predicati del primo
ordine.
Nel 1933,si trasferisce negli Stati
Uniti, divulga il suo teorema di incompletezza. In questi anni
soffre di vari esaurimenti nervosi che si manifestano in una forma di
ipocondria, in una ossessione per la dieta e per i ritmi intestinali,
per una fobia sugli avvelenamenti alimentari che lo trascinerà a
evitare il cibo fino ad arrivare alla denutrizione.
fine del foglio.
sottocartella: incompletezza, foglio .2.goedel.doc
all'età di venticinque anni
Molti non compresero appieno il senso delle affermazioni di Gödel, ritenendo che il suo teorema avesse definitivamente distrutto la possibilità di accedere a verità matematiche di cui avere assoluta certezza.
Muore praticamente da suicida il 14
gennaio 1978 lasciandosi uccidere dalla fame per paura di essere
avvelenato.
fine del foglio.fine del foglio.
sottocartella: gatto di Schrödinger,
foglio .1.compiere un'osservazione.doc
il gatto ha la stessa probabilità di
essere morto quanto l'atomo di essere decaduto
Senza l'interazione reciproca delle
singole particelle in una realtà macroscopica che ne annulla le
proprietà quantistiche nessuno potrebbe vedere, afferrare, pensare:
in una parola il mondo così come lo conosciamo non esisterebbe
fine del foglio.fine del foglio.
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