l'avevi detto una volta
che sarebbe arrivato il giorno
del grandissimo spartiacque
ma io non ti credevo
perché non riuscivo a figurarmelo
e forse anche per via che a guardare
non ci si credeva.
però è vero,
devo riconoscere che ne avevamo parlato
un giorno mentre lavavi i piatti e dicevi piano
con l'acqua che ti colava dalla mano
sul gomito
che bastava contare
che sarebbe arrivato il grande spartiacque
e che ci avrebbe colti impreparati
anzi, avevi detto,
del tutto impreparati.
quando è venuto il grande spartiacque
tu forse non c'eri.
io non sapevo com'era fatto uno spartiacque
non l'avevo mai visto e neppure
ero riuscita ad immaginarlo.
per questo non l'ho riconosciuto,
l'ho lasciato entrare.
appena è entrato si è capito che qualcosa
era cambiato. quando è entrato
ho subito capito che quello avrebbe potuto essere
il grandissimo spartiacque di cui avevi parlato,
ma non ero sicura.
non ero sicura.
poi non se ne andava più,
infatti l'avevi detto che il grande spartiacque , quando arriva
dopo è difficile che se ne vada. è molto probabile
che quando in una casa arriva il grande spartiacque
non se ne voglia andare, avevi detto,
dove dovrebbe andare un grandissimo spartiacque?
avevi detto. da nessuna parte, dicevo io ridendo
avevi detto. da nessuna parte, dicevo io ridendo
quando la cosa mi pareva così impossibile
e fottutamente curiosa
(non avendo mai visto il grande sparticque pensavo: che sarà mai?
arriverà, noi non lo faremo entrare, si stancherà
e in fine andrà da qualche altra parte)
ma tu scuotevi la testa, dicevi no, tu fai entrare tutti,
farai entrare anche il grande spartiacque un giorno o l'altro,
e quando sarà entrato
non sarà più possibile farlo andare via.
ma smettila, dicevo, ti prometto che se verrà (ma non verrà, pensavo)
se verrà il grandissimo spartiacque qui da noi (ma non verrà,
figurati, pensavo)
figurati, pensavo)
io non lo farò entrare e la cosa finirà lì.
poi, invece, quando è arrivato il grande spartiacque
non sono stata capace di dire niente,
non ha neanche bussato, la porta era aperta.
la tua cattiva abitudine,dicevi, di non chiudere mai le porte.
avrei dovuto telefonarti subito per dirtelo,
avrei dovuto chiamarti e dirti: c'è qualcosa,
è arrivato.
ma tu mi avresti sicuramente chiesto: chi?
e io avrei dovuto dirti al telefono:è lui,
è il grande spartiacque
è il grande spartiacque
e non volevo. non volevo dire il nome
avevo paura.
avevo paura.
ma se può farti piacere, se può darti sollievo,
allora posso dirti che sì,
che avevi ragione quel giorno che lavavi i piatti
e l'acqua colava dalla mano verso il gomito
mentre dicevi: attenzione, fai attenzione, arriverà
il grande spartiacque e tu non lo riconoscerai
e lo farai entrare perché tu fai entrare tutti.
anche se non è vero che facevo entrare tutti
solo il mattino, certe volte,
testimoni di geova che bussavano
perché mi spiaceva che bussassero per niente
anche se poi della parola di dio non mi interessava,
facevo qualcosa,
offrivo un caffè, facevo qualche domanda,
loro erano contenti delle mie domande, giravano il caffè
con lo zucchero, non volevano altro.
loro erano contenti delle mie domande, giravano il caffè
con lo zucchero, non volevano altro.
forse per loro era importante bere molti caffè
la mattina. forse i testimoni di geova
non sono altro che dei grandi bevitori di caffè, ti dicevo.
ma tu dicevi che no, non era così
non bisognava farle più entrare quelle cose
che portavano quelle loro parole stupide
e io dicevo, non fanno male a nessuno le parole
e tu dicevi, bisogna difendersi anche dalle cose che non fanno male a nessuno
bisogna abituarsi a tenere separate
le verità e le bugie
altrimenti prima o poi arriverà il grande spartiacque
e allora sì, che avranno ragione i testimoni di geova,
dicevi.
dicevi.
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