noi facciamo sempre il contrario di quello che diciamo, disse amanda salendo sul treno mentre non ci voleva salire.
luis stava sotto e la salutava da sotto. luis era abituato a vedere amanda salire su treni sui quali non voleva salire, non le chiedeva mai, perché non scendi, allora?
amanda voleva sempre delle risposte quando stava per partire. odiava partire, perciò le venivano in mente tante domande finali.
luis al suo posto, da terra, non capiva perché amanda avesse tanta fantasia per le domande a tempo.
amanda sapeva che certe risposte possono venire solo quando non c'è tempo per rispondere. amanda amava luis, solo quando luis stava per essere lasciato dal treno e con lei sopra. la colpa, pensava amanda, era del treno.
luis amava amanda che saliva e che scendeva dal treno, la amava aldilà del treno, perché luis non aveva bisogno di risposte.
noi facciamo sempre il contrario di quello che diciamo, non è una domanda, disse luis, è un'affermazione.
perché? chiese amanda, sporgendosi un po' dalla porta del treno, ma senza scendere.
non so il perché, rispose luis, e non so se tutti facciamo davvero il contrario, come dici.
sì, noi lo facciamo, disse amanda, facciamo il contrario.
e perché facciamo il contrario? chiese luis, dato che mancavano ancora sette minuti alla partenza del treno, che non era né troppo tempo, né troopo poco.
perché ci viene, rispose amanda.
non c'era molto tempo. non c'era il tempo di capire perché amanda avesse chiesto questa cosa a luis proprio in quel momento e non c'era modo di intavolare una delle solite discussioni di approfondimento. perciò luis tacque.
poi il treno partì. chissene frega di cosa volevo dire, chissenefrega di cosa volevo dire pensò amanda da sopra il treno.
luis guardò il treno partire, si accese una sigaretta. mentre tornava indietro vide alfredo e lo salutò, perchè luis salutava tutti, anche i tossici e i barboni della stazione.
amanda prese posto nella cuccetta, non aveva voglia di essere amichevole ma nel letto sotto il suo c'era un violoncello e salutò la violoncellista, per rispetto nei confronti del suo violoncello.
poi salì in cima, nella cuccetta in alto, mise la sua valigia nel posto delle valigie ma non tirò fuori niente. non il pigiama, non lo spazzolino, niente,perché non aveva voglia di tornare giù. prese solo il libro sulle divinità indiane e lesse di Shiva, che non era una divinità che le piaceva, per questo fino a quel momento era passata oltre. perché Shiva la spaventava. Tutti gli altri dei non le facevano quella paura, ma Shiva le faceva paura.
il cuccettista non era un tipo gentile, odiava i passeggeri e lo dava a vedere senza problemi. se uno odia i passeggeri, non dovrebbe fare il cuccettista, disse amanda al soffitto, poi spense la luce grande e accese la luce piccola.